dal 1088 al 1097


1088: Il secondo sbarco di Yusuf ibn Tasufin in Al Andalus

Dopo il suo successo, Yusuf ibn Tasufin tornò nel Maghreb, dove nel frattempo era morto il suo erede Yusef. In Al Andalus lasciò 3.000 cavalieri. Subito i cristiani ritornarono alle loro scorribande, ora anche nel levante, dove, nei dintorni di Valencia, operava El Cid dal 1087, e nelle terre di Murcia, dove i castigliani si stabilirono nel castello di Aledo, da dove devastavano le zone circostanti.

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nobile Almoravide

Una delegazione dei Regni di Taifa di Valencia, Murcia, Lorca e Baza e anche di Siviglia, ritornò nuovamente a chiamare l'Emiro Almoravide, che ritornò a sbarcare in Algeciras a metà giugno del 1088. Yusuf ibn Tasufin tornò a richiamare tutta Al Andalus per la guerra santa contro Aledo che mise sotto assedio cuna strana macchina a forma di elefante. Ma i musulmani non presero Aledo, che i cristiani evacuarono dopo averla incendiata.

Il fallimento dell'assedio rivelò tutti i mali della situazione dei Regni di Taifa: le loro divisioni, i litigi, i loro interessi che li facevano oscillare tra gli Almoravidi e Alfonso VI, nel novembre 1088 convinsero Yusuf ibn Tasufin a ritornare nel Maghreb, lasciando i Re di Granada e di Siviglia, e forse anche quello di Badajoz, a ritornare ai loro compromessi con il Re Alfonso VI di Castiglia e León. Comunque, prima di partire, l'Emiro inviò a Valencia due colonne, la prima di circa 4.000 cavalieri, e la seconda al comando di suo figlio, il Principe Muhammad ibn Tasufin.

Da allora, fino al terzo sbarco di Yusuf ibn Tasufin nella penisola, passarono due anni e, in questo periodo, la crisi dei Regni di Taifa si approfondì; sino a quando l'Emiro Almoravide decise di conquistare Al Andalus.


1090: La fine dei Regni di Taifa

Nell'estate del 1090 Yusuf ibn Tasufin attraversò lo stretto con i suoi eserciti. Nel mese di settembre rovesciò il Re della Taifa di Granada, mentre i Re di Siviglia e Badajoz si congratularono con lui e gli cedettero i loro Regni.


il Re Alfonso VI di León e Castiglia

Un mese più tardi, gli Almoravidi occuparono la Taifa di Málaga; il Re Abdallah di Málaga fu deportato nel Maghreb, dove tornò anche Yusuf ibn Tasufin, lasciando suo nipote Sir ibn Abi Bakr a capo dei nuovi territori e dei progetti di conquista, con eccellente pianificazione militare.

La Tarifa fu occupata dagli Almoravidi nel dicembre 1090. Il corpo principale del loro esercito, comandato da Sir ibn Abi Bakr, conquistò Siviglia, mentre un distaccamento, comandato da Muhammad ibn Hayy, prese Cordova; un altro distaccamento, sotto gli ordini di Abu Zakariyyza ibn Wanisu, attaccò Almeria, ed un altro, guidato da Garrur, prese Ronda.

Cordova caddde il 27 marzo del 1091. Gli Almoravidi poi avanzarono verso la terra levantina, dove dovettero affrontare sia la resistenza di Al Andalus che i cristiani che avevano rioccupato Aledo; nel giugno dello stesso anno gli Almoravidi entrarono in Murcia, e nel 1092, Denia e Játiva gli aprirono le porte.

Più al nord, El Cid interruppe la loro avanzata per pochi anni, sebbene le truppe Almoravidi attaccarono Valencia nel 1092. Questo truppe furono costrette da El Cid a ritirarsi nel settembre 1093, mentre egli spinse il suo assedio, per impadronirsi di Valencia il 15 giugno 1094.

