dal 1109 al 1128


1109: il secondo sbarco di Alí ibn Yusuf in Al Andalus

La vittoriosa politica di Alí ibn Yusuf in Al Andalus fu favorita dalla crisi che attraversava il Regno di Castiglia e León iniziata alla morte di Alfonso VI nel 1109 e durata fino al 1126, anno della proclamazione di Alfonso VII, che comunque fino al 1131 non riuscì a pacificare completamente il paese.

Nel 1109, dopo la seconda venuta dell'Emiro in Al Andalus, gli Almoravidi riuscirono a prendere la fortezza di Talavera, ma Alvar Hañez è si rinchiuse nella capitale del Tajo e l'Emiro dovette ritirarsi dopo un mese d'assedio senza raggiungere l'obiettivo. Nel 1110, l'occupazione di Saragozza e delle isole Baleari ebbero una forte carica simbolica, perché rappresentavano il momento di massima espansione territoriale dell'Impero Almoravide, che, a quel tempo, aveva unificato i territori del Maghreb e della penisola iberica, dalla valle del fiume Ebro al fiume Niger.


1111: la guerra civile tra Castiglia e Navarra

Nel 1009 il Re di Aragona e Navarra, Alfonso I il Battagliero, aveva sposato Urraca, Regina di León e Castiglia ed era stato proclamato Re consorte di Castiglia e di León; ma tra i coniugi scoppiarono subito delle ostilità che portarono ad una guerra civile che si concluse con lo scioglimento del matrimonio nel 1114.

Nel 1111, dopo aver perso Santarem ad opera dei Mori, Enrico di Borgogna rinnovò l'alleanza con Alfonso I il Battagliero e, il 26 ottobre, i due alleati sconfissero la Regina Urraca a Candespina.

I nobili castigliani però, che non sopportavano più Alfonso I, convinsero Urraca ad impegnarsi a consegnare una parte del Regno di León e Castiglia ad Enrico di Borgogna ed alla sorellastra Teresa, per cui le alleanze furono ribaltate e, nel 1112, unendo le loro forze, Enrico di Borgogna e la Regina Urraca assediarono Alfonso I il Battagliero a Peñafiel.


la penisola Iberiva ne 1110 (in verde Al Andalus)

A questo punto, a Peñafiel giunse Teresa, moglie di Enrico di Borgogna e sorellastra di Urraca, per sollecitare la Regina a mantenere la promessa fatta ad Enrico di consegnargli il Regno di Galizia, per l'aiuto che gli dava nella guerra contro il marito Alfonso I il Battagliero. In un primo momento Urraca acconsentì ma poi decise di riappacificarsi col marito e annullare il patto fatto con Enrico e Teresa.

Il 22 maggio del 1112, però Enrico, combattendo ancora per Urraca, morì nell'assedio della città di Astorga. Teresa, vedova di Enrico di Borgogna, si precipitò a corte per reclamare i diritti sulla Contea del Portogallo che spettavano a lei ed all'unico figlio maschio sopravvissuto al padre, Alfonso Henriquez, il futuro Conquistatore, di circa tre anni.

Non ottenendo soddisfazione, accusò la sorellastra di voler avvelenare il marito; l'accusa probabilmente non era del tutto infondata perché Alfonso I il Battagliero si stava separando dalla moglie senza perderne i possedimenti. Ma i nobili ed i cittadini leonesi e castigliani si schierarono con la Regina e Alfonso I fu costretto a rientrare in Aragona. Nel 1114, fu sancita la separazione tra Urraca e Alfonso I il Battagliero, mentre l'anno dopo il matrimonio fu annullato per consanguineità. Lo scioglimento del matrimonio fu concesso dal Papa Pasquale II che, dichiarato nullo il matrimonio, lasciò a Urraca il regno di León e Castiglia.

