dal 1227 al 1237


1227: Il Califfo Abu Al Ala Idris I

Abu Al Ala Idris I fu proclamato Califfo a Siviglia il 15 settembre 1227. Dopo aver ricevuto l'obbedienza in tutta Al Andalus, Ceuta e Tangeri, inviò una lettera agli Almohadi a Marrakech chiedendo anche il loro riconoscimento.

Subito Abu Al Ala Idris I fu invitato a Marrakech per la sua proclamazione, quando era ad Algeciras per imbarcarsi, seppe che gli sceicchi avevano scelto di sostenere Yahya al Mutasim, nipote del Califfo Abu Muhammad, il quale era stato proclamato Califfo già il giorno dopo l'omicidio di Abd Allah ibn Yaqub.


vita quotidiana in Al Andalus

Così, durante i suoi cinque anni di governo, Abu Al Ala Idris I dovette affrontare la sfida di legittimità che significava la presenza di suo nipote.

L'esistenza di due sovrani che si disputavano la legittimazione del potere spinse Abu Al Ala Idris I a chiedere l'aiuto di mercenari cristiani per appropriarsi di Marrakech. Così Abu Al Ala Idris I fu il primo Califfo Almohade che condusse dei cristiani sull'altra riva dello per impiegarli contro le forze del rivale Yahya al Mutasim riuscendo ad espellerlo sule montagne dell'Atlante nel maggio del 1228.

Mentre riuscì a mantenere la situazione nel Maghreb, invece i problemi aumentarono nella penisola, con la rivolta del maggio 1228 di Ibn Hud (Abu Abdllah Muhammad ibn Yusuf ibn Hud al Yudami) nel castello di Peñascales. Successore dei Banu Hud di Saragozza incarnò il malcontento della popolazione di Al Andalus contro l'incompetenza degli Almohadi di governare il paese e fare fronte ai cristiani.

Nel mese di agosto di quell'anno Ibn Hud prese Murcia e fu riconosciuto in tutta Al Andalus, ad eccezione di Valencia e Niebla. Per legittimare la sua posizione, Ibn Hud si sottomise al Califfato Abbaside di Baghdad inviando un'ambasciata al Califfo Abu Saffar al Mustansir. Ibn Hud, tuttavia, non ebbe scampo contro i cristiani subendo una sconfitta ad Alange nel marzo del 1230.


1229: La Conquista di Maiorca

Per porre fine alla minaccia dei pirati di Maiorca, i mercanti di Barcellona, Tarragona e Tortosa chiesero aiuto al Re Giacomo I di Aragona. Nel dicembre del 1228 i catalani gli offrirono le proprie navi, mentre i nobili aragonesi accettarono di partecipare all'impresa in cambio dei domini territoriali da conquistare.

Comunque alla campagna di conquista di Maiorca partecipò solo una piccola guarnigione di nobili aragonesi, e l'impresa fu quindi merito principalmente dei catalani. Nel 1229, le forze catalane partirono da Salou per andare contro le armate del governatore almohade dell'isola.

Il 13 settembre 1229 le truppe cristiane sbarcarono a Santa Ponsa e sconfissero i musulmani nella Battaglia di Portopì. L'isola venne conquistata in pochi mesi e la popolazione musulmana dell'isola fuggì in Africa o venne fatta schiava. L'isola di Maiorca venne annessa alla Corona di Aragona sotto il nome di “regnum Maioricarum et insulae adyacentes”.


affresco sulla conquista di Maiorca (Museo d'Arte della Catalogna a Maiorca)

Nel 1231, Giacomo I d'Aragona riuscì ad ottenere un vassallaggio su Minorca grazie al “Trattato di Capdepera” con il quale i musulmani di Minorca accettarono la sua sovranità.

Le ultime isole a cedere alla sottomissione del Re Giacomo I d'Aragona furono Ibiza e Formentera, conquistate grazie al contributo determinante di Guillermo de Montgrí, Arcivescovo di Tarragona e dell'aristocrazia catalana, che concluse l'impresa nel 1235.


