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dal 984 al 999


984: il Re Bermundo II di León


Bermundo II del León
(dipinto di José María Rodríguez de Losada)

Nella tarda primavera del 984, le terre della Cea e la Contea di Saldaña riconobbero Bermudo Ordóñez come Re di León. La guerra tra Bermudo Ordóñez e Ramiro III non si concluse fino alla morte di Ramiro III, quando Bermudo Ordóñez divenne l'unico sovrano del Regno di León, prendendo il nome di Bermudo II di León.

Nel 984, appena incoronato, il Re Bermudo II di León si mise sotto la protezione del Califfo di Cordova, per proteggersi dal Contea di Castiglia e dalle ribellioni dei suoi nobili del suo Regno. Così che, alla prima rivolta dei nobili, il Visir Almanzor inviò le sue truppe in aiuto del Re di León.

Le truppe di Almanzor, una volta domata la rivolta, rimasero nel Regno di León, che quindi dal 985 divenne tributario di al-Andalus. La conseguenza fu che gli eserciti di Almanzor si acquartierarono nel Regno di León come forze di occupazione, sino a quando non furono espulsi con la violenza nel 987.

La reazione di Almanzor fu rabbiosa: prima distruse Coimbra, poi avanzò su León, la assediò e la rase al suolo. Il Re Bermudo II allora si rifugiò a Zamora, per poi fuggire a Lugo, ma entrambe le città furono conquistate e saccheggiate. Non ancora soddisfatto, Almanzor conquistò Gormaz, Coruña del Conde, Astorga, Castro Bergidum e Santiago de Compostela.


985: l'attacco a Barcellona

Nella primavera del 985, Almanzor, Visir del Califfo Al Hakam II, preparò una spedizione contro Barcellona. La Contea di Barcellona aveva alle sue spalle il potente Impero Carolingio, ma Almanzor conosceva il declino dell'Impero dei discendenti di Carlo il Calvo a causa della dispersione feudale, che era stato il risultato della stessa autonomia della Contea di Barcellona.

Quindi l'esercito di Almanzor scorazzò nelle Contee del Conte Borrell II di Barcellona da oriente a levante facendo grandi razzie. Il Conte Borrell II cercò di contenerlo, subì una tremenda sconfitta ma si presentò sotto le mura romane difendendo ancora la città. La città di Barcellona ebbe a soffrire il danno maggiore perché fu distrutta e saccheggiata dai musulmani che uccisero molti suoi cittadini molti altri furono fatti prigionieri.

Allora il Conte Borrell II di Barcellona si rivolse al Re Lotario di Francia, di cui era formalmente vassallo, per ottenere aiuto contro l'aggressione musulmana, ma ne ottenendone un rifiuto. Anche per questo motivo nel 988 rifiutò di rinnovare il patto di vassallaggio al nuovo Re di Francia, Ugo Capeto, sancendo così l'indipendenza della Contea di Barcellona dal Regno dei Franchi.


988: la distruzione di León

Nel 987 il Re Bermudo II di León espulse dal suo Regno l'esercito di occupazione e ruppe la sua alleanza con Almanzor. La risposta fu travolgente. Nello stesso anno Almanzor conquistò Coimbra, che rimase disabitata per sette anni; nel 988, prese la città di León, difesa dal Conte Gonzalvo, che era così malato che si fece trasportare in battaglia in una lettiga. La città fu distrutta e tutti i soladati della guarnigione furono uccisi. Il Conte Gonzalvo fu ucciso nella stessa lettiga. Delle mura di León rimase in piedi solo una torre, a testimonianza che lì c'era stata León, la città romana, capitale dei successori dei Re Goti.

Vennero consegnati alle fiamme anche i monasteri di Sahagún ed Eslonza, mentre il Re Bermudo II di León si rifugiò a Zamora, per poi fuggire ancora quando la città fu presa e saccheggiata. I Conti di León accettarono la sovranità di Almanzor e il Re Bermudo II dovette rifugiarsi nelle Asturie, ultimo asilo dell'indipendenza dei cristiani.


989: l'invasione della Contea di Castiglia

Nel giugno del 989 Almanzor, accompagnato da suo figlio Abdallah, invase la contea di Castiglia e mise sotto assedio Gormaz. Durante l'assedio morì il Vescovo Nuño Vela di Valpuesta, Abdallah disertò e si consegnò al Conte di Castiglia e vi furono pesanti perdite su entrambi i lati. Poi Almanzor occupò Osma in agosto e Alcoba de la Torre in ottobre, saccheggiando la regione per poi ordinare la ritirata all'avvicinarsi dell'inverno.

