1250: la permanenza in Terra Santa
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Jacob e gli altri capi che avevano aderito alla sua Crociata, reclamavano impetuosamente contro le ricchezze e la supremazia del Clero e questo piaceva molto alla moltitudine e la spingeva a seguirli.


in alto: i pastori stanno per partire
in basso: i pastori vengono serminati

Nei loro discorsi denigravano i Frati Minori ed i Predicatori, chiamandoli vagabondi ed ipocriti ed accusandoli di aver indotto il Re Luigi IX ad andare in Palestina; dicevano che i monaci dell'Abbazia di Cîteaux si dedicavano solo a rubare le terre; dicevano dei monaci neri che erano ghiotti e orgogliosi; dei canonici dicevano che si comportavano da secolari e si nutrivano di delicate vivande; dei Vescovi e dei loro ufficiali, dicevano che correvano solo dietro al danaro e ponevano tutto l'ingegno a vivere in delizie; ed infine della Corte Romana dicevano che fosse divenuta una sentina di tutti gli abomini.

Con grande scandalo degli uomini pii, i Pastorali si usurparono le funzioni del sacerdozio e nelle chiese usarono i pulpiti dei sacri oratori per sollecitare la violenza contro i ministri dell'altare.

Cresciuti di numero sino ad oltre 100.000, questi formidabili pellegrini uscirono da Parigi e si divisero in più bande per andare verso la costa dove intendevano imbarcarsi per l'Oriente.

Alcuni di loro andarono a Rouen dove, il 4 giugno del 1251, cacciarono l'Arcivescovo e gettarono alcuni sacerdoti nella Senna; altri raggiunsero Tours, dove attaccarono i monasteri dei Domenicani e profanarono le chiese.

Altri ancora, sotto la guida del Maestro d'Ungheria, l'11 giugno del 1251 arrivarono ad Orléans, dove aggredirono il Vescovo insieme ai sacerdoti ed ai frati francescani e domenicani; la città divenne teatro di mostruosi disordini e si vennero a creare degli scontri armati durante i quali alcuni chierici universitari vennero uccisi e gettati nella Loira.

I progressi del disordine risvegliarono finalmente l'attenzione della Regina Bianca di Castiglia, che dette ordine in tutte le provincie di perseguire e disperdere le masnade turbolente e sediziose dei Pastorali.

La più grossa di queste bande, dopo aver raggiunto Amiens ed attaccato gli ebrei della città, andò a Bourges, dove il Maestro d'Ungheria doveva operare certi suoi miracoli e manifestare la volontà del Cielo.

Al loro arrivo in quella città, i chierici e sacerdoti erano fuggiti. Bourges si riempì subito di omicidi, incendi e rapine; i Pastorali sequestrarono i beni degli ebrei, depredarono le sinagoghe e poi si misero a saccheggiare l'intera città. Venne fatto un tentativo per imprigionarli, ma riuscirono a rompere i cancelli e fuggire.

Una gruppo di cittadini si armò e si diede ad inseguire i Pastorali, raggiungendoli fra Mortemer e Villeneuve-sur-Cher dove, nonostante il loro numero, furono sconfitti e dispersi. Jacob ebbe la testa mozzata con un colpo di accetta e molti dei suoi discepoli o furono uccisi sul campo di battaglia o mandati al supplizio; gli altri si diedero alla fuga.

Alcuni raggiunsero la valle del Rodano e anche Marsiglia, altri andarono a Bordeaux, dove vennero scacciati dal Conte di Leicester Simone V di Montfort, che fece gettare nel Gironda il loro capo.

Così questo flagello che, aveva imperversato in Francia con tanta rapidità, rapidamente si dissipò e la Regina Bianca, che in principio non osava reprimerli, poté infine restituire al Regno la sua tranquillità.

Un altro capo andò in Inghilterra e mise insieme alcuni pastori che, dopo aver saputo che i Pastorali erano stati scomunicati, lo uccisero. Il Re Enrico II di Inghilterra ordinò al Signore “Guardiano dei Cinque Porti” di adottare delle misure adeguate ad impedire l'invasione del suo regno da parte dei Pastorali. Comunque alcuni di essi, dopo aver ricevuto la croce, partirono effettivamente per la Terra Santa.

