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dal 931 al 947


931: Fernán Gonzales, Conte di Castiglia

Alla morte di Diego Rodriguez Porcelos, la Contea di Castiglia fu frazionata in diverse Contee, ma nel 931 Fernán González, Conte di Lara, riunì sotto il suo governo le piccole Contee di Burgos, Lara, Lantarón, Cerezo e Álava, ridando vita alla Contea di Castiglia, se pur di dimensioni ridotte.


il Conte Fernán González di Castiglia
(dipinto di Juan Ricci)

Nel 932 il Re Ramiro II di León organizzò una spedizione contro la fortezza di Madrid, a cui partecipò anche Fernán González; la città fu saccheggiata, così come il suo castello, ottenendo un grande bottino.

Un anno più tardi il Califfo Abderramán III contrattaccò circondando Osma e San Esteban de Gormaz. Il Re Ramiro II di León chiamò in aiuto Fernán González riuscendo a togliere l'assedio a San Esteban de Gormaz e vincendo assieme a Fernán González una battaglia nelle vicinanze di Osma.

Nel 934 il Califfo Abderramán III avanzò col suo esercito senza alcuna opposizione, assalì Álava e distrugge Burgos, però dopo fu nuovamente sconfitto dal Re Ramiro II dal León e dal Conte Fernán Gonzales di Castiglia a Osma.


932: la presa di Toledo

Nella primavera del 930, il Califfo Abderramán III inviò un esercito sotto il comando del Visir Al Mundhir e ordinò di fortificare le alture che circondavano Toledo. I toledani resistettero per due anni, ma poi il Califfo entrò a Toledo il 2 agosto 932 dove celebrò la resa della città. Con le taifas del confine settentrionale, il comportamento fu diverso. Erano troppo distanti per una sottomissione completa e i governanti musulmani di quelle Marche di confine giocavano un ruolo importante per il contenimento dei cristiani dei Pirenei.

Il Califfo stabilì una sorta di regime feudale, in cui i grandi vassalli (tuyíbies di Zaragoza, i Beni Qasi di Tudela, i successori di Muhammad a Tawit in Huesca, i Beni Zenum a Santaver) pagavano un tributo e, quando erano richiesti, servivano negli eserciti Califali. Questo dominio totale su Al Andalus gli permise di disporre di tutte le loro risorse, essenziali per mantenere la guerra santa contro l'audacia crescente del signori della guerra cristiani del nord.


936: il Conte Sunyer I di Barcellona
e le spedizioni in Al Andalus

Oltre a combattere i musulmani di Lérida, il Conte Sunyer I di Barcellona dovette combattere anche con quelli di Tarragona, pur mantenendo relazioni diplomatiche con l'Emirato e poi Califfato di Al Andalus.

Nel 936 il Conte Sunyer I di Barcellona dovette fronteggiare una spedizione di Al Andalus, sul litorale a nord di Barcellona, ma tra la fine del 936 ed il 937, organizzò una contrattacco contro i musulmani lungo il litorale catalano, spingendosi verso sud e causando un notevole numero di morti tra i nemici tra cui il cadí di Valencia. In questo modo ottenne l'allontanamento dei musulmani da Tarragona e impose il pagamento di un tributo alla città di Tortosa. Poi, nel 940, il Conte Sunyer I di Barcellona firmò la pace col Califfo di Al Andalus.


937: l'assedio di Calatayud

Nel 937 il Califfo Abderramán III conquistò una trentina di castelli nel Regno di León. Nello stesso anno il Califfo annullò l'alleanza tra la Signoria di Abu Yahya, discendente di tuyíbies, e il Re Alfonso III delle Asturie. L'esercito del Califfo assediò la fortezza di Calatayud, difesa da una guarnigione rinforzata con soldati di Alava del Re Ramiro II di León. La fortezza si arrese e il Califfo fece uccidere tutti i cristiani. Anche Saragoza si arrese e il Califfo, sempre tollerante con i musulmani, graziò Abu Yahya.


928: la Battaglia di Alhandic

Il 5 agosto del 938 si verificò la battaglia di Alhandic, quando le truppe del Califfo Abderramán III aggredirono le mura di Zamora, difesa dalle truppe di Ramiro II di León. Il combattimento fu così sanguinoso che le sorti della battaglia non si conclusero fino a quando il fossato che circondava le mura della città non venne interamente riempito di cadaveri. Le truppe di Abderramán III ebbero la meglio e conquistarono la città di Zamora.