1230: Il Re Fernando III di Castiglia e León

Il Re Alfonso IX di León spese gli ultimi anni di vita nella lotta contro i musulmani di Al Andalus; conquistando Elvas ed altre città in Estremadura nel 1228, poi Cáceres nel 1229, ed infine Mérida e Badajoz nel 1230.

Nel 1230 Alfonso IX di León, mentre si recava in pellegrinaggio a Santiago di Compostella morì, lasciando il Regno di León alle figlie Sancha II e Dolce I. La nobiltà appoggiò l'insediamento delle due sorelle, mentre il clero e l'aristocrazia erano contrari ed avrebbero preferito che i Regni di León e di Castiglia fossero riunificati sotto lo scettro del loro fratellastro, il Re Fernando III di Castiglia.

Furono intavolate delle trattative che, condotte dalle due ex mogli del Re Alfonso VIII di León, Berenguela di Castiglia, madre di Fernando, e Teresa, madre di Sancha e di Dolce, che a nome dei rispettivi figli, firmarono il “Tratado de las Tercerías” dove, dietro un cospicuo indennizzo, le due Regine abdicarono in favore del fratellastro Fernando III, che poté finalmente riunire sotto un'unica corona i Regni di León e di Castiglia.

Dopo aver abdicato, Sancha e Dolce si ritirarono, una nel monastero di Villabuena del Bierzo e l'altra nel monastero di San Mamede a Lorvao.

Senza guerre e spargimenti di sangue, con il Re Fernando III di Castiglia e León si unirono definitivamente i due regni della penisola iberica. L'unione definitiva fra i due regni di Castiglia e di León, preparata accuratamente dalla madre, favorita dalla gerarchia ecclesiastica e appoggiata dai papi Innocenzo III ed Onorio III, annullò definitivamente una delle più frequenti cause di attrito tra i regni spagnoli e si rivelò vincente nella lotta contro Al Andalus.

Fernando si era sposato nel 1219 con Beatrice di Svevia e poi, rimasto vedovo, nel 1235 sposò Maria de Ponthieu: da queste unioni nacquero ben tredici figli.

L'aspetto più rilevante del regno di Fernando III è però costituito dalla “Reconquista”: armato cavaliere a Burgos nel 1219 e riappacificati all'interno i suoi regni, consacrò per trenta lunghi anni tutta la sua attività bellica alla lotta contro i musulmani.


1232: La Conquista di Valencia

Nel 1231 il Re Giacomo I d'Aragona, ad Alcañiz, incontrò il nobile Blasco de Alagón e il Maestro degli Ospitalieri, Hugo de Folcalquer, per fissare un piano di conquista dei territori di Valencia.

Blasco de Alagón raccomandò di assediare per prime le città della piana ed evitare le città fortificate, tuttavia i primi luoghi ad essere conquistati furono due avamposti arroccati fra le montagne. Il primo fu Morella, conquistato da Blasco d'Alagon nel 1232, mentre il Re Giacomo I d'Aragona andò alla conquista di Ares, e da qui si recò a Morella, dove Blasco fece atto di sottomissione e ottenne la città come feudo.

Nel 1233 l'esercito del Re d'Aragona si diresse contro le terre di Castellón, prendendo Burriana e Peñíscola; nell'agosto 1237 venne conquistata Puig. Dopo la disfatta dell'esercito inviato dal Califfo Abd Al Wahid per aiutare la resistenza musulmana a Valencia, il 28 settembre del 1238, ci fu la capitolazione della città e il Re Giacomo I d'Aragona entrò nella città proclamandosi Re di Valencia.


1231: La ribellione di Umran Ibn Al Mansur

Nel 1231 il sayyid Umran Ibn Al Mansur, fratello del Califfo Abu Al Ala Idris I, si ribellò a Ceuta. Immediatamente Abu Al Ala Idris I andò ad assediare Ceuta, porto chiave per il controllo dello stretto e quindi per il mantenimento del controllo di Al Andalus.

Questa situazione fu sfruttata da Yahya al Mutasim per lasciare le montagne dell'Atlante e razziare Marrakech. Il Califfo rinunciò a sottomettere suo fratello, sapendo che la capitale era in pericolo ancora una volta. Nello stesso anno avvenne bruscamente la morte del Califfo Abu Al Ala Idris I, il 17 ottobre 1232.


