Le schermaglie ripresero una decina d'anni dopo la battaglia di al-Mansūra. Dopo alterne vicende, le faide intestine e le divisioni interne ai ranghi cristiani, i conflitti tra i poteri ecclesiastici ed imperiali e l'anarchia che da questi fatti derivò, compromisero definitivamente la stabilità del regno latino d'oriente, portando ad una progressiva erosione dei territori conquistati da parte dei musulmani, erosione che culminò con l'assedio e la disperata, indomita difesa di San Giovanni d'Acri fino alla sua caduta, avvenuta il 18 maggio 1291.


antica pianta di San Giovanni d'Acri

la disfatta di Acri

In quell'occasione Templari, Ospitalieri, Cavalieri Teutonici e Cavalieri di San Lazzaro si ritrovarono un'ultima volta a combattere eroicamente fianco a fianco, difendendo strenuamente ogni metro della città contro l'invasore infedele e sacrificandosi in nome del voto di “difendere la fede cristiana contro tutti i nemici della Cristianità e della Chiesa”.

Furono più di 30.000 i cristiani che trovarono la morte nel corso dei combattimenti e del saccheggio che seguì alla caduta della città.

La caduta di Acri segnò la fine del dominio cristiano in Terra Santa e con questo la fine dell'illusione di poter creare un oriente cristiano. Nel 1291, in seguito alla perdita di Acri, i pochi superstiti dei vari Ordini militari, tra cui l'Ordine di San Lazzaro, ripiegarono su Cipro.


gli Ordini monastico-militari abbandonano la Terra Santa