dal 1278 al 1291


1278: l'assedio di Algeciras

Scaduta la tregua tra Alfonso X di Castiglia e Abu Yaqub Yusuf, il Re di Castiglia decise di mettere l'assedio alla città di Algeciras, visto che da questa città, rimasta in potere ai Merinidi, poteva verificarsi una nuova invasione della Castiglia.

Algeciras era stata la prima città fondata dai musulmani al loro arrivo nel 711 nella penisola iberica. Il complesso sistema di mura difensive era stato rinnovato dagli Almohadi nel XIII secolo con nuove le fortificazioni.


Alfonso Fernández “el Niño”

Nel marzo del 1278 Alfonso X di Castiglia mandò a Siviglia suo figlio l'Infante Pietro di Castiglia per raccogliere le sue truppe.

Non appena riunite le truppe, il Principe Pietro di Castiglia partì per Algeciras, mandando all'avanguardia Alfonso Fernández “el Niño”, figlio illegittimo di Alfonso X.

Il 5 agosto 1278 le truppe fecero la loro comparsa nei pressi Algeciras. L'esercito castigliano consisteva di circa 30.000 uomini e di una flotta di 24 navi e 80 galee all'ancora nella baia di Algeciras, al fine di evitare che arrivassero aiuti alla città dalla vicina Gibilterra. Al comando della flotta c'era l'ammiraglio Pietro Martínez de Fe.

Le truppe di terra circondarono completamente la città e installarono diversi tipi di macchine d'assedio in prossimità delle porte della città e dei punti più deboli. Intanto la flotta stabilì una base all'Isla Verde. Durante i primi mesi di assedio furono costanti fuori della città gli scontri tra i difensori di Algeciras e i cristiani, i quali dovevano affrontare anche le frecce dei balestrieri che saettavano dai bastioni della città.

Nel febbraio del 1279 Alfonso X arrivò sul posto per dirigere direttamente le operazioni delle sue truppe. L'assedio non non fece progressi per diversi mesi; le scaramucce con i difensori avevano causato grandi perdite, soprattutto tra i castigliani, mentre le macchine d'assedio non riuscivano ad abbattere le difese della città.

Nel mese di aprile il Re abbandonò l'assedio per tornare in Castiglia, mentre nel campo cristiano si cominciava a sentire la carenza di cibo. Le truppe che dovevano mantenere l'assedio erano molto numerose e non giungeva cibo sufficiente da Siviglia. La calura nella zona era particolarmente elevata e ben presto le acque e le poche scorte di cibo cominciarono a deteriorarsi, provocando un'epidemia di peste.

A causa delle malattie, nei primi di luglio molti marinai della flotta castigliana lasciarono le loro navi per stabilirsi nei pressi delle truppe di terra ad essere adeguatamente curati. Così molte navi restarono quasi senza equipaggio.

Intanto da Algeciras, con i piccioni viaggiatori, gli assediati informarono i Merinidi delle pessime condizioni in cui erano gli assedianti. Così Abu Yaqub Yusuf, informato della situazione di Alfonso X di Castiglia, fece preparare 14 galee da inviare a Algeciras.

Abu Yaqub Yusuf aveva previsto di sbarcare in Al andalus nel mese di giugno, ma una insurrezione nella terra di Nefís lo costrinse a cambiare i suoi piani. Comunque il 19 luglio 1279 le galee dell'Emiro al comando di Abu Yusuf Jacob, figlio di Abu Yaqub Yusuf, partirono per la baia di Algeciras.

La notte successiva, senza essere notata, la flotta di Abu Yaqub Yusuf giunse vicino alla baia di Algeciras. La flotta del Re Alfonso X di Castiglia, quasi completamente sguarnita, era ancorata a Isla Verde. I pochi marinai rimasti sulle navi vennero quasi tutti uccisi; si salvarono solo i comandanti che furono presi in ostaggio. Nel giro di poche ore il Re Alfonso X di Castiglia perse la sua intera flotta senza quasi combattere.

I soldati castigliani di terra, ammalati e sorpresi dal rapido attacco da mare, non poterono reagire in tempo quando i Merinidi da poco sbarcati raggiunsero la città di Algeciras. L'Infante Pietro, che era nuovamente al comando delle truppe di Castiglia, comandò di abbandonare immediatamente l'assedio e ritornare in Castiglia, lasciando i suoi capitani catturati dalle truppe dei Merinidi e perdendo tutte le macchine di assedio e ogni attrezzatura militare.


1282: La terza spedizione dei Merinidi in Spagna

Una volta conquistata Málaga, il Sultano Muhammad II abbandonò l'alleanza con il Re Alfonso X di Castiglia e si alleò con i Merinidi contro di lui ottenendo una vittoria nel 1279 ma, quando il Sultano dei Merinidi reclamò la città di Málaga e Muhammad II si rifiutò di consegnargliela, il Sultano dei Merinidi firmò un'alleanza con il Re Alfonso X.

Alfonso X di Castiglia, assieme ai Merinidi e ai Banu Ashqilula, attaccò Granada nel 1280, ma fallì nel suo tentativo. I successivi disaccordi tra il monarca castigliano e suo figlio Sancho favorirono il Sultano Muhammad II, che riuscì anche a dominare la ribellione interna dei Banu Mahalli.

Nel mese di aprile 1282, la crisi politica in Castiglia raggiunse il suo apice quando il Principe Sancho litigò con suo padre e, con il sostegno della maggior parte della nobiltà castigliana, si dichiarò Re Sancho IV di Castiglia.

Suo padre Alfonso X fuggì a Siviglia, i suoi sostenitori erano ridotti ai quartieri musulmani di Al Andalus e Murcia. Con il Sultano Muhammad II di Granada che si era alleato con Principe Sancho, Alfonso X fu costretto a chiedere aiuto ai Merinidi del Marocco.