Nel 990 Almanzor ritornò in Castiglia per cercare di riprendere suo figlio Abd Allah, ma il confine era ben difeso, e dovette rinunciare alla guerra e aprire negoziati: offriva la pace in cambio di suo figlio. Il Conte di Castiglia García Fernandez accettò la pace e consegnò Abdallah ad Almanzor a condizione che rispettasse la sua vita. Ma così non fu: l'8 settembre dello stesso anno Almanzor fece decapitare suo figlio Abdallah.

successivamente Almanzor, indusse Sancho, il figlio del Conte di Castiglia García Fernandez, a ribellarsi contro suo padre; sotto la copertura di questa ribellione, Almanzor catturò San Esteban de Gormaz e Clunia. Il conte García Fernández fu fatto prigioniero trasferito a Cordova.


992: la pace tra Al Andalus e la Navarra

Il Re García I Sánchez di Navarra era morto il 22 febbraio 970 e gli era subentrato come Re di Navarra e Conte di Aragona suo figlio Sancho II Garcés, detto “Abarca”.


Sancho II Garcés

Visto che contro Al Andalus, che con le armi non era riuscito ad ottenuto alcun risultato, il Re Sancho II Garcés di Navarra si recò a Cordova per incontrare Almanzor, da cui riuscì ad ottenere un trattato di pace, dandogli in moglie sua figlia Urraca e da questo matrimonio era nato Abderramán Sanchuelo.

Malgrado il matrimonio tra Urraca e Abderramán, nel 990 la Navarra subì altri attacchi da parte delle truppe di Al Andalus, per cui, nel 992, il Re di Navarra si recò ancora una volta a Cordova, dove incontrò Almanzor con il quale firmò un nuovo trattato di pace.

Anche il Re Bermudo II di León diede sua figlia Teresa in moglie ad Almanzor. Questa principessa che accettò la sua disgrazia con notevole dignità e, alla morte di Almanzor, tornò in patria e prese il velo in un monastero in Oviedo.


992: Raimondo Borrell, Conte di Barcellona

A partire dal 988 il Conte Borrell II di Barcellona condivise il governo delle sue Contee coi figli Raimondo Borrell e Ermengol.

Borrell II morì il 30 settembre 992, lasciando a Ermengol la Contea di Urgel e a Raimondo Borrell le Contee di Barcellona, Girona e Osona. Tra il 1000 e il 1002 il Conte Raimondo Borrell subì diverse incursioni da parte del Visir Almanzor.


994: il Re García II Sánchez di Navarra

Il Re Sancho II Garcés di Navarra morì nel 994, lasciando il Regno di Navarra e la Contea di Aragona al figlio primogenito García Sánchez.

Appena divenuto Re di Navarra, García II Sánchez rifiutò di pagare il tributo al Califfo di Cordova, cercando in questo modo di liberarsi del vassallaggio nei confronti di Al Andalus che suo padre aveva accettato; ma, dopo essersi scontrato con Almanzor nel 996, fu costretto a recarsi a Cordova, per chiedere la pace.


995: il Conte Sancho Garcia di Castiglia

Nel 990 Almanzor indusse Sancho Garcia, figlio del Conte di Castiglia García Fernandez, a ribellarsi contro suo padre; sotto la copertura di questa ribellione, Almanzor catturò San Esteban de Gormaz e Clunia. Il conte García Fernández fu fatto prigioniero e, nel 995, morì durante la sua prigionia a Cordova.

Sancho Garcia gli successe nel titolo di Conte di Castiglia, continuando a riconoscere ai sovrani del León, una superiorità giuridica. In quello stesso anno per mantenere buoni i rapporti con Almanzor, gli diede in moglie la sorella Oneca Garces.


997: la distruzione di Santiago di Compostela

Nel 991 Almanzor rinunciò al titolo di hachib in favore di suo figlio Abd al-Malik, e nel 996 si assegnò il titolo sovrano di “malik Karim” (nobile Re). In questo ultimo anno, Almanzor scoprì una cospirazione di palazzo organizzata Sobh, madre del Califfo e sua ex complice, che si fece confermare come unica Reggente del Califfato.

La spedizione più famosa di Almanzor fu quella al Santuario di Santiago di Compostela, la cui fama si estendeva non solo all'intero cristianesimo, ma era giunta anche nel mondo musulmano. Almanzor progettò un attacco alla città di Santiago de Compostela e, alla testa della sua cavalleria, si mise incammino il 3 luglio 997.

A Viseo andarono a rendergli omaggio i Conti suoi vassalli e a Oporto si unì la fanteria che aveva fatto il viaggio via mare. Le uniche difficoltà di Almanzor furono quelli giunti via terra, cioè i mercenari cristiani. Dopo aver razzziato Iria e Padrón, arrivarono a Compostela l'11 agosto. Qui trovarono solo un anziano monaco che pregava sulla tomba dell'Apostolo Giacomo il Maggiore. Almanzor gli lasciò continuare la sua preghiera in pace e ordinò che non venisse profanata la tomba di un personaggio venerato anche nell'Islam.

Dopo aver distrutto la città Santa e saccheggiata la campagna, Almanzor tornò a Cordova. Seguiva il suo esercito una lunga fila di prigionieri cristiani, che trasportavano le porte e le campane delle chiese di Compostela, destinate ad essere trasformate in lampade per la moschea di Cordova.