1232: Il Califfo Abd Al Wahid

Abd al Wahid era figlio e successore del Califfo Abu Al Ala Idris I, morto il 17 ottobre 1232. I suoi sostenitori espulsero da Marrakech Yahya al Mutasim che tuttavia continuò a contestare la legittimità del Califfato. Tuttavia questa espulsione permise di consolidare la posizione del giovane Califfo Abd al Wahid. Dopo la sua entrata nella capitale almohade e la sua proclamazione pubblica, iniziò il suo governo cercando di ripristinare l'unità politica. Tuttavia, a causa della sua limitata esperienza, fu molto soggetto all'influenza degli sceicchi almohadi.

Uno dei fatti più significativi del governo di Abd al Wahid fu il restauro di alcuni riti Almohadi che erano stati aboliti dal padre, che gli valsero l'appoggio di molti sceicchi che in precedenza avevano sostenuto il dissidente Yahya al Mutasim. Poi la rivolta di Ibn Waqarit, sceicco della tribù degli Haskura, costrinse Abd al Wahid a lasciare Marrakech e rifugiarsi a Siyilmasa, dimostrando così l'estrema debolezza della sua posizione, mentre la capitale fu occupata dal suo rivale Yahya al Mutasim.

Comunque nel 1236 Abd al Wahid riprese il controllo della situazione, dopo l'omicidio di Yahya al Mutasim a Marrakech, dove fu appeso alle porte della città. Con la scomparsa di Yahya al Mutasim, fu recuperata l'unità politica dell'Impero Almohade che era stata rotta nel 1224.


1232: Il collasso dell'Impero Almohade

Mentre nei domini magrebini il Califfo Abd al Wahid potè mantenere la sua posizione, in Al Andalus non fece altro che peggiorare la situazione rispetto ai suoi predecessori, a causa di due fattori. Il primo fattore fu la frammentazione del potere e la moltiplicazione dei signori della guerra locali che rifiutavano il dominio Almohade. Il secondo fattore fu la continuazione dell'inarrestabile avanzata dei cristiani, specialmente le conquiste di Fernando III di Castiglia nella valle del Guadalquivir e di Giovanni I d'Aragona nella zona a levante, così come quelle dei portoghesi nell'Alentejo e nell'Algarve.

La dissoluzione dell'Impero Almohade fu sfruttata dagli sceicchi di Al Andalus per cercare la propria indipendenza e frammentare la penisola in molti piccoli Regni di Taifa dall'esistenza precaria a causa della spinta vigorosa data alla Reconquista da Giovanni I d'Aragona e dal Re Fernando III di Castiglia.

Già nel 1228 era iniziata la rivolta di Ibn Hud (Abu Abd Allah Muhammad ibn Yusuf ibn Hud al Yudami) nel castello di Peñascales, nella valle di Ricote (vicino Murcia). Poco dopo apparve un nuovo e importante personaggio, Muhammad ibn Nasr (Abu Abd Allah Muhammad ibn Yusuf ibn Nasr ibn al Ahmar), che nel 1232 fu acclamato dalla popolazione di Arjona che gli concesse il titolo di “amir al muslimin” (emiro dei musulmani); successivamente estese la sua autorità anche a Jaén, Porcuna, Guadix y Baza.

Allo stesso modo, nel 1234, si registrò una nuova defezione a Niebla da parte di Suayb ibn Muhammad ibn Mahfuz, privando gli Almohadi di uno dei principali “coras” dell'occidente di Al Andalus.

Questa situazione di completo collasso del dominio Almohade fu sfruttata dai cristiani che continuarono la loro avanzata, conquistando importanti e significative città come Cordova (1236) o Valencia (1238).

Tuttavia il Califfo Abd al Wahid ottenne un certo successo con la cattura di Ibn Waqarit, sceicco della tribù degli Jult, che fu trasferito a Marrakech, dove fu giustiziato. Quindi Abd al Wahid tornò a ripristinare la purezza della dottrina Almohade. Tuttavia, nonostante il recupero di una certa stabilità, l'ultmo periodo del suo governo fu contrassegnato dall'inizio delle ostilità conla tribù dei Merinidi.