L'occupazione effettiva della città però durò meno di un anno, cioè sino a quando le truppe di Abderramán III furono sconfitte da Ramiro II di León nella Battaglia di Simancas, nel luglio del 939.


939: la Battaglia di Simancas

Nel 939, quando il Califfo Abderramán III aveva raggiunto il culmine della sua potenza (aveva sottomesso tutta la Penisola Iberica eccetto il León e parte della Catalogna), preparò una spedizione che doveva essere la “Campagna del Potere Supremo”, per sottomettere definitivamente i cristiani del nord. La chiamata dei suoi vassalli gli permise di raccogliere 100.000 uomini con l'aiuto di Abu Yahya, governatore di Saragozza. Il 19 luglio del 1939, davanti alle mura di Simancas, lo aspettava il Re Ramiro II di León con i Castigliani del Conte Fernán González e i Navarresi della Regina Toda.

Le cronache arabe raccontano di una spettacolare eclissi di sole che ebbe luogo il primo giorno della battaglia: “Quando l'esercito arrivò nei pressi di Simancas, ci fu un'eclissi di sole terribile che coprì la terra di scuro e riempì noi e gli infedeli di terrore, perchè non avevano mai visto nella loro vita una cosa come questa. Due giorni passarono senza che una parte o l'altra facesse alcun movimento”.


San Millán alla Battaglia di Simancas
(dipinto conservato nel Monastero di San Millán a Yuso)

La leggenda narra anche di un evento miracoloso che servì a rafforzare lo spirito combattivo dei cristiani: San Millan e James apparsi nel mezzo della battaglia in difesa dei cristiani apparve San Millán.

La lotta durò diversi giorni e si concluse con un immenso disastro, in cui la cavalleria del Califfo si lasciò attaccare con poca resistenza, permettendo ai cristiani di fare una carneficina. Il Califfo dovette fuggire, abbandonando nel suo accampamento un Corano di inestimabile valore e la propria cotta dalle maglie d'oro.

A seguito della battaglia, il confine del Regno di León si spostò verso il fiume Tormes, superando il vecchio confine del fiume Duero. Vennero quindi ripopolati luoghi come Ledesma, Salamanca, Peñaranda de Bracamonte Sepúlveda e Vitigudino. Il Califfo Abderramán III, per i gravi pericoli corsi, non volle più partecipare in prima persona alle operazioni belliche contro i cristiani.


944: la rivolta di Fernán González di Castiglia

Nel 940 Abderramán III intervenne sul Re García I Sánchez di Navarra, affinché ripudiasse la moglie, la Contessa Andregoto Galíndez d'Aragona. Il matrimonio venne annullato e, nello stesso anno, il Re García I Sánchez di Navarra passò a seconde nozze con Teresa di León, figlia del Re Ramiro II di León.

Nel 940 il Conte Fernán González di Castiglia conquistò e ripopolò Sepúlveda, Riaza y Fresno, attraendo gli immigrati in quell'area estremamente pericolosa a causa della sua posizione confinante con le terre dei Mori.

Dopo la vittoria nella Battaglia di Simancas il fronte cristiano si sfaldò: le relazioni tra il Re Ramiro II di León e il Conte Fernán González di Castiglia si guastarono quando Ansur Fernández fu nominato nel 943 Conte di Monzón, bloccando le mire espansionistiche di Fernán González.

Nel 944 il Conte Fernán González di Castiglia si rivoltò contro il Re Ramiro II di León e si preparò alla guerra. Ma il Re di León, riuscì ad attirare il Conte di Castiglia a León e lo fece mettere ai ferri. Poi affidò il governo della Castiglia al Principe Sancho, incaricando il Conte Ansur Fernández di proteggerlo.

Dopo avergli fatto trascorrere circa un anno in carcere, Re Ramiro II di León liberò il traditore, ma non prima di avergli fatto giurare fedeltà. Per dare solennità alla cosa venne concordato il matrimonio fra Urraca Fernández, figlia del Conte Conte Fernán González di Castiglia, e Ordoño, e figlio ed erede del Re. Ma questi conflitti interni avevano indebolito il Regno di León e vennero sfruttati dai Mori per lanciare diverse incursioni nel Regno cristiano.