1221: il Regno di Maria e Giovanni di Brienne
(pagina 1 di 2)

1222: dopo la quinta Crociata

Già al tempo della quinta Crociata sia il Pontefice che l'Imperatore del Sacro Romano Impero ambivano ugualmente al dominio della Sicilia e dell'Italia e la liberazione dei santi luoghi serviva a nascondere le loro mire più recondite.


Federico II e la sua corte

Così che il Pontefice mise in opera ogni artificio affinché l'Imperatore Federico II se ne andasse in Oriente, sperando che, toltosi di torno un competitore tanto potente, avrebbe potuto meglio riuscire nei suoi disegni; ma Federico II, che intuiva le intenzioni del Pontefice, pur manifestando sempre l'intenzione di voler partire, non partiva mai, trovando ora uno ed ora un altro motivo per rinviare la partenza.

Prima che Damietta fosse ancora presa, l'Imperatore aveva mandato in Egitto come suoi luogotenenti il Duca Lodovico I di Baviera ed il Conte Matteo di Puglia, con l'incarico di andare d'accordo con il Legato del Papa e di non far pace con i musulmani senza il suo consenso.

Ma nonostante tutta questa deferenza per la Santa Sede, quando i Cristiani sconfitti a Al-Mansura furono costretti ad abbandonare le loro conquiste, in tutto l'Occidente si diffusero le lamentele contro il mancato intervento dell'Imperatore e lo stesso Pontefice lo accusò d'aver causato la rovina dell'esercito cristiano.

Federico II dapprima si giustificò ricordando le cose che aveva fatto per il buon successo della Crociata, ma vedendo che il Pontefice si ostinava a condannarlo, cambiò atteggiamento e da un comportamento mansueto passò alle minacce. E queste ebbero un miglior effetto, perché, o che Onorio ne restò sgomento, oppure che riteneva più conveniente usare la moderazione, si volse subito a placare con amorevolezza l'animo sdegnato dell'Imperatore.


il Gran Maestro dell'Ordine
Teutonico Hermann von Salza

Quindi, per muoverlo maggiormente in favore della Crociata e per costringerlo ad andarvi personalmente, gli propose la corona del regno di Gerusalemme se avesse preso in moglie Jolanda, figlia ed erede della Regina Maria e del Re Giovanni di Brienne.

Il Gran Maestro dell'Ordine dei Templari Pierre de Montaigu, il Gran Maestro dell'Ordine degli Ospitalieri Guerin de Montaigu, il Gran Maestro dell'Ordine Teutonico Hermann von Salza, il Patriarca di Gerusalemme Rodolfo di Mérencourt ed il Re di Gerusalemme Giovanni di Brienne, i quali si trovavano in Italia, e più precisamente in Campania, per trattare sulle cose della Crociata, erano molto favorevoli a questo matrimonio, immaginando di poter ottenere in questo modo l'aiuto e la protezione del più potente monarca dell'Occidente. Federico II dunque accettò il matrimonio e di conseguenza il regno di Gerusalemme e promise difenderlo.

1223: la richiesta di aiuto all'Europa

Dopo la conferenza tenuta in Campania, il Re di Gerusalemme Giovanni di Brienne, andò nei principali stati d'Europa per procurare soccorsi per la Terra Santa.

Quando giunse in Francia, trovò che il Re Filippo Augusto, suo benefattore, era morto di recente, lasciando in eredità ai difensori della Palestina 3.000 marchi d'argento. Dopo aver assistito ai funerali del Re, Giovanni di Brienne si recò in Inghilterra e in Germania, dove la sua presenza ed i suoi discorsi ricordarono ai cristiani le sventure della Terra Santa.


il Papa Onorio III

Intanto Federico II faceva i preparativi necessari per una spedizione in Terra Santa che avrebbe condotto di persona. Si costruivano in tutti i porti della Sicilia navi per il trasporto dei Crociati. Nel medesimo tempo l'Imperatore scriveva frequenti lettere al Pontefice, raccomandandogli di fare ogni cosa per riunire il maggior numero possibile di difensori della causa di Cristo e, divenuto per la Crociata più zelante che non era lo stesso Papa, lo rimproverava di essere avaro di indulgenze e di affidare la predicazione dell'impresa ad oratori troppo umili.

Pregava inoltre il Pontefice di applicarsi maggiormente per pacificare tra di loro i principi cristiani e specialmente i Re di Francia e d'Inghilterra, affinché la nobiltà e i popoli di quei due regni potessero prendere la Croce.

Inoltre, non potendo andare personalmente in Germania, Federico II vi mandò il Gran Maestro dell'Ordine Teutonico Hermann von Salza, con l'incarico di esortare il Langravio Ludovico IV di Turingia, il Duca d'Austria Leopoldo VI di Babenberg, il Re Andrea II d'Ungheria e gli altri Principi dell'Impero a prendere la Croce. Oltre a ciò Federico II si impegnò a fornire ai Crociati le navi, i viveri, le armi e quanto altro potesse servire per la spedizione in Terra Santa.

Anche il Pontefice si attivò per aiutare la Crociata, sollecitando la partenza del Duca Enrico I di Brabante e promettendo 15.000 marchi d'argento al Marchese Guglielmo VI del Monferrato, affinché partisse con i suoi soldati migliori.

Rinnovò ancora le esortazioni già fatte a Filippo Augusto, al suo successore Luigi VIII, per il soccorso della Terra Santa e perché si riconciliasse col Re d'Inghilterra affinché la sacra impresa non avesse impedimento.


LA STORIA DELLE CROCIATE LE CROCIATE DEL NORD LA STORIA DELLA RECONQUISTA
I CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO I CAVALIERI DI SAN LAZZARO I CAVALIERI OSPITALIERI
I CAVALIERI TEMPLARI I CAVALIERI TEUTONICI I CAVALIERI DI SAN TOMMASO I MONACI CISTERCENSI
I CAVALIERI PORTASPADA I FRATELLI DI DOBRZYN L'ORDINE DI SANTIAGO L'ORDINE DI CALATRAVA
L'ORDINE DI ALCANTARA L'ORDINE DI MONTESA L'ORDINE DEL CRISTO L'ORDINE DI SAN BENEDETTO DI AVIS