dal 1476 al 1482


1474: La Regina Isabella di Castiglia


la Regina Isabella di Castiglia

Alla morte improvvisa di Enrico IV si scatenò tra questi due partiti una vera e propria guerra di successione, finché Isabella il 13 dicembre 1474, a Segovia, fu proclamata regina di Castiglia; suo marito Ferdinando d’Aragona era assente, ma al suo ritorno reclamò i suoi diritti sulla Corona di Castiglia e nel 1475, con il concordato di Segovia, si decise che Isabella poteva esercitare il suo potere regale in Castiglia ma non in Aragona mentre Ferdinando di Aragona poteva amministrare in Castiglia la giustizia congiuntamente o separatamente; le ordinanze reali dovevano essere firmate da entrambi; le monete recavano insieme le due effigi ed i sigilli reali portavano le armi delle due casate; infine Ferdinando si doveva occupare della politica estera.


1475: La guerra di successione castigliana

Il 10 maggio del 1475 l’esercito portoghese con il Re Alfonso V al comando, entrò nel territorio della Castiglia e avanzò fino a Plasencia, dove l'aspettava Giovanna la Beltraneja. Qui, il 25 maggio, Giovanna e Alfonso V del Portogallo si sposarono e furono proclamati Re e Regina di Castiglia.

Da Plasencia Giovanna e Alfonso V marciarono verso Arévalo, con l'intenzione di dirigersi a Burgos. Le città di Burgos, Plasencia e Arévalo erano controllate dagli Estúñiga, sostenitori di Giovanna. Lì Alfonso V sperava di potersi collegare con le truppe inviate dal suo alleato Luigi XI di Francia.


Alfonso V del Portogallo

Comunque Alfonso incontrò in Castiglia meno appoggi di quelli sperati e cambiò i suoi piani, preferendo dedicarsi a consolidare il controllo della zona più vicina al Portogallo, come le città di Toro e Zamora.

Ferdinando d'Aragona, marito di Isabella, concentrò un grande esercito e, il 15 luglio si mise in marcia verso la città di Toro. Vi giunse quattro giorni più tardi, però mancandogli le risorse per un assedio prolungato, ritornò indietro e sciose il suo esercito.

Rodrigo Alfonso Pimentel, Conte di Benavente, sostenitore di Isabella, fu attaccato a Baltanás il 18 novembre 1475, venne sconfitto e fatto prigioniero dopo una dura resistenza. Anche se questa vittoria gli apriva la strada per Burgos, Alfonso V decise ancora una volta di ritirarsi a Zamora.

Poi le truppe di Isabella contrattaccarono prendendo Trujillo e ottenendo il controllo delle terre del'Ordine di Alcántara, gran parte di quelle dell'Ordine di Calatrava e del Marchesato di Villena.

Il 4 dicembre del 1475 una parte della guarnigione di Zamora si ribellò contro il Re Alfonso V del Portogallo, che dovette ripiegare a Toro, mentre la città di Zamora accolse Ferdinando il giorno seguente. Nel gennaio 1476 il castello di Burgos si arrese a Isabella con un accordo che evitò rappresaglie contro gli sconfitti.

Nel febbraio del 1476 l'esercito di Alfonso V del Portogallo lasciò la sua base a Toro e accerchiò Ferdinando di Aragona a Zamora. Comunque l'assedio era meno duro per gli assediati che per i portoghesi, che si trovavano sotto le intemperie nel duro inverno castigliano, così che il 1º marzo del 1476 Alfonso V del Portogallo tolse il campo e si ritirò verso Toro. Le truppe di Ferdinando di Aragona si lanciarono all'inseguimento e lo raggiunsero a circa 5 chilometri dalla città, obbligandolo al combattimento. Dopo tre ore di battaglia Alfonso V del Portogallo si ritirò a Castronuño mentre suo figlio Giovanni rimase a Toro con parte delle truppe portoghesi.

Dopo la battaglia il grosso delle forze portoghesi restò in Castiglia per più di tre mesi (fino al 13 giugno 1476), ma la perdita di tutti gli alleati castigliani, che nel frattempo si erano schierati con Isabella spinsero il Re Alfonso V del Portogallo a ritirarsi nella sua patria. Diversi nobili, sino ad allora indecisi, passarono al partito di Isabella. La fortezza di Zamora si arrese al 19 marzo 1476, ma la fortezza della città di Toro rimase saldamente nelle mani dei portoghesi per più di sette mesi.

Durante tutto il 1476 si sottomisero a Isabella i principali nobili che appoggiavano Giovanna, in particolare quelli della famiglia Pacheco-Girón. Nel novembre 1476 le truppe di Isabella presero la fortezza della città di Toro. Nei mesi successivi Isabella riprese gli ultimi villaggi di frontiera controllati dai portoghesi.