Poi gli Almoravidi continuarono la loro avanzata. Al centro occuparono Jaén e ovest tutto il territorio della Taifa di Siviglia, però a est resisteva la Taifa di Badajoz. Al Mutawakkil, Re di questa Taifa, per avere la sua protezione, cedette ad Alfonso VI le città di Santarém, Lisbona e Cintra, ma presto fu attaccato dalle truppe Almoravidi, che conquistarono la Taifa, raggiungendo Lisbona nel novembre 1094.


1094: Il Re Pietro I di Aragona

Sancho Ramírez, Re d'Aragona e di Navarra e Conte di Sobrarbe e Ribagorza, morì il 4 giugno 1094, colpito da una freccia, all'assedio di Huesca. Suo figlio Pietro I subentrò al padre in tutti i suoi titoli.


la Battaglia di Alcoraz

Come aveva fatto suo padre, Pietro I di Aragona continuò a tenere Huesca sotto assedio. Nel 1096, Al Musta'in II, Re della Taifa di Saragozza da cui Huesca dipendeva, decise di portare soccorso alla città, per cui, con un esercito, da Saragozza si diresse verso Huesca, nei pressi della quale, il 19 novembre 1096, avvenne lo scontro conosciuto come la “Battaglia di Alcoraz”.


Pietro I d'Aragona e San Giorgio nella Battaglia di Alcoraz

Dopo una iniziale superiorità delle truppe musulmane, la vittoria arrise alle truppe aragonesi guidate da Pietro I, che il 26 novembre riuscì finalmente a conquistare la città di Huesca.

La leggenda si impadronì quasi subito dell'avvenimento e già nel XIII e la vittoria fu attribuita al fatto che a capovolgere le sorti della battaglia fosse stato l'intervento di San Giorgio a fianco di Pietro I d'Aragona.

Con la sua politica aggressiva contro i Mori, Pietro I d'Aragona consolidò la supremazia militare delle truppe cristiane sulle musulmane e, per le sue campagne di Reconquista, ricevette dal Papa Pasquale II tutte le indulgenze che spettavano ai Crociati in Terra Santa.


1096: La battaglia di Bairén

Nel 1096 Pietro I d'Aragona si alleò con El Cid con il proposito di fermare insieme l'avanzata degli Almoravidi; cosa che avvenne alla battaglia di Bairén. Nel 1101 Pietro I prese Barbastro e Sariñena e tentò inutilmente di occupare Saragozza e nel 1104 assediò Tamarite de Litera. Pietro I d'Aragona morì il 28 settembre 1104 senza lasciare eredi, per cui gli successe il fratellastro Alfonso I.


1097: la battaglia di Consuegra

Un'ossessione di Yusuf ibn Tasufin era quella di prendere il centro della penisola e, sbarcando in Al Andalus per la quarta volta, nel 1097, preparò una spedizione via terra per Toledo.

Vista l'inarrestabile avanzata di Yusuf ibn Tasufin, Alfonso VI decise di sfidarlo a Consuegra, ma la carenza di truppe lo costrinse a chiedere rinforzi a El Cid Campeador, il quale li inviò al comando del suo unico figlio, Diego Rodriguez.

Diego Rodriguez arrivò con i rinforzi ma, poco dopo, cadde un'imboscata dagli Almoravidi. Diversi soldati cadddero in battaglia, molti tornano a Valencia e i pochi rimasti marciarono con Diego Rodriguez sino a Consuegra.

Riunite le sue forze al castello di Consuguera, Alfonso VI ne fece rinforzare le mura e aspettò gli Almoravidi che presto sarebbero arrivati.

Alfonso VI mette nominò l'esperto Alvar Hànez come comandante della cavalleria, e incaricò il Conte García Ordóñez, con la sua cavalleria, di proteggere Diego Rodriguez.

Poi la fanteria cristiana si diresse contro gli Almoravidi, supportata da un contingente di cavalleria. I cristiani riuscirono a rompere le prime fila degli Almoravidi, ma le ali formate da cavalieri, circondò i cristiani.


castello di Consuegra

Alfonso VI ordinò la ritirata durante la quale il Conte García Ordóñez non aiutò Diego Rodriguez, circondato dagli Almoravidi, il quale cadde morto.

