dal 892 al 910


892: L'Emiro Abdállah e le guerre interne

l governo dell'Emiro Abdállah fu caratterizzato da continue guerre tra arabi, berberi e muladi. Così che, tra l'892 ed il 900, approfittando di queste guerre intestine, il Re Alfonso III avanzò lungo il Duero e riuscì a conquistare le roccaforti di Zamora, Simancas, San Esteban de Gormaz ed Osma.

Le tensioni tra i diversi gruppi portarono nell'891 a una grande strage di muladies effettuata dagli arabi yemeniti, che poi si sbarazzarono del governatore Omayyade della città di Siviglia. Poco più tardi, nell'899, Ibraim ibn Hayyay eliminò il suo alleato Kurayb ibn Jaldún e stabilì una sorta di principato che governò in modo indipendente rispetto alla sovranità dell'Emiro.


vita quotidiana di Al Andalus

La principale famigla di muladi era quella dei Banu Qasi, di origine visigota e solidamente insediati nell'alta valle del fiume Ebro, territorio sul quale, fin dall'inizio del IX secolo, esercitavano il controllo completo, mentre dall'890 progressivamente persero il potere a favore della discendenza araba dei tuyibíes, i governatori di Saragozza nominati da Abdállah.

Ma senza dubbio, il principale ruolo di ribelle fu ricoperto dal già citato Umar ibn Afsun, il solo che rappresentò una minaccia reale per la sovranità degli Emiri di Cordova. La sua attività era iniziata nell'880, momento in cui iniziò a ottenere il sostegno delle popolazioni delle zone rurali e montagnose di Malaga, popolate prevalentemente da cristiani e muladis.

Ma, a parte il caso di Umar ibn Hafsun, la maggior parte dei territori dove si esercitava il potere in modo indipendente, cercava un riconoscimento di legittimità pa parte dell'Emiro Omayyade. Uno dei casi meglio documentati in questo senso è quello di Ibn Marwan al Yilliq di Badajoz, che è riuscì a governare l'area in modo indipendente, anche se questo non gli impedì di riconoscere la sovranità dell'Emiro Abdállah, al quale richiese l'invio di personale qualificato per urbanizzare la città secondo linee guida islamiche per costruire moschee e bagni.

D'altra parte, nonostante lo stato generale della politica di anarchia, l'Emiro Abdallah continuò mantenendo una certa capacità di azione. Così, nel maggio 891 riprese il controllo di Poley e Écija. Inoltre, nell'896 diresse un'altra campagna, questa volta su Murcia. In altre occasioni furono i suoi figli a condotto campagne contro i ribelli.


893: Il Conte Galindo II di Aragona

Galindo II Aznárez, era figlio e successore di Aznar II Galíndez e di Onneca, figia del Re di Pamplona Garcia I Iñiguez. Alla morte di suo padre nell'893, Galindo Aznárez gli subentrò nel titolo di Conte di Aragona con il nome di Galindo II d'Aragona.

Quando nell'893 Galindo II Aznárez iniziò a governare, allontanandosi dalla stretta alleanza con la famiglia Arista che regnava su Pamplona, perseguì una politica di completa indipendenza dalla famiglia dei Banu Qasi, che dominavano la regione.

Nel 905 Galindo II Aznárez appoggio il cambio di dinastia nel vicino Regno di Pamplona (dalla dinastia Arista a quella Jimena). Inoltre, prima del 920, riuscì a ingrandire i suoi territori incorporando la parte orientale della valle di Aragona, la valle di Atarés e la valle di Aucumer.

Galindo II Aznárez morì nel 922. Dal suo secondo matrimonio con Sancha, figlia del coregnante e coreggente di Navarra Garcia II, nacque Andregoto Galindez, la quale ereditò il titolo di Contessa di Aragona.

Questa nel 925 sposò García I Sánchez, figlio primogenito e successore del Re Sancho Garcés I di Pamplona. Questo matrimonio significò l'Unione della dinastia dei Conti d'Aragona con la dinastia dei Re di Navarra, che durerà per oltre cento anni.


897: I Conti Goffredo II e Sunyer I di Barcellona

Nell'897, alla morte di Goffredo “il Villoso”, le Contee di Barcellona, Girona, Osona, Cerdagna, Besalú e Urgell vennero divise tra i suoi quattro figli. Miró II “il giovane” ebbe le Contee di Cerdagna e Besalú; Sunifredo ebbe la Contea di Urgell; mentre le Contee di Barcellona, Girona e Osona adarono, indivise, a Goffredo II “Borrell” e Sunyer I di Barcellona.


Goffredo II “Borrell” e Sunyer I

Nell'898, alla morte del Re di Francia Oddone I, sul trono gli succedette Carlo il Semplice, figlio postumo di Ludovico il Balbo.

