dal 743 al 756


743: il Wali Thalaba ibn Salama al Amili

Thalaba ibn Salama al Amili era uno dei capi più prestigiosi tra gli yemeniti, quando nel 742, venne nominato dal Califfo di Damasco in persona, per prendere il posto del siriano Baly ibn Bisr ibn Iyad al Qusayri come Wali di Al-Andalus.

Poco dopo la sua nomina sconfisse a Merida una coalizione di berberi e arabi membri del partito “medines”. Contro di loro attuò una politica molto dura, contrassegnata dal sequestro dei loro beni, la riduzione in schiavitù e l'umiliazione dei capi tribali; arrivò persino a vendere fino a migliaia di prigionieri al mercato degli schiavi di Cordova, causando così uno stato di estrema tensione che portò sull'orlo di un conflitto civile. Alcuni arabi, indignati dal comportamento del Wali, si misero in contatto con il governatore dell'Ifriqiya, affinchè inviasse qualcuno che sostituisse Thalaba ibn Salama al Amili. Questo a sua volta informò il Califfo di Damasco, il quale destituì il Wali di Al Andalus e nominò al suo posto Abu al Jattar ibn Dirar al Kalbi.


743: il Wali Abu al Jattar ibn Dirar al Kalbi

Abu al Jattar ibn Dirar al Kalbi, fin dal primo momento dimostrò il suo favoritismo verso partito dei kalbíes. Apparteneva all'aristocrazia di Damasco e la sua personalità fu imposta ai siriani, che non osavano opporglisi. Liberò 10.000 prigionieri che erano stati venduti al mercato degli schiavi di Cordova, concesse l'amnistia ai ribelli e, per prevenire ulteriori disturbi, allontanò i siriani dalla capitale, dando loro dei feudi, ma con l'impegno di partecipare alle possibili incursioni militari. I siriani accettarono questa proposta e così si stabilirono a Elvira a Medina Sidonia a Algeciras e nella regione di Siviglia e Niebla.

Dopo un inizio di governo equo, Abu al Jattar ibn Dirar al Kalbi mise in atto una politica parziale verso gli yemeniti. Il suo spirito di vendetta, contro i qaysíes era rivenuto fuori e quindi ci fu una guerra implacabile tra il Wali di Al Andalus e Sumayl ibn Hatim al Kilabi, il capo dei qaysíes che era arrivatto in Al Andalus assieme ai siriani di Baly ibn Bisr ibn Iyad al Qusayri.

Sumayl ibn Hatim al Kilabi si alleò con due tribù yemenite, i Chudam e i Laju e poi andò a Siviglia, Ecija e Moron, cercando supporto per il suo partito e offrendo a Tawaba ibn Salama al Yudami il comando della coalizione.

Il Wali di Al Andalus uscì contro i ribelli e li affrontl nei pressi del fiume Guadalete, nel 745. La vittoria fu a favore dei ribelli e il Wali cadde nelle loro mani, essendo stato fatto prigioniero da Tawaba ibn Salama al Yudami. Poi Tawaba ibn Salama al Yudami andò a Cordova, dove fu proclamato Wali di Al Andalus. Si instaurò così un governo pro-qaysíes, che durò fino alla morte di Tawaba ibn Salama al Yudami.


745: il Wali Tawaba ibn Salama al Yudami

Il governo del Wali Tawaba ibn Salama al Yudami, durò poco più di un anno, sino alla sua morte nel settembre del 746, quando cominciarono nuove lotte intestine. Due candidati aspiravano a succedergli: suo figlio Amr e Yahya ibn Hurayth. Ma chi deteneva davvero il potere e l'autorità, scartò questi due candidati e proclamò Yusuf ibn Abderramán al Fihri cone nuovo Wali di Al Andalus.


747: il Wali Yusuf ibn Abderramán al Fihri

Yusuf ibn Abderramán al Fihri godeva di grande prestigio a causa della sua appartenenza alla tribù dei Qurays e quindi discendente di Uqba Ibn Nafi, conquistatore del Maghreb. e senza dubbio questo prestigio fece sì che fosse accettato come Wali, non solo dai qaysíes, a cui apparteneva, ma anche dagli yemeniti. Tuttavia, la resistenza della tribù yemenita degli Asabiyya, lo privò del loro appoggio.

A quel tempo i legami di dipendenza con il Califfo di Damasco erano sempre più labili, e Yusuf ibn Abderramán al Fihri, nominato Wali grazie alla pressione che aveva esercitato il suo alleato e consigliere politico Sumayl ibn Hatim al Kilabi, si distinse a favore dei qaysíes contro i loro rivali, i kalbíes e gli altri yemeniti.


arabi di Spagna

Uno degli aspiranti alla carica di Wali, Yahya ibn Hurayth, fu destituito dal comando del suo distretto che venne offerto ad Abu al Jattar ibn Dirar al Kalbi, che era già stato Wali di Al Andalus dal 743 al 745.