Alfonso VI si rifugiò all'interno del castello, un baluardo inespugnabile in cima alla collina. Per sette giorni, senza acqua e cibo, e con solo poche centinaia di uomini, Alfonso VI resiste all'assedio dei Mori che tentavano di scalare le mura. L'ottavo giorno gli Almoravidi, soffocati dal caldo e temendo l'arrivo dei rinforzi cristiani, tolsero l'assedio e si ritirarono.

Alfonso VI perse molti uomini, ma uno spiccava su tutti: Diego Rodriguez, figlio di El Cid, il cui coraggio, la dedizione e la morte si commemora ogni anno dal 1997 a Consuegra.

Yusuf ibn Tasufin non riuscì ad aprire un passaggio verso la Marca Superiore, dove resistevano le Taifa di Albarracín e di Alpuente, e la maggior parte delle Taife della valle del fiume Ebro, con capitale a Saragozza, Lérida e Tortosa.


1097: Gli ultimi anni di Alfonso VI di León

Nel 1088 Alfonso VI conquistò il castello di Aledo, ottenendo la sottomissione di tutti i Regni di Taifa della zona. Nel 1090 l'Emiro Almoravide Yusuf ibn Tasfin attaccò il castello di Aledo, che resistette ma subì tanti e tali danni che Alfonso VI lo giudicò indifendibile, lo rase al suolo e lo abbandonò.

Nel maggio del 1092, Raimondo di Borgogna sposò Urraca ed Enrico sposò Teresa, divenendo entrambi generi del Re Alfonso VI di León e Castiglia. L'anno successivo, Alfonso VI concesse il governo del Regno di Galizia a Raimondo di Borgogna, mentre ad Enrico, dopo averlo investito della signoria di Braga, concesse la Contea di Portogallo, in sottordine a Raimondo. In seguito Alfonso VI nominò Raimondo di Borgogna governatore di Toledo e Conte di Grajal.

Nel 1097 le truppe castigliane contrattaccarono gli Almoravidi nella zona di Toledo e riuscirono ad occupare il castello di Consuegra, che tennero per otto giorni, ma nella battaglia che avvenne il 15 agosto, le truppe dell'Emiro di Cordova ebbero la meglio su quelle di Alfonso VI.

Il Conte Enrico di Borgogna, stabilita la sua residenza a Guimarães, governò la Contea del Portogallo praticamente in autonomia dal regno di Galizia, difendendola dagli attacchi dei Mori, sconfiggendoli in parecchie battaglie.

Nel 1097 fu investito della contea di Tordesillas, poi, dopo aver subito una sconfitta a Malagón ad opera dei Mori nel 1100, fu alla corte di Alfonso VI; successivamente si recò in Palestina ed infine alternò la sua presenza tra Coimbra, nella gestione della Contea, e la Corte di Alfonso VI.

Negli ultimi anni del suo regno Alfonso cercò di impedire il consolidamento degli Almoravidi, ma senza successo. I Regni di Taifa furono occupati da questi ultimi, che guidati dal nuovo Emiro Ali ibn Yusuf, nel 1108 sconfissero nuovamente le truppe di Alfonso VI, a Uclés, dove perse la vita l'erede al trono Sancho Alfonsez. Alfonso VI morì a Toledo nel 1109. Gli succedette la figlia Urraca.

Raimondo di Borgogna era convinto di succedere ad Alfonso VI sul trono di León e Castiglia ed aveva convenuto con Enrico che, al momento della successione, gli avrebbe lasciato il Regno di Galizia. Ma le cose poi andarono diversamente: Raimondo di Borgogna, morì nel 1107 e Alfonso VI, che morì nel 1109, lasciò unica erede la figlia Urraca, deludendo Enrico che si aspettava il Regno di Galizia.