1153: il secondo assedio di Ascalona

Il secondo assedio di Ascalona ebbe luogo nel 1153, con la conseguente cattura della fortezza egiziana di Ascalona da parte del Regno crociato di Gerusalemme.

Ascalona era una grande fortezza sulla frontiera dell'Egitto fatimide. La battaglia di Ascalona fu combattuta al di fuori della città nel 1099, in seguito alla Prima Crociata ed alla caduta di Gerusalemme.

Anche se i crociati furono vittoriosi, le dispute interne nel loro campo permisero ad Ascalona di rimanere in mani egiziane. Successivamente i Fatimidi furono in grado di lanciare frequenti incursioni nel Regno crociato di Gerusalemme, e il confine meridionale del Regno crociato rimase instabile.


l'assedio di Ascalona del 1099

Dopo il fallimento della Seconda Crociata nel 1148, Corrado III di Germania tentò di assediare la fortezza, ma fu costretto a ritirarsi quando nessun aiuto perveniva da Gerusalemme o da altri stati crociati. Nel frattempo, il territorio ad est ed a nord di Gerusalemme era stato unito da Nur al-Din Zinki, che governava Mossul ed Aleppo ed aveva portato Damasco sotto la sua influenza, dopo la seconda crociata.

Furono costruite le torri d'assedio e per cinque mesi ci furono molti scontri con vittorie e sconfitte da entrambe le parti. Ascalona era vasta e quasi impenetrabile, dietro le sue mura massicce c'erano molti difensori, pari al doppio degli assedianti, e c'era una fornitura di cibo necessaria per durare anni.

Nel mese di maggio la flotta egiziana arrivò per rifornire la città; la piccola flotta di Sidone non poté fare niente per fermarli. Una battuta d'arresto dell'assedio si verificò in agosto, quando gli assediati cercarono di bruciare una delle torri di assedio crociato, ma il vento spinse il fuoco indietro, contro le mura di Ascalona, provocando il collasso di un'ampia sezione delle mura.


la Regina Melisenda e Baldovino III

Intorno al 1150 Baldovino III di Gerusalemme ricostruì la città di Gaza, che era andata in rovina. La città fu consegnata ai Cavalieri Templari, i quali fornivano la difesa contro le continue incursioni da Ascalona, situata a 10 miglia a nord-est.

Intanto Gerusalemme fu presto divisa dalla guerra civile. Baldovino III era l'erede legale del regno, ma sua madre la Regina Melisenda era stata incaricata come reggente dal 1143. Nel 1152 Baldovino chiese il pieno controllo del suo regno e, dopo alcuni brevi combattimenti, fu in grado di raggiungere il suo obiettivo. Nello stesso anno Baldovino sconfisse una invasione turca del Regno.

Incoraggiato da queste vittorie, Baldovino decise di fare un assalto ad Ascalona nel 1153. Con tutto l'esercito di Gerusalemme marciò verso la fortezza e cominciò a distruggere i frutteti che la circondavano.

Era presente anche Fulcherio di Angoulême, Patriarca latino di Gerusalemme, che portava con se la reliquia della Vera Croce; cerano anche Raymond du Puy de Provence e Bernard de Tremelay, rispettivamente Maestri degli Ospitalieri e dei Templari, e tutti gli altri baroni grandi del regno. L'assedio fu effettuato sia via terra che via mare, con la flotta comandata da Gerard di Sidone. La forza crociata era sostenuta anche da un folto gruppo di pellegrini, che si trovavano sulla strada per Gerusalemme.

Secondo Guglielmo di Tiro, i Cavalieri Templari in fretta e furia cercarono di irrompere all'interno della fortezza, senza che Baldovino ne fosse a conoscenza, mentre Bernard de Tremelay, il Maestro del Tempio, impediva agli altri crociati di seguirlo, visto che non voleva condividere il bottino della città con il Re. Bernard de Tremelay e circa quaranta dei suoi Templari furono uccisi dagli egiziani che presidiavano la fortezza. I loro corpi vennero esposti sui bastioni e le loro teste inviate al sultano.


la fuga di Nur al-Din Zinki
(miniatura medievale)

Comunque un cronista di Damasco che era nella fortezza, menziona appena la violazione del muro, descrivendola semplicemente come un precursore della caduta della città e non fa alcuna menzione dell'incidente con i Templari.

Guglielmo di Tiro aveva una certa avversione verso l'Ordine del Tempio, e le inesatte notizie che raggiunsero l'Europa durante le Crociate devono essere trattate con cautela; comunque, a prescindere a quale racconto credere, Bernard de Tremelay fu ucciso durante i combattimenti.

Ormai i crociati erano stanchi e fu suggerito di abbandonare l'assedio. Gli Ospitalieri ed il Patriarca, però, convinsero il Re che erano sul punto della vittoria. Tre giorni dopo fu fatto un altro assalto ed un altro ingresso venne forzato. Dopo un aspro combattimento la città cadde il 19 agosto, e la fortezza venne formalmente ceduta ai crociati tre giorni dopo. I cittadini vennero autorizzati a lasciare in pace la città e la maggior parte fuggì in Egitto.


il Re Baldovino III di Gerusalemme, riceve una delegazione di notabili venuti a negoziare la resa di Ascalona
(dipinto di Sébastien Melchior Cornu)

Ascalona fu trasformata in una diocesi direttamente sotto il Patriarca di Gerusalemme, anche se in tempi precedenti era stata suffraganea del vescovo di Betlemme.


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