dal 711 al 721


711: il Wali Abd al Aziz ibn Musa ibn Nusayr

Quando, nel 714, Musa ibn Nusayr fu costretto ad abbandonare Al Andalus per presentarsi al Califfo Walid, divise il suo governatorato tra i suoi tre figli. L'Ifriqiya venne assegnata al maggiore, Abd Allah; la zona di Tangeri a Abd al Malik e Al Andalus ad Abd al Aziz. Musa ibn Nusayr dispose di questi territori come se fossero stati di sua proprietà e questo fece preoccupare non poco il Califfo Sulayman il quale arrivo a sospettare che Abd al Aziz stesse preparado una ribellione.

Abd al Aziz aveva combattuto in compagnia di suo padre, collaborando efficacemente nella sua campagna andalusa. Mentre suo padre assediava Merida, Abd al Aziz fu incaricato di sottomettere la popolazione ribelle di Siviglia e conquistare la regione del'Algarve. Poi, partendo da Siviglia, conquistò le province di Malaga, Granada e Murcia.

Dopo la partenza di Musa ibn Nusayr, l'attività militare di Abd al Aziz si concentrò sulle regioni portoghesi e catalane. Secondo lo storico Sandoval Abd al Aziz “occupò pacificamente Lisbona, saccheggiò Coimbra e le regioni del nord, devastando, Oporto, Braga, Tuy, Lugo e Ourense”. Sembra anche che, durante il suo governo, furono occupate stabilmente, Girona, Barcellona, Tarragona e forse anche Narbonne.


Arciere e lanciere berberi contro un cavaliere cristiano

Con le campagne di Abd al Aziz si inaugurò e sistematizzò la “politica dell'occupazione”, quindi le fondamenta di quello che sarà Al Andalus.

Per proseguire la sua attività militare dovette reclutare truppe, perché molti arabi si erano ritirati accompagnando suo padre in Siria. Così Abd al Aziz si ritrovò con il duplice problema della mancanza di uomini e di denaro per pagarli. I pagamenti dpveva venire dalle risorse locali, attraverso concessioni terriere e una ristrutturazione e ridistribuzione dei ricavi ottenuti dall'erario. Questi naturalmente provenivano essenzialmente dagli autoctoni, ai quali era richiesto il pagamento delle tasse stabilite dalla conquista, capitolazione o riconoscimento della sovranità.

Ma anche i musulmani dovevano fare la loro parte pagando la decima (che non avevano pagato durante la fase precedente). E questo generò molte tensioni economiche e sociali, visto che i nuovi arrivati erano per lo più liberti e berberi. Le tensioni si tradussero in rivolta, che portò alla morte di Abd al Aziz.

Tutte le fonti concordano sull'autore materiale dell'omicidio: suo cugino Ayyubb ibn Habib al Lajmi che accusò Abd al Aziz di aver sposato Egilona, la vedova [o sorella o figlia] del Re Rodrigo dei Visigoti. L'influenza di Egilona avrebbe portato Abd al Aziz a un'eccessiva benevolenza verso gli autoctoni, interpretata come apostasia. Un'altra ipotesi più plausibile e coerente rispetto alla precedente è che Egilona avrebbe convinto Abd al Aziz a convertirsi al cristianesimo e proclamarsi Re della penisola iberica.

La morte di Abd al Aziz era stata preventivamenta approvata dal Califfo Sulayman, che aveva ordinato che la sua testa fosse inviata a Damasco. Ci sono diverse fonti che collegano questo omicidio con con il trattamento che il Califfo aveva riservato a Musa ibn Nusayr, padre di Abd al Aziz.


713: Le ultime campagne di conquista dell'Iberia

Dopo la sconfitta di Rodrigo e dell'esercito visigoto a Guadalete, si verificò un rapido collasso del Regno dei Visigoti e la successiva conquista della penisola iberica da parte dei musulmani. Le cronache cristiane non ci chiariscono quando e come la conquista della penisola iberica ebbe fine, mentre le cronache ispanico-arabe ci raccontano di una campagna militare di Munuza, governatore musulmano del nord della Penisola iberica, che avvenne tra il 713 e il 714. Questo Munuza aveva un forte desiderio di conquistare la Gallecia, provincia che comprendeva l'attuale Galizia, le Asturie e parte della regione di Cantabria, l'unica terra non ancora dominata dai musulmani.
Partendo da Saragozza, Munuza si indirizzò verso la Galizia, dove penetrò fino a raggiungere la città di Lugo, dove si fermò e, secondo quanto ci racconta lo storico Al Maqqari, “mandò esploratori che arrivarono fino alla roccia di Pelayo, sul mare Oceano. Non ci fu Chiesa che non venne bruciata, né campagna che non venne devastata. I cristiani resero obbedienza, accettarono la pace e il pagamento del tributo personale, e gli arabi si stabilirono nei passaggi più difficili”.


