dal 1139 al 1145


1139: Gli scontri tra Castiglia e Portogallo

Nel 1137 Alfonso VII, Re di León e Castiglia e il Conte Alfonso Henriquez del Portogallo, attaccarono contemporaneamente la Navarra e la Galizia; ma Alfonso VII si rivolse prima contro la Navarra dove sconfisse García IV Ramírez, e poi si mosse verso la Galizia che nel frattempo era stata abbandonata dal Conte Alfonso Henriquez che era corso al sud della sua Contea perché attaccata dai Mori.

Poco dopo il Conte Alfonso Henriquez del Portogallo, appoggiò una rivolta galiziana contro il Re Alfonso VII di León e Castiglia. Ma quando, dopo la vittoria di Cerneja sulle truppe leonesi, stava per annettere la Galizia al Portogallo, i Mori attaccarono il sud della Contea del Portogallo e occuparono la fortezza di Leiria; allora Alfonso VII invase il Portogallo e indusse il cugino e tutti i suoi baroni del Portogallo alla sottomissione.


11139: L'assedio di Oreja

Nel mese di aprile del 1139, dai fratelli Gutierre e Rodrigo Fernández, entrambi governatori sulla frontiera agli ordini del Conte Alfonso Henriquez del Portogallo, misero sotto assedio la città di Oreja.

Mentre i fratelli Fernández cominciavano l'assedio, il Conte Alfonso Henriquez partì per Oreja con un gran numero di truppe di fanteria. e dei genieri esperti nella costruzione di macchine d'assedio.

Quando le riserve d'acqua della citta si esaurirono e gli effetti della fame cominciarono a farsi sentire la città si arrese.


11139: Il miracolo di Ourique

Il 25 Luglio del 1139 il Conte del Portogallo Afonso Henriquez sconfisse gli Almoravidi guidati da Alí ibn Yusuf nella “battaglia di Ourique”

Durante la battaglia, nonostante il fatto che le forze portoghesi erano in forte inferiorità numerica, riuscirono a sconfiggere gli Almoravidi, portando alla vittoria di Afonso Henriquez e alla sua successiva proclamazione come Re dei portoghesi.


Il miracolo di Ourique (dipinto di Domingos Sequeira)

Nelle cronache successive sulla battaglia, si parlò di un miracoloso intervento di San Giacomo in aiuto ai portoghesi. San Giacomo era ampiamente venerato in Iberia col l'appellativo di “Matamoros” (ammazza mori).

Nella leggenda, Afonso Henriques, prima della battaglia, sognò un vecchio che gli prediceva la vittoria perché Dio sarebbe intervenuto in suo favore.


1139: Il Re Alfonso I del Portogallo

Nel 1139, il Conte Alfonso Henriquez del Portogallo, dopo la vittoria sui Mori, iniziò a considerarsi “Re del Portogallo”, e nel 1140 invase ancora la Galizia. Ma Alfonso VII gli propose la pace rinunciando definitivamente alla Contea del Portogallo. Nel 1143, a Zamora e di fronte al legato del Papa Innocenzo II, in cambio della signoria di Astorga, Alfonso VII riconobbe ad Alfonso Henriquez il titolo di Re del Portogallo, che prese il nome di Alfonso I del Portogallo.

Dopo il riconoscimento come Re di Alfonso I del Portogallo, quest'ultimo si dedicò alla pacificazione e all'ingrandimento del suo regno che passò attraverso la riconquista di Leiria nel 1142; la conquista di Santarém nel 1147, si diresse verso Lisbona dove venne in suo aiuto una flotta di 200 navi con 13.000 Crociati (anglo-normanni, germani e fiamminghi) che si stava recando in Palestina; la città cadde dopo quattro mesi di assedio, di conseguenza si arrese anche l'inespugnabile castello di Sintra e la guarnigione di Palmela si diede alla fuga. Dopo queste vittorie alcuni crociati si fermarono in Portogallo stabilendosi nelle zone appena liberate dai Mori.


1139: Gli accordi tra Castiglia e Aragona

Nel 1139 Alfonso VII riconobbe validità al contratto di matrimonio tra Petronilla di Aragona, giovane Regina d'Aragona e suo cognato, il Conte Raimondo Berengario IV di Barcellona, che da allora, venne chiamato, Principe d'Aragona, accettando così l'unione di tutte le Contee catalane con l'Aragona e, di fatto, un grande Regno d'Aragona.

Tra il 1139 ed il 1140 a Carrión de los Condes, Raimondo Berengario IV, Principe d'Aragona e Conte di Barcellona, stipulò un trattato con il Re Alfonso VII di León e Castiglia che fissava i confini tra Castiglia e Aragona e lo impegnava in una guerra di conquista contro la Navarra.

Dopo essere stato sconfitto, il Re di Navarra Garcia IV Ramirez, firmò una pace separata con Alfonso VII confermandosi suo vassallo, mentre manteneva con l'Aragona una situazione di conflittualità. La pace era suggellata da un impegno matrimoniale per i propri figli Bianca di Navarra e Sancho di Castiglia.


Saif al Dawla (Zafadola)

A partire dal 1132, a seguito della proclamazione come Califfo Almohade di Abd Al Mumin, iniziò il processo di lotta feroce tra gli Almoravidi e Almohadi, che culminò 15 anni più tardi con la caduta di Marrakech.

Fu in questo momento che emerse la figura di Reverter, un cavaliere catalano al servizio di Alí ibn Yusuf e luogotenente di suo figlio e successore Tasufin ibn Alí, diventando il principale baluardo del suo esercito.

