I Regni di Taifa

Nel 1009 la dinastia Califfale Omayyade, che per anni era stata sotto il potere del Visir Almanzor e dei suoi figli, entrò crisi dando il via ad un periodo di due lunghi decenni di guerra civile che si conclusero nel 1031 con la deposizione del Califfo Hisam III.


la Penisola Iberica nel 1040; in verde i Regni di Taifa

La guerra civile portò alla frammentazione del Califfato e alla creazione dei Regni di Taifa indipendenti.

Alcuni Regni di Taifa erano già nati tra il 1009 e il 1003 (Almería, Badajoz, Denia, Granada, Huelva e Toledo), altri ancora nacquero durante la guerra civile (Murcia, Alpuente, Arcos, Carmona, Morón, Silves, Tortosa, Valencia e Saragozza). Questi piccoli Regni si chiamavano “Taifa” di derivazione dall'arabo “ta ifa” (divisione, partito, fazione).

Dopo la deposizione del Califfo, il governo di Al Andalus fu gestito da un Consiglio di Stato che decretò la soppressione definitiva del Califfato, che veniva sostituito da un consiglio di Stato permanente che avrebbe dovuto governare su tutto il territorio di Al Andalus.

Ma quando a Granada fu proclamata la repubblica, tutte le province di Al Andalus, che ancora non erano autonome, proclamarono la loro indipendenza. Nacquero quindi le Taifa di Albarracín, Algarve, Algeciras, Arcos, Baleari, Calatayud, Ceuta, Cordova, Lisbona, Lorca, Málaga, Melilla, Mértola, Molina, Murviedro, Niebla, Ronda, Segorbe, Siviglia e Tudela

Ogni Regno di Taifa, all'inizio, si identificava con una famiglia, clan o dinastia: così si ebbe il Regno di Taifa degli Amiridi a Valencia; dei Tugibidi a Saragozza; degli Aftasidi a Badajoz; dei Birzalidi a Carmona; degli Ziridi a Granada; degli Hammudidi ad Algeciras e a Málaga; e degli Abbadidi a Siviglia.

Con il passare degli anni i Regni di Taifa di Siviglia (che aveva conquistato tutta l'Andalusia occidentale e parte di quella orientale), Badajoz, Toledo e Saragozza, costituirono le potenze islamiche della penisola iberica.

I Regni di Taifa si mantennero indipendenti, sino al 1091, quando l'impero Almoravide del Nordafrica li conquistò e li inglobò.

I più potenti Regni di Taifa furono quelli di Toledo, Siviglia e Saragozza, che basavano la loro stabilità su una fertile agricoltura, mentre i Regni di Taifa di levante si basavano sul commercio marittimo. Presto i Regni più piccoli dimostrarono delle debolezze e carenze strutturali, divenendo facile preda dei più capaci a intraprendere una politica di espansione.

I Re dei Regni di Taifa necessitavano di consistenti risorse per mantenere i loro eserciti, prevalentemente composti da mercenari. La ricerca di alleanze straniere era pertanto necessaria, costringendo i R e delle Taifa a negoziare con i cristiani, politica che a medio termine si rivelò pericolosa, dal momento che l'aiuto cristiano andava pagato con alte somme di denaro.

Il bisogno di capitali provocò un aumento della pressione fiscale e delle crisi economiche che influenzarono negativamente la capacità di mantenere la difesa del territorio.


vita quotidiana in Al Andalus

Tra le più importanti e potenti dinastie di questo periodo ci fu quella degli Abbadidi di Siviglia, alla cui testa c'era Al Mutamid ibn Abbad (1069-1091), di origine araba yemenita, il quale riuscì ad annettere parecchi Regni di Taifa del sud, compreso quella di Cordova.

Nella vasta Taifa di Saragozza, governava la famiglia araba dei Banu Hud. Nella Taifa di Almería governava la famiglia di origine yemenita dei Banu Sumadih. Il più importante Regno di Taifa del centro Al Andalus, Toledo, venne governato da diverse generazioni dei Dhu l Num, di origine berbera. Berberi erano anche i Re delle Taifa di Badajoz, di Carmona, di Málaga e di Granada.

In qualche modo, le dinastie che governavano i più potenti Regni di Taifa aspiravano a riunire nuovamente lo Stato di Al Andalus: il caso più notevole fu quello di Siviglia che si estese a scapito delle Taifa di Badajoz e di Carmona. Ma, nonostante queste volontà espansionistica, i Re della Taifa di Siviglia fallirono nella riunificazione. Il peggioramento della situazione politica divenne evidente con l'avanzata dei cristiani, soprattutto Fernando I di Castiglia e León e suo figlio Alfonso VI, conquistatore di Toledo (1085).

La caduta di Toledo sconvolse i Re delle Taifa di Siviglia, Badajoz e Granada, che unirono le forze per chiedere aiuto al Sultano Almoravide Yusuf ibn Tasufin. Lingresso del Sultano nella penisola iberica e la vittoria che ebbe sulle truppe cristiane nella Battaglia di Sagrajas, riuscì a fermare l'avanzata cristiana, ma aprì le porte a un nuovo conquistatore, proprio il Sultano Almoravide, che annesse ciò che rimaneva di Al Andalus al suo regno dell'Africa del Nord.