La separazione, avvenuta nel 1114 diede inizio a un periodo di profonda instabilità nel regno, in una situazione di confusa guerra civile tra i sostenitori della Regina Urraca, di Alfonso I il Battagliero, di Alfonso, figlio di Urraca e di Raimondo di Borgogna e la Contessa Teresa del Portogallo, con continui cambi di alleanza tra le varie fazioni e il succedersi di ribellioni che si accesero nelle varie città del Regno, le più importanti delle quali a Sahagún nel 1115 e a Santiago di Compostela tra il 1116 e il 1117.

Nel 1121, Diego Gelmirez, Arcivescovo di Santiago de Compostela, organizzò un complotto con la complicità del Conte Fernando Peres di Trava, al quale partecipò anche Teresa, per mettere Alfonso Raimundez sul trono di di León e Castiglia al posto di sua madre la Regina Urraca, che immediatamente attaccò la sorellastra occupando la Contea del Portogallo sino al fiume Duero.

La fase di instabilità perdurò fino alla morte della Regina avvenuta nel 1126 in un castello nella località di Saldaña. Gli succedette il figlio Alfonso Raimundez con il nome di Alfonso VII di Castiglia.


1114: La prima conquista di Maiorca

Per porre fine alla pirateria lungo le coste italiane e della Sardegna, Papa Pascale II autorizzò l'Arcivescovo di Pisa a organizzare una Crociata contro i musulmani di Maiorca. Egli è stato aggiunto Alla flotta iniziale, costituita da navi e contingenti di Pisa, Firenze, Lucca, Siena, Roma e altre città, si aggregò una flotta guidata dal Conte Raimondo Berengario III di Barcelona. La spedizione partì dal porto di Barcellona alla fine di giugno dal 1114.

La flotta sbarcò per la prima volta sull'isola di Ibiza, la cui capitale fu conquistata l'11 agosto dello stesso anno, dopo un assedio di 30 giorni. Dopo aver distrutto le fortificazioni e liberati i prigionieri cristiani, da Ibiza i conquistatori partirono per Maiorca.

Dopo lo sbarco sull'isola di Maiorca, il 24 agosto e un primo assalto da parte delle forze musulmane, l'esercito cristiano pose l'assedio alla città di Palma. L'assedio durò per tutto l'inverno, causando grande devastazione sia tra gli assediati che tra gli assedianti. Infine la città fu conquistata tra il 22 febbraio e il 3 aprile 1115.

Tuttavia, né Raimondo Berengario III né i suoi alleati Pisani pensarono a consolidare la conquista. L'isola non non fu ripopolata da cristiani e Raimondo Berengario III dovette tornare presto a Barcellona per difendersi dagli attacchi degli Almoravidi. Infine, una flotta di Almoravidi riconquisò Maiorca alla fine del 1116.


1117: il terzo sbarco di Alí ibn Yusuf in Al Andalus

Nel 1117, Alí ibn Yusuf sbarcò per la terza volta in Al Andalus, con l'intenzione di tornare a condurre la guerra santa contro i cristiani. Sebbene fosse riuscito a recuperare Coimbra, dopo alcune settimane la città fu abbandonata. Il fallimento di questa campagna segnò l'inizio del declino degli Almoravidi.

La prima battuta d'arresto importante fu la perdita di Saragozza che, il 18 dicembre 1118, passò nelle mani dei cristiani e fu la prima perdita territoriale degli Almoravidi nella penisola.


Alí ibn Yusuf e i suoi consiglieri

Negli stessi anni si cominciò a manifestare il rifiuto della popolazione di Al Andalus per il predominio politico degli Almoravidi, causato in parte dal forte contrasto sociale e culturare esistente tra la società indigena e i berberi nordafricani.