Nel luglio 1477 Isabella giunse a Siviglia con l'obiettivo di consolidare il suo controllo sulle grandi famiglie nobili dell'Andalusia. Nel mese di aprile 1476 concesse il perdono a Rodrigo Ponce de Leon, Marchese di Cadice e a Enrique Perez de Guzman y Meneses, Duca di Medina Sidonia. Attraverso abili negoziati, la Regina riuscì a prendere il controllo delle principali fortezze occupate sia dal Marchese che dal Duca, e invece di restituirle ai legittimi proprietari, nominò a al loro posto dei castellani di sua fiducia.

Alla fine del 1478 alcuni dei principali nobili del partito di Giovanna la Beltraneja si erano rivoltati in Estremadura, a La Mancia e in Galizia. I portoghesi intervennero nuovamente in Castiglia per soccorrere i rivoltosi. Nel febbraio 1479 un esercito portoghese guidato da García de Meneses, Vescovo di Évora, penetrò in Estremadura. L'esercito portoghese era composto da circa 1000 cavalieri (tra cui 250 castigliani) più la fanteria. Oltre a loro marciavano 180 cavalieri dell'Ordine di Santiago inviati dal tesoriere Alfonso de Monroy, anche lui sostenitore di Alfonso V del Portogallo.

Il 24 febbraio 1479 nei pressi della collina di Albuera andarono incontro a questo esercito le forze di Isabella di Castiglia, comandate da Alonso de Cárdenas, Gran Maestro dell'Ordine di Santiago: circa 500 cavalieri del suo Ordine, 400 cavalieri della Hermandad Popular e circa 100 fanti. Lo scontro fu incerto. La fanteria di Isabella subì un duro attacco dalla cavalleria portoghese e si disorganizzò, ma venne in soccorso il Gran Maestro dell'Ordine di Santiago ed alla fine i portoghesi doverono ritirarsi, lasciando un importante bottino sul campo di battaglia oltre a circa 85 cavalieri morti.

All'inizio dell'aprile 1479 Ferdinando di Aragona arrivò ad Alcántara per partecipare ad alcune conversazioni di pace promosse dalla principessa Beatrice d’Aviz, cugina di Alfonso V del Portogallo e zia di Isabella di Castiglia.

I negoziati durarono 50 giorni ad alla fine non si giunse a nessun accordo. I due partiti continuarono le ostilità, cercando di migliorare le proprie posizioni in vista di nuovi negoziati. Isabella e Ferdinando lanciarono una offensiva contro l'Arcivescovo di Toledo, che si dovette sottomettere, il che permise loro di affrontare meglio il potente marchese di Villena. Intanto le guarnigioni portoghesi in Estremadura resistevano con successo al duro assedio castigliano.

Le discussioni sulla pace si riannodarono nell'estate e questa volta si arrivò ad un accordo. La guerra era finita con i castigliani vincitori sulla terraferma e i portoghesi vincitori nel mare. Questo venne sancito nel trattato di Alcáçovas del 4 settembre 1479, dove il Portogallo riconosceva la Regina Isabella di Castiglia, mentre Portogallo ricevette un sostanziale compenso per le spese di guerra (106.676 dobloni d'oro) e ancora il controllo esclusivo di tutto l’Oceano Atlantico a sud delle Isole Canarie.

Contestualmente furono firmati due accordi chiamati “Mediazioni di Moura” (in spagnolo Tercerías de Moura)) che risolvevano la questione dinastica castigliana. In primo luogo imponevano alla Principessa Giovanna la Beltraneja la rinuncia a tutti i suoi titoli castigliani e la sua reclusione in un convento o le sue nozze con l'erede di Isabella e Ferdinando, il principe Giovanni. Giovanna scelse il convento, da dove rimase comunque attiva nella vita politica fino alla morte.

In secondo luogo, ci si accordava sulle nozze dell'infanta Isabella, figlia di Isabella e Ferdinando, con l'erede del trono portoghese, Alfonso, così come il pagamento da parte dei genitori della sposa di una enorme dote che in pratica rappresentava un indennizzo di guerra ottenuta dal Portogallo.


1479: Il Re Ferdinando II di Aragona

Alla morte del Re Giovanni II di Aragona, avvenuta il 20 gennaio 1479, Ferdinando divenne Re di Aragona con il nome di Ferdinando II e, nello stesso anno, fu decretata l'unione de facto della Castiglia con la Corona d'Aragona, e fu decretata l'unione de facto della Castiglia con la Corona d'Aragona.


Ferdinando d'Aragona

Ma mentre in Aragona Ferdinando governava da solo, in Castiglia a Isabella era riservata l'amministrazione, Mentre la giustizia era amministrata congiuntamente, se si trovavano entrambi nello stesso posto; le ordinanze reali venivano firmate da entrambi; le monete recavano insieme le due effigi ed i sigilli reali portavano le armi delle due casate; infine Ferdinando II di Aragona, chiamato anche Ferdinando V di Castiglia, si occupava della politica estera.

Raramente Ferdinando rientrò in Aragona, di fatto svolse tutte le sue attività in Castiglia. A partire dal 1481 Ferdinando si occupò della conquista del Sultanato di Granada, dove mise in mostra le sue doti di diplomazia e le sue attitudini militari, già dimostrate nella guerra civile castigliana.