Nel 747, le due grandi coalizioni tribali di Al Andalus (qaysíes e kalbíes) si scontrarono alle porte di Cordova, e vinse il Wali Yusuf ibn Abderramán al Fihri, grazie al sostegno della gente del mercato di Cordova che, in 400 uomini armati di bastoni e coltelli, misero in in fuga gli yemeniti.

Molti notabili furono uccisi personalmente da Sumayl ibn Hatim al Kilabi; Yahya ibn Hurayth fu fatto prigioniero e giustiziato. La vittoria consolidò significativamente l'autorità e il prestigio personale di Yusuf ibn Abderramán al Fihri che pensò di liberarsi dalla tutela di Sumayl ibn Hatim al Kilabi offrendogli il governo di Saragozza.

Nei cinque anni successivi infuriò una grande carestia che tenne fermi gli yemeniti. Poi, passata la carestia, gli yemeniti reagirono contro il governo esercitato a Cordova da Yusuf ibn Abderramán al Fihri e a Saragozza da Sumayl ibn Hatim al Kilabi.


750: la cospirazione di Amir Ibn Asur

Gi arabi della tribù dei Quràysh, discendenti del profeta, non vedevano di buon occhio che Yusuf ibn Abderramán al Fihri detenesse il potere e Amir ibn Asur, al comando degli scontenti, iniziò a cospirare. Sumayl ibn Hatim al Kilabi consigliò a Yusuf ibn Abderramán al Fihri di eliminare Amir ibn Asur, ma quest'ultino, avvertito in tempo, si unì ad un altro capo Quràysh, Hubab ibn Rawala e in coalizione con gli yemeniti e i berberi, assediarono Sumayl ibn Hatim al Kilabi a Saragozza, con l'intento di rovesciare il governo di Yusuf ibn Abderramán al Fihri, che consideravano un usurpatore, perché la sua nomina non era stata confermata dal Califfo di Damasco.


Yusuf ibn Abderramán al Fihri, ultimo Wali di Al Andalus

Quando la coalizione di yemeniti e berberi assediavano Sumayl ibn Hatim al Kilabi a Saragoza, questo chiamò in aiuto la tribù dei qaysíes, e 330 qaysíes delle province di Jaén e di Elvira si misero in marcia per raggiungere Saragozza. Avuta la notizia, la coalizione di yemeniti e berberi, tolse l'assedio.

Tra il qaysíes marciavano 30 omayyadi, che stavano cercando di negoziare con Sumayl ibn Hatim al Kilabi i diritti del loro protettore, Abderramán I, già pronto a sbarcare in Al Andalus. Questo spinse migliaia di berberi a tornare in Marocco e lasciare una grande area disabitata, campo di espansione naturale del Re Alfonso I delle Asturie.

Nel frattempo, Yusuf ibn Abderramán al Fihri ricorse a tutte i metodi per consolidare il suo potere: la via ereditaria di successione, assegnare ai suoi figli posizioni di alta responsabilità, formare un esercito di berberi che avavano combattuto contro i qaysíes, ecc. Tuttavia egli fallì nel tentativo di costruire uno Stato indipendente dal Califfato di Damasco.


755: lo sbarco del principe Abderramán

Ma qualcosa di importante accadeva in Oriente. Il partito teocratico, sconfitto e umiliato dagli Omayyadi, riprense la sua forza e proclamò Califfo Abu Abbas al Saffah discendente di Abbas, zio del Profeta Maometto.


la penisola iberica nel 750

Dal massacro generale fu risparmiato un nipote del Califfo Hisam, chiamato Abderramán. Questo sbarcò in Al Andalus nel 755 e, nel 756, combattè e sconfisse il Wali Yusuf ibn Abderramán al Fihri a Musara, vicino a Córdova, costringendolo a trattare con gli Omayyadi e riconoscere l'autorità di Abderramán.

Yusuf ibn Abderramán al Fihri, ultimo Wali di Al Andalus, imizialmente si rifugiò a Mérida, ma poi si sottomise all'Omayyade Abderramán, facendogli per qualche tempo da consigliere. Poi si ribellò e, subito dopo, fu punito con la morte. Anche Sumayl ibn Hatim al Kilabi si sottomise ad Abderramán I, ma nel 759 tentò di ribellarsi, così che fu giustiziato.