1251: la predica della Crociata

Intanto nella maggior parte delle contrade d'Europa si predicava la Crociata contro i Saraceni. Nuove indulgenze furono aggiunte a quelle già accordate ai soldati della Croce.

A Zoen, Vescovo di Avignone, fu conferito il potere di assolvere quelli che avevano combattuto gli ecclesiastici e arso le chiese, con la facoltà di tramutare in voto per la Crociata qualunque voto di altro genere. Simili facoltà furono conferite al Priore dei Domenicani di Parigi. Ma l'impunità e i privilegi della Crociata, anche se concessi persino ai grandi peccatori, non contribuirono a ravvivare lo zelo dei baroni e dei cavalieri.


il Re Enrico III di inghilterra

Nello stesso tempo il Pontefice scrisse al Re di Inghilterra esortandolo a partire per l'Oriente. Enrico III fece convocare i cittadini di Londra nell'Abazia di Westminster, dove alcuni prelati predicarono la Crociata, ma pochi si lasciarono persuadere dalle prediche dei Vescovi.

Enrico III, malcontento da tale indifferenza, prese la Croce lui stesso e, quando pronunciò il suo giuramento per dare solennità alla sua decisione, si pose la mano sul petto; ma anche questo non persuase quelli che si ricordavano della sua precedente decisione e, siccome il Pontefice gli aveva concesso la decima sul clero e sul popolo, era comune opinione che il Re non si fosse crociato per altro che per percepire tale imposizione che doveva ascendere a 600.000 lire tornesi.

Nella loro assemblea i baroni e i signori francesi manifestarono il loro patriottismo e l'amore per la giustizia opponendosi alla predica di una Crociata contro il figlio di Federico II. Ritenevano invece che occorreva assoldare nuove milizie e percepire tasse da impiegare per il soccorso del Re di Francia.

La Regina Bianca aderì immediatamente all'opinione dei grandi e dei signori, così che furono subito presi severi provvedimenti per imporre il silenzio ai predicatori della Crociata contro Corrado IV e si confiscarono i beni di tutti quelli che si erano inscritti sotto quei vessilli.

La storia deve comunque disapprovare l'indifferenza della nobiltà francese a soccorrere il loro sovrano. Infatti, invece di ricorrere ai rimedi necessari, quelli che avevano sconsigliato al Re l'impresa per la Terra Santa, andavano ricordando le loro previsioni e se ne facevano vanto; oltre a ciò quasi tutti i signori biasimavano apertamente la decisione di Re Luigi di rimanere in Palestina e quelli stessi che avevano per il Re maggior affezione, erano poco inclini a soccorrerlo, temendo che ciò avrebbe prolungato la sua assenza dalla francia.

Comunque sia, non venne raccolto sufficiente denaro per mandare al Re i soccorsi che chiedeva. Così la Francia, che tanti lamenti faceva per la situazione del suo Re, non seppe decidersi a prendere le armi per aiutarlo nei suoi progetti in Terra Santa e non faceva altro che fervide preghiere per il suo ritorno.

La Regina Bianca prometteva larghe ricompense a tutti quelli che sarebbero partiti per l'Oriente e, per poter mantenere le promesse, oltre a tutto ciò che poteva trarre dalle casse dello Stato, tolse perfino i loro preziosi ornamenti alle Chiese.

Ma tutte le sollecitudini della Regina madre non furono sufficienti agli scopi del Re: una nave carica di danaro che aveva spiegato le vele per la Palestina, naufragò sulle coste della Siria e solo un piccolo numero di quelli avevano preso la Croce in Occidente effettivamente partirono. Il giovane Conte di Eu Alfonso I di Brienne ed il Visconte Raimondo di Turena, condannati dalla Regina madre a partire per la Palestina, furono quasi gli unici Francesi che andarono in Oriente.


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