Goffredo II “Borrell” e Sunyer I di Barcellona riconobbero il nuovo Re e si recaro a Corte per rendergli omaggio. L'anno successivo Carlo il Semplice investì ufficialmente i due fratelli delle loro contee.

Dopo una prima ritirata contro i musulmani, Goffredo II “Borrell” e Sunyer I di Barcellona chiesero aiuto al Re Carlo il Semplice, riuscecdo così ad estendere i loro domini sino alla riva destra del Llobregat. I due fratelli continuarono la politica di loro padre Goffredo “il Villoso”, ripopolando l'altipiano del Lluçanès e rinforzando le difese salla riva destra del fiume Llobregat.

Nel 911 Goffredo II “Borrell” morì senza lasciare eredi maschi; le Contee di Barcellona, Girona e Osona passarono suo fratello Sunyer che già ne condivideva il governo.


901: La Battaglia del Giorno di Zamora

L'epoca dell'Emiro Abdállah, momento di massima crisi politica in Al Andalus, coincide con il Regno di Alfonso III delle Asturie (866-910), che era al suo apice, vista la massima espansione del suo regno.


il Re Alfonso III delle Asturie

Contemporaneamente fu anche di enorme importanza la proclamazione del Califfato Fatimide sciita in Ifriquiya (Tunisia), nel 909. In questo modo, il decadimento politico degli Omayyadi fu accentuato dallo sviluppo di altre entità delle vicine aree geografiche, che lasciavano presupporre una politica territoriale e ideologica, differente da quella dell'Emirato di Cordova.

La presenza di una dinastia che che rivendicava il Califfato, in una posizione geografica molto vicina alla penisola iberica, costituiva una chiara minaccia per la legittimità e la sovranità dell'Emiro di Cordova. Infatti, nel 901 accadde un episodio che fece capire il pericolo della propaganda Fatimide.

Lo scenario fu la zona della Marca Media, abitata prevalentemente da berberi, tradizionalmente molto sensibili alla propaganda religiosa. Là trovano supporto le idee di Abu Ali al Sarray, un agitatore di ispirazione Fatimide che rappresentava l'Omayyade Ibn al Qitt come il Madhi, una figura messianica che era strettamente collegato alla propaganda Fatimide. Entrambi ricevettero l'appoggio di grandi folle di berberi nel loro progetto di “Jihad” contro la città cristiana di Zamora.

Nel 901, il ribelle Omayyade Ibn al-Qitt si proclamò Mahdi, predicò la guerra santa e, nel luglio dello stesso anno, attaccò la città di Zamora , Le truppe berebere di Ibn al-Qitt circondarono la città e subito ne attaccarono le mura. La battaglia durò quattro giorni e si concluse con la vittoria dei difensori cristiani della città.

Ibn al-Qitt, abbandonato dai suoi sostenitori, fu sconfitto e ucciso in battaglia in quello che è conosciuto come il “ Giorno di Zamora”.

Le cronache arabe del tempo ci descrivono la grande quantità di morti e feriti e di come i difensori asturiani recisero le teste dei capi musulmani e le esposero sui merli delle mura della città. Ibn al Qitt, abbandonato dai suoi sostenitori proprio nel momento decisivo, fu inchiodato alle mura della città che voleva conquistare.


905: Il Re Sancho I Garcés di Navarra

Nel 905 il Re Fortún Garcés di Pamplona, fu deposto da suo genero il Re Alfonso III delle Asturie e dal Conte di Pallars a favore di Sancho I Garcés.

Assunto il potere estromettendo i cinque figli di Fortún Garcés, legittimi eredi, Sancho I Garcés perseguì in modo energico un'attività di espansione, sia contro l'emirato di Al Andalus, sia i Banu Qasi, conquistando la valle dell'Ebro e acquisendo i territori oltre il fiume Ebro. Alleatosi col Re Alfonso III delle Asturie, la prima campagna di Sancho I Garcés fu contro Ahmad ibn Mu'awiya, che venne battuto ed ucciso. Nel 915, a Tudela, Sancho I Garcés sconfisse il Banu Qasi, Mohammed ben Lupo che gli dovette consegnare i castelli di Falces e di Caparroso e due figli in ostaggio.

Nel 917, alleatosi con il Re Ordoño II di León, battè l'esercito di Al Andalus a San Esteban de Gormaz ma fu poi sconfitto dal Califfo Abderramán III a Valdejunquera nel 920 che riconquistò nel 923.

Nel 922, alla morte del Conte Galindo II Aznárez di Aragona, Sancho I Garcés occupò la Contea d'Aragona, ignorando il diritto di successione della Contessa Andregoto Galíndez. Le tensioni cessarono quando García I Sánchez, figlio di Sancho I Garcés fu promesso in matrimonio ad Andregoto.

Sancho I Garcés morì l'11 dicembre 925; gli successe il figlio García I Sánchez, sotto la reggenza della Regina madre, Toda di Navarra e dello zio Jimeno II Garcés.