La prima manifestazione di questo fenomeno fu la rivolta di Cordova del 1121, provocata da un incidente tra un membro delle milizie Almoravidi e una donna di Cordova, che si concluse con l'espulsione del governatore locale e il saccheggio del suo palazzo. L'Emiro Alí ibn Yusuf non esitò ad inviare un contingente contro la città di Cordova, ma l'intervento dei Faqih di Cordova, che difesero la posizione dei loro concittadini, impedì che la vicenda finisse in un bagno di sangue


1120: La battaglia di Cutanda

Nel 1118 fu celebrato il concilio di Tolosa che decise una Crociata per la liberazione di Saragozza dai Mori. All'impresa parteciparono anche cavalieri francesi, e a maggio dello stesso anno fu posto l'assedio della città. Saragozza cadde il 18 dicembre e divenne la capitale del regno d'Aragona. In quel periodo Alfonso I il Battagliero conquistò anche Fuentes de Ebro, Tudela, Cervera, Tarazona, Magallón, Borja, Alagón, Novillas, Mallén, Rueda ed Épila.

Nel 1119 il Re Alfonso I d'Aragona e Navarra ripopolò Soria ed i suoi dintorni ma, dopo aver posto l'assedio a Calatayud, dovette far fronte ad un esercito di Almoravidi, che sconfisse nella battaglia di Cutanda, poi tornò a Calatayud e la conquistò; inoltre, nel 1120, occupò Bubierca, Alhama de Aragón, Ariza e Daroca.


1125: L'incursione di Alfonso I d'Aragona

Nel 1125 il Re Alfonso I d'Aragona, fece una profonda incursione nel territorio musulmano, che gli Almoravidi non riuscirono a respingere se non dopo quindici mesi. Con un contingente di circa 4.000 cavalieri arrivò sino a Granada, che però non riuscì a prendere, da dove partì per la campagna di Cordova, nel cuore del dominio musulmano, dove sconfisse le truppe del generale Tamim nel marzo 1126 vicino a Lucena (Cordova). Nonostante questa dimostrazione di forza, i cristiani erano ancora non in grado di mantenere posizioni avanzats in territorio musulmano, così Alfonso I d'Aragona si ritirò, accompagnato da un notevole contingente di coloni cristiani, che ritornarono con lui in Aragona.

Questa incursione ebbe gravi conseguenze per la popolazione cristiana del sud di Al Andalus. Una sentenza giuridica di Ibn Rusd, un eminente Faqih di Cordova, nonno del celebrato filosofo Averroè, servì come giustificazione legale per la deportazione di molti cristiani nell'Africa del Nord, accusati di aver supportato la spedizione del Re dìArago, rompendo così il patto che li legava allo stato musulmano come “protetti”.


1126: Alfonso VII, l'Imperatore, Re di León e Castiglia


Alfonso VII del León
(dipinto di José María Rodríguez de Losada)

Nel 1126, quando Alfonso Raimundez salì al trono di León e Castiglia con il nome di Alfonso VII, Teresa, la Contessa del portogallo zia del Re Alfonso VIII, non riconobbe quest'ultimo come suo superiore.

Allora, nella primavera del 1127, Alfonso VII attaccò il Portogallo ed in sei settimane obbligò la Contessa Teresa del Portogallo a riconciliarsi con Alfonso VII e riconoscere la sua supremazia.

Artefice della riappacificazione fu Diego Gelmirez, Arcivescovo di Santiago de Compostela, ma i nobili portoghesi ritennero altrettanto responsabile il Conte Fernando Peres di Trava, che era divenuto anche Conte di Oporto e di Coimbra, ed i baroni galiziani che governavano con Teresa.

All'inizio del 1128, il figlio di Teresa, il diciottenne Alfonso Henriques, rese pubblica la sua intenzione di non riconoscersi vassallo del Re Alfonso VII di León e Castiglia; tutti i nobili a sud del fiume Minho appoggiarono Alfonso Henriques contro la madre, oramai vassalla di Alfonso VIII.

La Contessa Teresa del Portogallo, con l'aiuto del Conte Fernando Peres di Trava, mise insieme un esercito che si diresse verso Guimarães, dove era suo figlio e i nobili portoghesi ribelli; lì avvenne la “Battaglia di San Mamede”, dove Teresa e Fernando Peres furono sconfitti ed espulsi dal Portogallo.