dal 1340 al 1369


1340: La battaglia del Rio Salado

Il Re di Castiglia, tuttavia, continuò la guerra; con l'aiuto di Alfonso IV del Portogallo e l'appoggio della flotta aragonese, ruppe l'assedio di Abu I Hasan a Tarifa, sconfiggendo il 30 ottobre 1340 l'esercito musulmano nella famosa “battaglia del Salado”. Della vittoria castigliana beneficiò non solo il Re di Castiglia, ma anche il Sultanato di Granada, che fu liberato dai Merinidi del Marocco che oramai dominavano tutta Al Andalus.

Il 29 ottobre 1340 il Re Alfonso XI di Castiglia, al comando di un esercito composto da circa 13.000 cavalieri e 12.000 fanti, arrivò a Valdevaqueros, dove si accampò per passare la notte. Da li inviò 1.000 cavalieri e 4.000 fanti a rinforzare la guarnigione di Tarifa, per poter attaccare i musulmani anche alle spalle.

A metà mattinata del giorno dopo arrivò al rio Salado e, appena giunto, attaccò da due diverse direzioni: un contingente di circa 4.000 cavalieri al comando di Alfonso IV, affrontò sulla sinistra le truppe di Granada comandate dal Sultano Yusuf I, e l'altro, consistente di circa 8.000 cavalieri ed altrettanti fanti, attaccò le truppe marocchine condotte dal loro Sultano Abu I Hasan.

Dopo che l'attacco cristiano era iniziato, dalla città di Tarifa uscirono i 5.000 uomini che la notte prima avevano raggiunto la città, cogliendo di sorpresa le forze del Sultano che cominciarono a sbandare.

Quindi la fanteria cristiana di riserva si incuneò nello schieramento avversario, dividendolo in due parti e costringendolo alla fuga. Dopo alcune ore la battaglia era finita. Le truppe marocchine e lo stesso sultano Abu I Hasan rientrarono ad Algesiras, da dove si reimbarcarono per fare ritorno in patria.

Una volta liberata Tarifa, il Re Alfonso XI di Castiglia continuò la sua marcia trionfale conquistando Alcalá la Real, Priego e Benamejí e  sottomettendo ad un duro assedio alla città di Algeciras. Il 27 Marzo 1344 la citta cadde in mano ai cristiani e il Califfo Yusuf I firmò tregua a dieci anni.


1344: La pace nel Sultanato di Granada

La sconfitta dei Merinidi nella “battaglia del Salado” e la mancanza di interesse alla Reconquista dei successori di Alfonso XI, creò un ottimo clima per il fiorire della cultura musulmana nella penisola.

Yusuf I, approfittando di questo periodo di pace, innaugurò il più bell'esempio di sviluppo politico, economico, sociale e culturale di un regno musulmano ispanico. Dimostrò di essere un legislatore saggio e prudente, riorganizzando l'amministrazione dello Stato e proteggendo la cultura.

Fu anche un gran costruttore: uno dei suoi edifici più importanti è proprio la Gran Madrasa o Università islamica di Granada; senza dimenticare che ampliò l'Alhambra, come pure il Mexuar, il cortile e la torre de Comares.

L'ultimo decennio del suo regno fu macchiato solo dalle tendenze espansionistiche di Alfonso XI, che ruppe la tregua cercando di conquistare Gibilterra nel 1349. Ma la morte di quest'ultimo il 26 maggio 1350 e l'accordo di pace firmato con suo figlio e successore Pietro I, tornò a riempire di tranquillità gli ultimi anni del Regno di Yusuf I.

Anche così non riuscì a sfuggire ad una morte prematura e violenta. Il 18 ottobre 1354 morì pugnalato da un alienato, sembra uno schiavo delle sue stalle. Gli succedette Muhammad V, il maggiore dei suoi figli.


1350: Il Re Pietro I di Castiglia

Alla morte prematura del Re Alfonso XI di Castiglia all'assedio di Gibilterra nel 1350, vittima della peste, suo figlio Pietro, di soli 16 anni, venne proclamato Re di Castiglia León.


il Re Pietro I di Castiglia
(dipinto di José María Rodríguez de Losada)

Appena salito al trono, il Re Pietro I di Castiglia si oppose alla nobiltà in una lotta violenta che gli valse l'appellativo de “il crudele”. Il suo regno fu una delle epoche più convulse della storia castigliana. Vicende personali (amori, come quello violento per la favorita María de Padilla; matrimonio con Bianca di Borbone, fatta da lui assassinare; odi e guerre contro fratelli e fratellastri) si mescolarono a grandi fatti storici, come la guerra dei Cent'anni, in cui Pietro I militò contro la Francia di Carlo V, con l'ausilio di truppe inglesi del “Principe Nero”, Edoardo d'Aquitania.

