LA RICONCILIAZIONE DEL CID
CON IL RE ALFONSO VI

L'arrivo degli Almoravidi, che osservavano strettamente la legge islamica, rese difficile per il Re della Taifa di Saragozza tenere a capo del suo esercito un comandante cristiano.

Nel frattempo il Re Alfonso VI, convinto dalla Regina Costanza di Borgogna, condonò la pena dell'esilio a Rodrigo Díaz, visto il suo bisogno di comandanti di valore di fronte alla nuova potenza nordafricana degli Almoravidi.

La riconciliazione tra il Re Alfonso VI ed El Cid Campeador si celebrò a Toledo nel 1087 e il Re trasformò il valvassore di Burgos in un proprietario di una immensa Signoria che comprendeva Dueñas, Langa, Ibias de Juarros, Briviesca e, nella montagna di Santander, le valli di Campo e di Egaña.


alfonso VI si riconcilia conEl Cid Campeador
(illustrazione di Justo Jimeno perla rivista “La España Medieval”)

Il Re Alfonso VI non impiegò El Cid sulla frontiera meridionale, ma approfittando della sua esperienza, lo inviò soprattutto nella parte orientale della penisola.

Intanto in tutta la cristianità si era diffuso lo spirito della Crociata e alcuni Principi e Cavalieri, guidati dai Duchi di Borgogna, parenti della Regina Costanza, moglie del Re Alfonso VI, pensarono di servire Dio combattendo in Spagna; ma questa brillante idea generò nel 1087 un inutile assedio di Tudela e poi i Crociati ripassarono i Pirenei.

Tuttavia nello stesso anno si concordò il matrimonio tra il nobile Raimondo di Borgogna e la Principessa Urraca, figlia del Re Alfonso VI, che così legava la dinastia di Navarra con una dei casati più importanti d'Europa.

Dopo essere rimasto a Corte fino all'estate del 1087, El Cid partì per Valencia per aiutareAl Qádir, il deposto Re di Toledo che Alfonso VI aveva compensato della perdita ponendolo al governo della Taifa di Valencia.

El Cid dapprima attraversò Saragozza, dove incontrò il suo antico patrono Al Mustain e insieme si incamminarono verso Valencia, molestati dal vecchio nemico di entrambi, Al Mundhir di Lérida. Dopo aver allontanato il Re Lérida e garantito ad Al Qádir la protezione di Alfonso VI, Rodrigo rimase in attesa, mentre Al Mundhir occupava la roccaforte di Murviedro (cioè Sagunto), minacciando di nuovo a Valencia.

La tensione aumentò e il Campeador ritornò in Castiglia, dove giunse nella primavera del 1088, sicuramente per spiegare la situazione al Re Alfonso VI e pianificare le azioni future. Queste passavano attraverso un intervento su grande scala verso la Taifa di Valencia, per cui Rodrigo partì a capo di un grande esercito in direzione di Murviedro.

Nel frattempo, le condizioni della zona si stavano complicando. Al Mustain di Saragozza, al quale El Cid aveva rifiutato di dare Valencia l'anno precedente, si era alleato con il Conte di Barcellona Berenguer Ramón II; questo fatto costrinse Rodrigo a considerare un'alleanza con Al Mundhir di Lérida. I vecchi amici si separando e i vecchi nemici si alleavano.

Quando El Cid arrivò a Murviedro, scoprì che Valencia era stata circondata dal Conte Berenguer Ramón II. Lo scontro sembrava imminente, ma in questa occasione la diplomazia fu più efficace delle armi e, dopo i negoziati, il Conte di Barcellona si ritirò senza combattere.