Su richiesta di Alfonso X, Abu Yaqub Yusuf attraversò lo stretto per la terza volta nel mese di luglio del 1282. L'esercito diAlfonso X e quello Merinide marciarono verso Cordova contro il Principe Sancho. Ma Sancho non si arrese e i Merinidi tornarono in Marocco subito dopo.

Alfonso X morì il 4 aprile 1284 a Siviglia. Nonostante fosse stato diseredato, gli succedette il figlio Sancho IV, detronizzando i legittimi eredi, il nipote Alfonso de la Cerda per il Regno di Castiglia ed il fratello Giovanni per il Regno di León.


1284: Il Re Sancho IV di Castiglia


Sancho IV di Castiglia
(dipinto di José María Rodríguez de Losada)

Sancio IV fu incoronato a Toledo il 30 aprile del 1284. Venne riconosciuto dalla maggior parte del popolo e dei nobili, ma allo stesso tempo c'era un gran sostenitori di Alfonso de la Cerda, legittimo erede del Regno di Castiglia e di Giovanni de la Cerda legittimo erede del Regno di León. Infatti il Re Alfonso III d'Aragona proclamò Alfonso de la Cerda come Re di Castiglia a Jaca nel 1288 e, per questo fece una breve campagna militare in Castiglia tra il 1289 e il 1290.

Tutto il regno di Sancho IV fu dominato dalle lotte intestine per il potere, tanto che Sancho IV ordinò l'esecuzione di 4.000 seguaci dei Principi de la Cerda nella città di Badajoz, di 400 nella città di Talavera e di molti altri ad Ávila e a Toledo.

Dopo questi eventi, Sancho IV perdonò il fratello Giovanni de la Cerda, che ben presto ritornò a ribellarsi, provocando un conflitto a Tarifa. Giovanni de la Cerda chiamò in suo aiuto i Merinidi del Marocco e circondò la città di Tarifa, difesa dal suo governatore Guzmán el Bueno, signore di León. La città venne fedelmente difesa e i Merinidi furono costretti a tornare in Marocco.


1285: La quarta spedizione dei Merinidi in Spagna

Abdalwadid, sovrano Yaghmorassan di Tlemcen, morì nella primavera del 1283, e il suo successore, Abu Said Othman, subito cercò di ricucire i rapporti con l'Emiro Merinide Abu Yaqub Yusuf.

Liberato dalla minaccia del sovrano di Tlemcen, Abu Yaqub Yusuf decise di fare una nuova spedizione in Spagna per sostenere i fratelli de la Cerda. Conpemporaneamente a Granada, i Banu Ashqilula, dopo un rinnovato assalto del Sultano Muhammad II di Granada, avevano fatto appello ai Merinidi.


guerrieri Merinidi

Nel mese di aprile 1285, l'Emiro Abu Yaqub Yusuf attraversò lo stretto per la quarta e ultima volta. Anche se Comares era caduta in mano del Sultano Muhammad II di Granada, i Merinidi riuscirono a salvare Guadix, l'ultima roccaforte dei Banu Ashqilula.

Una volta che il grosso dell'esercito marocchino era sbarcato a Tarifa, Abu Yaqub Yusuf prontamente lo condusse ad assediare Jerez. Distaccamenti marocchini vennero inviati a devastare una vasta area da Medina Sidonia a Carmona, Ecija e Siviglia. A Nervous il Re Sancho IV di Castiglia riunì il suo esercito, e spedì la flotta castigliana, qualche centinaio di navi sotto il comando dell'ammiraglio genovese Benedetto Zaccaria, a bloccare la foce del Guadalquivir e prevenire la marina Merinide che intendeva assaltare Siviglia.

Nel mese di agosto 1285 Sancho IV era finalmente pronto a marciare contro i marocchini a Jerez. Quindi Abu Yaqub Yusuf decise di revocare l'assedio di Jerez e avvio i negoziati con l'usurpatore castigliano.

Nel mese di ottobre 1285, Sancho IV di Castiglia si assicurò una tregua di cinque anni con l'Emiro Abu Yaqub Yusuf. In cambio della promessa di non intervenire in Castiglia, i Merinidi ricevettero l'assicurazione che non ci sarebbero attacchi castigliani su territori musulmani in Spagna (sia Merinidi o che Nasridi).


1285: Il Re Alfonso III di Aragona

Alla morte di Pietro III di Aragona nel novembre del 1285, in quanto figlio maggiore Alfonso III gli succedette sul trono di Aragona e di Valencia e nelle contee catalane, mentre suo fratello Giacomo il Giusto gli succedette sul trono di Sicilia.

Nel corso del 1286, il Re Alfonso III di Aragona portò a termine l'incarico ricevuto l'anno prima dal padre e, oltre a Maiorca, conquistò anche Ibiza. Poi passò all'isola di Minorca e, nel 1287, portò a compimento la conquista dell'isola ripopolandola con genti catalane.

Ritenendo che il Re Sancho IV di Castiglia aveva usurpato il trono, nel settembre del 1288 proclamò Alfonso de la Cerda come Re di Castiglia, portando i regni di Castiglia e di Aragona ad una guerra di frontiera, con battaglie nell'aprile e luglio del 1289, settembre del 1290 e febbraio del 1291.

Il Re Alfonso III di Aragona morì all'improvviso, a 25 anni, il 18 giugno del 1291. Visto che non aveva discendenza, lasciò i regni di Aragona, Valencia e Maiorca al fratello Giacomo II che avrebbe dovuto lasciare il regno di Sicilia al terzo fratello Federico.