Pietro I di Castiglia fu impegnato in un lungo conflitto dinastico contro Enrico di Trastámara, figlio bastardo di Alfonso XI e della sua favorita, Leonora de Guzmán, fatta giustiziare da Pietro.

La lunga guerra contro l'Aragona che sosteneva Enrico di Trastamara, pretendente al trono di Castiglia, vide il coinvolgimento anche della Francia, dell'Inghilterra e dei Mori di Granada.

Assediato nel castello di Montiel, Pietro I di Castiglia, sconfitto e abbandonato da tutti, fu catturato e ucciso dal fratellastro che già nel 1366 si era autoproclamato re di Castiglia.


1354: Il primo regno del Sultano Muhammad V

Il Sultano Muhammad V, figlio di Yusuf I, aveva sedici anni quando nel 1354 salì al trono, e lasciò il potere nelle mani di Ridwan, Visir di suo padre.

Entrambi cercarono di mantenere la pace con Castiglia e Aragona e cercarono la riconciliazione con il Sultano di Fez, Abu Inan. Abu Inan, da parte sua, cercò di seminare la discordia tra i cristiani, per cui firmò con il Re Pietro IV d'Aragona un trattato di pace che costituiva una chiara minaccia alla Castiglia. Abu Inan, morì nel 1358 lasciando al potere Abu Salim Ibrahim, che cercò l'alleanza del Sultano Muhammad V.


1358: Il Sultano Ismail II

Nel 1358, quando si ruppe la pace tra Castiglia e Aragona, il Sultano Muhammad V aiutò il Re Pietro I di Castiglia contro gli Aragonesi. Da quel momento, alcuni membri della famiglia di Muhammad V decisero di detronizzalo e proclamare Sultano il fratellastro Ismail II.


vita quotidiana in Al Andalus

Muhammad V fuggì a Guadix, dove ricevette il giuramento di fedeltà dei suoi abitanti. Il Re Pietro I di Castiglia e León, che doveva affrontare problemi interni, non potè aiutare il suo ex vassallo Muhammad V e fu costretto a riconoscere Ismail II. Abu Salim Ibrahim, Sultano dei Merinidi decise di ospitare il Sultano spodestato, che arrivò a Ceuta 28 novembre 1359.

Il regno del Sultano Ismail II durò solo dieci mesi: nel 1359 venne assassinato da un sicario di suo cugino Muhammad VI, che ne occupò il trono.


1359: Il Sultano Muhammad VI

Il Sultano Muhammad VI era stato l'ispiratore della rivolta che aveva deposto Muhammad V e, appena salito al trono, si alleò con il Re Pietro IV d'Aragona e smise di pagare il tributo al Re Pietro I di Castiglia.

Il Papa, per evitare il confronto dei due monarchi cristiani, intervenne presso i due "Pietro" chiedendo loro di firmare la pace con il patto di Terrer del 13 maggio 1361.

Di fronte alla rivolta dei sostenitori di Muhammad V, sostenuta dal Re Pietro I di Castiglia, Muhammad VI si recò a Siviglia con l'intenzione di comperarsi il Re Pietro I donandogli 500 schiavi, gioielli e oro. Ma il Re Pietro I di Castiglia, autonominatosi giustiziere e difensore della legitimimità della regalità, lo fece imprigionre per vendicare l'assassinio di Ismail II e l'esilio di Muhammad V.


vita quotidiana in Al Andalus

Secondo il cancelliere López de Ayala, Muhammad V venne fatto salire su un asino indossando un mantello rosso e proprio lo stesso Re Pietro I lo uccise con la spada. Così morì Muhammad VI, nel campo di Tablada a Siviglia, assieme ai 37 uomini della sua scorta. Le loro teste furono esposte a Siviglia e successivamente inviate al Sultano Muhammad V, che ritornò sul trono del Sultanato di Granata con l'aiuto del suo amico Pietro I di Castiglia.


1362: Il secondo regno del Sultano Muhammad V

Dopo la morte di Muhammad VI, 16 marzo 1362 sul trono del Sultanato di Granata ritornò Muhammad V, il quale, essendo stato aiutato dal Re Pietro I di Castiglia, mantenne il suo status di vassallo della Castiglia e lo aiutò nella sua lotta contro il Re Pietro IV d'Aragona, schierato con Enrico di Trastámara (futuro Re Enrico II), fratello di Pietro I, il quale pretendeva il trono di Castiglia. Tuttavia nel 1367, dopo i successi di Enrico di Trastámara, passò a riconoscersi suo vassallo e firmare una tregua con lui e con il Re Pietro IV d'Aragona.

Nel 1369, alla morte del Re Pietro I di Castiglia, Muhammad V approfittò delle turbolenze in Castilla, riuscendo ad espandere i suoi territori e recuperare Úbeda e Algeciras. Da allora in poi ci fu un lungo periodo di pace basato sul sapiente mantenimento di buone relazioni sia con i cristiani della penisola che i Merinidi del Marocco.