716: il Wali Ayyub ibn Habib al Lajmi

Si sa molto poco su Ayyubb ibn Habib al Lajmi se non che fosse figlio della sorella di Musa ibn Nusayr. Ci fu dunque il governo ininterrotto di tre successivi membri della stessa famiglia. Una cosa senza precedenti negli annali del Valiffato Omayyade. La nomina di Abd al Aziz era stato fatta dasuo padre Musa ibn Nusayr; il governo di Ayyubb ibn Habib al Lajmi avvenne per la sua proclamazione fatta dagli abitanti di Al Andalus.

Ayyubb ibn Habib al Lajmi era giunto in Al Andalus nel 716. Forse era già stato con le truppe di Musa ibn Nusayr nel 712. L'assassinio di Abd al Aziz apri un periodo di confusione e di vuoto di potere. Poi venne eletto Ayyub, su proposta dalla maggioranza di berberi e liberti e accettato o tollerato dall'aristocrazia araba in quanto era ritenuto una persona di grande prestigio morale e un uomo politicamente neutro.

Il governo di Ayyubb ibn Habib al Lajmi durò sei mesi, durante i quali fece trasferire la sede del governo da Toledo a Cordova, forse per allontanarsi la turbolenta aristocrazia araba. Qui si stabilì nel palazzo di Mugit che, da allora, sarà l'Alcázar.


716: il Wali Hurr ibn Abderramán

Hurr ibn Abderramán ibn Uthman al Tafaqui fu terzo Wali (governatore) di Al Andalus. Fu chiamato a governare Al Andalus dal Wali di Qayrawan (Tunisia), in sostituzione di Ayyubb ibn Habib al Lajmi. Insieme a lui andarono in Al Andalus 400 Cavalieri di Ifriqiya, che costituirono il primo contingente di Ifriqiya sulla penisola iberica.

Alcuni storici attribuiscono a lui lo spostamento della capitale di Al Andalus da Siviglia a Cordova (716), anche se non non c'è nessun accordo su questo tema. Durante il suo governo avvenne l'istituzione dei presidi militari a Cordova; il confronto nella Settimania con l'ex Re Visigoto Ardón, forse figlio di Witiza; l'introduzione dei primi “cadíes” (giudici per le cause civili) in e il primo sistema regolare di governatori urbani e la creazione di un sistema amministrativo, soprattutto riguardante la raccolta dei tributi dei cristiani. Nel 718 fu sostituito nel suo incarico da Al Samh ibn Malik al Khawlani.


718: il Wali Al Samh ibn Malik al Jawlani

Appena salito al trono, il Califfo Umar ibn Abd al Aziz nominò al governo di Al Andalus il Wali Al Samh ibn Malik al Khawlani. Il Califfo voleva conoscere con precisione la configurazione geografica della penisola iberica e la sicurezza delle comunicazioni marittime che ci potevano essere tra questo paese e il resto del mondo musulmano. Forse pensava ad una evacuazione di Al Andalus in caso di difficoltà.

Il Wali Al Samh ibn Malik al Khawlani fu l'unico ad essere nominato direttamente dal Califfo Umar, con il preciso scopo di indagare sui diritti di chi occupava la terra e fare una descrizione “Catastale” di Al Andalus.

Approfittando del suo incarico, lanciò perseguitò fiscalmente i suoi sudditi per garantirsi il “quinto” (una tassa) dei loro redditi. Tuttavia la reazione degli ex conquistatori, che si videro compromettere le loro terre a causa delle nuove ondate di emigranti, implicarono la riduzione del “quinto”.

Una Commissione andò dal Califfo per ratificare i loro possedimenti, e in effetti il Califfo ordinò ad Al Samh ibn Malik al Khawlani che confermasse l'usufrutto dei villaggi agli ex conquistatori e, per fare questo il Wali cominciò a preparare rapporti per distinguere i territori conquistati con la forza da quelli ottenuti dalla resa spontanea.

La verità è che queste terre erano in uno stato di dubbia legalità, perché erano state considerate una proprietà particolare dei soldati, come una concessione un po' illegale, e in questa illegalità lo Stato sarebbe rimasto ancora per i venti anni successivi.

La riorganizzazione fiscale del territorio occupato fu un'altra occupazione di Al Samh ibn Malik al Khawlani. Questa produsse un reddito così importante che consentì la ricostruzione del grande ponte romano di Cordova sul Guadalquivir, oltre alla ricostruzione delle mura della città.

Il Wali era arrivato nella penisola iberica nel 719 e nel 720 occupò o riacquisì Narbonne. Nel 721 si diresse contro Tolosa, dove avvenne una battaglia tra i suoi soldati e il Duca di Eudes d'Aquitania. Il Duca vinse la battaglia e nella mischia il Wali Al Samh ibn Malik al Khawlani trovò la morte. Era il 10 giugno 721.