EL CID ALLA CORTE DEL RE FERDINANDO I DI LEÓN


Il Re Ferdinando I di León

All'epoca di Rodrigo Díaz, nel León regnava la Regina Sancha I, la quale aveva sposato il Conte Ferdinando di Castiglia. Il 22 giugno del 1038, il Conte Ferdinando era stato incoronato Re di León e Galizia e, visto che aveva assunto il titolo di Re anche per la Castiglia, si fece chiamare “imperator totus Hispaniae”.

Dal matrimonio tra Sancha e Ferdinando erano nati 5 figli: intorno al 1033 era nata Urraca; nel 1036 era nato Sancho; nel 1038 era nata Elvira; nel 1040 era nato Alfonso; nel 1042 era nato García.

Secondo una biografia in latino di Alfonso VI scritta nel XII secolo “Re Ferdinando educò i suoi figli e figlie istruendoli prima nelle discipline liberali, che aveva studiato sapientemente, e quindi dispose per i suoi figli, all'età giusta, che imparassero le arti equestri e le esercitazioni militari e venatorie in stile spagnolo e le figlie lontano da tutto l'ozio, formate nelle virtù femminili oneste”.


Al servizio del principe Sancho

Rodrigo Díaz, dopo aver trascorso la sua infanzia a Vivar, un piccolo villaggio a nord di Burgos, ancora molto giovane venne introdotto alla corte del Re Ferdinando I di León e, come paggio, entrò al servizio del Principe Sancio, figlio maggiore di Re Ferdinando e futuro Re Sancho II di Castiglia, di poco più grande di Rodrigo Díaz.


preparazione ed educazione di un cavaliere castigliano
(illustrazione di Justo Jimeno perla rivista “La España Medieval”)

Al suo seguito, Rodrigo Díaz venne istruito sia nel maneggiare le armi che nelle lettere ed aveva anche conoscenze di diritto; infatti successivamente intervenne, su richiesta del Re, per risolvere le controversie legali. Fu proprio Sancho che, a soli sedici anni, lo armò cavaliere e che con lui andò nel 1063 in quella che forse fu la sua prima battaglia: la battaglia di Graus.


La Battaglia di Graus


El Cid in un francobollo di Spagna

Nel 1063 Rodrigo Díaz fece parte dell'esercito del Principe Sancio, quando questo partecipò alla battaglia di Graus per aiutare Al Muqtadir, Re musulmano delle Taifas di Saragozza e di Tortosa, contro il Re Ramiro I d'Aragona, zio del Principe Sancio.

Saragozza era l'unico Regno musulmano che confinava con tutti i Regni cristiani, e così i Re di Castiglia, Aragona e Navarra, oltre a parecchi Conti della Marca Catalana, ambivano alle terre o alla riscossione del tributo della città sul fiume Ebro.

Il Re Ramiro I di Aragona aveva ripetutamente tentato di conquistare Barbastro e Graus, due città appartenenti alla Taifa di Saragozza che erano in una posizione strategica in quanto formavano un cuneo nel territorio Aragonese di Ribagorza.


El Cid alla battaglia di Graus
(illustrazione di Justo Jimeno perla rivista “La España Medieval”)

Il primo tentativo di conquistare Graus, l'avamposto musulmano più settentrionale nella valle del Cinca, ebbe luogo nel 1055; ma la spedizione di Ramiro I di Aragona fallì.

Il Re di Aragona marciò nuovamente su Graus nella primavera del 1063, assediò la città che formava un ingresso minaccioso della Taifa di Saragozza nel territorio Aragonese di Ribagorza.

Per aiutare gli assediati, Al Muqtadir, Re della Taifa di Saragozza, partì da Tortosa e raggiunse Graus alla testa di un grande esercito. Lo accompagnava il Principe Sancio di Castiglia con 300 cavalieri al seguito, e tra questi c'era Rodrigo Díaz de Vivar, che allora aveva circa vent'anni; il Principe stava andando a combattere suo zio il Re d'Aragona perché questo attaccava un territorio della Taifa di Saragozza che pagava il tributo al Re di Castiglia per averne in cambio la protezione.

Quando l'esercito del Principe Sancio arrivò a Graus dove erano accampati gli Aragonesi, ci fu una battaglia: gli Aragonesi vennero sconfitti e persero in questa battaglia anche il loro Re Ramiro I: a ucciderlo era stato un soldato arabo di nome Sadaro il quale parlava bene lo spagnolo e, travestito da soldato aragonese, si avvicinò al Re Ramiro e lo trafisse con una lancia nel petto. Era l'8 maggio del 1063.

Questa battaglia, che fu la prima alla quale partecipò il giovane Rodrigo Díaz, mostrava le complicata politica dei principi cristiani, che si disputavano accanitamente il tributo che facevano pagare ai piccoli regni di Taifa musulmani.


la penisola iberica nel al tempo del Re Ferdinando I di León
(in verde i Regni di Taifa musulmani)

L'oppressione economica dei Regni di Taifa era la norma che allora disciplinava la Reconquista nei territori che non potevano essere occupati per la mancanza di cristiani disposti a emigrare.


L'eredità del Re Fernando I di Castiglia e León

Con il matrimonio tra la Regina Sancha I di León e il Conte Ferdinando di Castiglia, Castiglia e León erano state unite in un unico regno. Nel dicembre del 1065 il Re Fernando I di Castiglia e León morì.


la penisola iberica nel alla morte del Re Ferdinando I di León
(i regni di Galizia, León e Castiglia vengono separati)

Sua moglie la Regina Sancha I León rinunciò al trono e, secondo i desideri di Ferdinando, divise i regni tra i tre figli maschi: al primogenito Sancho, lasciò la Castiglia; al prediletto Alfonso lasciò il León; al terzogenito García lasciò la Galizia.

Alla figlia Urraca lasciò la signoria di Zamora e alla figlia Elvira lasciò la signoria di Toro. Contemporaneamente lasciò in eredità a ciascun figlio maschio il protettorato su alcuni regni moreschi dai quali riceveva le “parias”, cioè il tributo per le attività militari di protezione dei confini.

Nel distribuire i suoi possedimenti il Re aveva ubbidito alla legge di successione Navarrese (il Re Fernando I era figlio del Re Sancho di Navarra), in base alla quale il primo figlio riceveva i possedimenti che il padre aveva in origine, mentre i possedimenti acquisiti successivamente al matrimonio andavano ripartiti tra gli altri figli e figlie.