Nello stesso periodo riprese la politica espansionistica dei cristiani nella penisola iberica, essendo il suo principale rappresentalte il Re Alfonso VII di Castiglia e León, che contava sull'aiuto di un musulmano chiamato Saif al Dawla (Zafadola nelle cronache arabe), ultimo discendente degli Hud di Saragozza, rifugiato nella fortezza inespugnabile di Rueda. Alfonso VII cercò di sfruttare il malcontento della popolazione di Al Andalus verso il dominio Almoravide, convertendo Zafadola nel simbolo della loro resistenza.

L'intensificazione della minaccia Almohade e il conseguente trasferimento in Marocco di Tasufin ibn Alí, figlio e futuro erede dell'Emiro, che fino ad allora si era occupato della lotta contro i cristiani, contrassegnò l'inizio del crollo degli Almoravidi di Al Andalus, con la presa di Oreja (1139) e di Coria (1142) e l'abbandono di Albalat, il che significò lo smantellamento delle posizioni musulmane al confine del Tago. In questo modo, l'Impero Almoravide si trovò attaccato contemporaneamente da due avversari: gli Almohadi nel Marocco e i cristiani nella penisola.


1140: Nascita dei secondi regni di Taifa

Dopo il 1140 l'Impero degli Almoravidi si cominciò a sgretolare e, sotto l'Emiro Tashfin ibn Alì, finì di essere travolto da un'anarchia che portò in Al Andalus un secondo periodo dei regni di Taifa.

Infatti, approfittando della riduzione delle truppe Almoravidi in Al Andalus quando questi erano in difficoltà nel nord Africa per contrastare gli Almohadi, la gente di Al Andalus cominciò a sollevarsi contro le autorità e i soldati Almoravidi rimasti nella penisola, furono man mano espulsi o uccisi.


la penisola iberica nel 1140

Alfonso VII ne approfittò facendo diverse conquiste, tra cui il forte di Rueda, Cordova, la fortezza di Aurelia, Coria, Almeria e Tortosa.


11143: Nascita della “Corona d'Aragona”

Nel 1143, a Zamora, di fronte al legato del Papa Innocenzo II, il Re Alfonso VII di Castiglia riconobbe il contratto di matrimonio tra il conte di Barcellona, Raimondo Berengario IV e la giovanissima Regina d'Aragona, Petronilla, accettando così l'unione di tutte le Contee catalane con l'Aragona, e di fatto il grande Regno d'Aragona.

Tra il 1141 ed il 1147, Raimondo Berengario IV, dopo essersi alleato con Alfonso VII, recuperò diverse città che erano state riprese dai musulmani dopo la sconfitta di Alfonso il Battagliero a Fraga nel 1134, e operò anche varie incursioni nelle regioni di Murcia (1144) e di Valencia (1146).


1143: Il Califfo Tasufin ibn Alí

L'Emiro Almoravide cominciò a mostrare i primi sintomi di malattia già nel 1135. Alí ibn Yusuf morì a Marrakech 11 febbraio 1143, all'età di 56 anni, anche se la sua morte non fu pubblicamente annunciata fino a tre mesi più tardi. La sua scomparsa segnò la fine della dinastia Almoravide, che sopravvisse ancora per quattro anni, con i suoi successori che esercitarono poco potere reale. Alí ibn Yusuf venne succeduto da suo figlio Tasufin ibn Alí.

Quando Alí ibn Yusuf morì, l'Impero Almoravide era in piena decomposizione. Il suo successore Tashfin ibn Alí avrebbe trovato la morte nei pressi di Orano, fuggendo dagli Almohadi. Tashfin ibn Alí non potè prestare molta attenzione ad Al Andalus, dovendo trasferire il grosso dell'esercito in Marocco, attaccato dagli Almohadi. Questo causò un senso di abbandono tra il popolo di Al Andalus, e ci furono molte rivolte dal 1144 al 1147, quando gli Almohadi si appropriarono di Sigilmasa nel Marocco.

Il primo a ribellarsi fu Ibn Qasi, un sufi discendente da convertiti cristiani. Al comando dei suoi novizi trasformati in soldati, nel 1144 stava governando a Silves, Beja, Mértola e Niebla quando decise di attaccare Siviglia, dove fu fermato da Yahya ibn Ali ibn, comandante Almoravide. Ma questo non potè fermare la ribellione di Ibn Qasi, perché nel 1145 fu costretto ad affrontare un'altra ribellione a Cordova, organizzata dal Qadi Ibn Hamdin. Altri Qadi si ribellarono a Jaén, Málaga, Granada e Valencia.

Anche se questi Qadi-governanti godevano di sostegno popolare, non riuscirono a creare eserciti stabili ed efficaci e pertanto la loro autorità durò per breve tempo. In diversi casi furono sostituiti dai signori della guerra di AlAndalus, come era accaduto a Valencia.

Nel frattempo, le lotte interne nel suo movimento portarono Ibn Qasi a cercare l'aiuto dagli Almohadi, Nel settembre del 1145, Ibn Qasi andò a Marrakech e nel 1146 ritorno indietro con il supporto degli Almohadi. In quello stesso anno Ibn Maymun, un ammiraglio Almoravide, passò nei ranghi di Abd Al Mumin, il Califfo Almohade. Nel 1147 un esercito Almohade conquistò le città di Jeréz, Niebla, Silves, Beja, Badajoz, Mértola e infine Siviglia, dove il nuovo Califfo africano trasferirà la sua capitale nel 1148.