(1259 - 1277)
IL MAGISTERO DI HUGUES DE REVEL

Hugues de Revel (anche Ugo di Revel, Hugh Revel, Hugonis Revellius, Hugo Revell, Hugh Reynell), originario del Delfinato, in Francia, divenne Gran Maestro dell'Ordine nel 1259, dopo la morte di Guillaume de Chateauneuf.

La prima menzione storiografica di Hugues de Revel risale al 31 maggio 1243 quando egli viene indicato come castellano del Krak dei Cavalieri, posto che abbandonò nell'agosto del 1250 per divenire Gran Precettore dell'Ordine.

I suoi cavalieri onorarono l'Ordine, quando 90 di loro combatterono sino alla morte per difendere il castello di Arsuf, fortezza appartenente ai Cavalieri, contro i mamelucchi sotto il comando Baybars, il sultano di Egitto che aveva usurpato il trono di Saladino.

Fu durante il magistero di Hugues de Revel che San Luigi, Re di Francia, fece la sua seconda Crociata, quando morì mentre era sotto le mura di Tunisi, da esso conquistata.

Verso la fine del 1271 i Cavalieri sostennero l'assedio del Krak dei Cavalieri condotto da Baybars; quel formidabile castello, apparentemente imprendibile, non resse all'assalto delle truppe di Baybars che, aiutato anche da una forte scossa di terremoto proprio durante l'assedio, indebolì fortemente la cinta muraria.


vita all'interno del Krak dei Cavalieri, la fortezza dell'Ordine di San Giovanni

La perdita della fortezza e l'intero sterminio della guarnigione dei Cavalieri di San Giovanni, suscitarono panico e sgomento nella comunità cristiana. Inoltre, dall'Europa non giunsero soccorsi e i cavalieri cristiani furono lasciati da soli contro la morsa musulmana che andava stringendosi sempre di più.

In poco tempo caddero Tripoli di Siria e la roccaforte di Margat. Poche centinaia di Cavalieri di San Giovanni, Templari e Cavalieri Teutonici si ritirano a San Giovanni d'Acri per permettere alla popolazione superstite di imbarcarsi per l'Europa. Resisterono per oltre un mese contro 160.000 saraceni, fino a che non furono messi in salvo gli ultimi cristiani che popolavano San Giovanni d'Acri.

Ormai ridotti a poche decine, i cavalieri cristiani, per l'estrema resistenza, si raggrupparono su una torre, ma questa crollò a seguito di un violento attacco da parte dei musulmani. Il futuro Gran Maestro degli Ospitalieri Jean de Villiers, era tra i superstiti imbarcati sulle navi perché ferito.

All'inizio del 1270 Tedaldo Visconti, Arcidiacono di Liegi, aveva raggiunto il Principe Edoardo a San Giovanni d'Acri; qui accadde che, nel settembre del 1271, lo raggiunsero i messi del Sacro Collegio per informarlo che era stato eletto Sommo Pontefice della Chiesa di Roma.


il Papa Gregorio X

I Cristiani di Siria speravano che il nuovo Pontefice, avrebbe impiegato tutto il suo potere per soccorrerli. Infatti, prima di partire da San Giovanni d'Acri, in un discorso fatto al popolo, il Papa recitò il verso del salmo che diceva: “Se io ti dimenticherò mai o Gerusalemme, possa essere io stesso dimenticato fra gli uomini”.

Il Patriarca di Gerusalemme Tommaso Agni, il Gran Maestro dei Templari Thomas Beraud e il Gran Maestro degli Ospitalieri Hugues de Revel, accompagnarono il nuovo Papa Gregorio X in Occidente.

Al suo arrivo a Roma, il Pontefice si dedicò innanzitutto a ristabilire la pace in Italia e in Germania; poi sollecitò i Principi, e sopratutto il Re di Francia, a riunire le loro forze per soccorrere Terra Santa. Il Re Filippo III di Francia mandò alcuni soldati in Oriente e corrispose al Papa 36.000 marchi di argento per le spese della Crociata. Pisa, Venezia, Genova e Marsiglia, fornirono alcune galere, così che 500 guerrieri al soldo del Papa si imbarcarono per San Giovanni d'Acri.

Questi soccorsi erano molto inferiori alle speranze e ai bisogni dei cristiani d'Oriente, così che il Pontefice decise di interessare nel suo progetto tutta la cristianità e per riuscirvi convocò un Concilio per il 1274.

Sul finire del 1271 il principe ereditario inglese Edoardo fece una Crociata che si concluse con un trattato di pace di 10 anni con Baibars, questo consentì all'Ordine di vivere un periodo di relativa calma.

In un Capitolo Generale dell'Ordine che si tenne a Cesarea, il Gran Maestro fece decretare che, per sopportare le spese di una guerra continua, ogni casa dell'Ordine fosse tassata di certa somma da versarsi annualmente nel tesoro dell'Ospedale.

Nel 1273 Hugues de Revel si recò in Occidente assieme a Thomas Beraud, Gran Maestro dei Templari, per procacciarsi nuovi aiuti. Nel maggio del'anno successivo i due Gran Maestri parteciparono al Concilio di Lione, convocato per organizzare una nuova Crociata, che, però, non si concretizzò.

Al Concilio di Lione, oltre ai due Gran Maestri, parteciparono anche il Patriarca di Gerusalemme ed il Patriarca di Costantinopoli, più di mille tra Vescovi e Arcivescovi, gli ambasciatori degli Imperatori di Oriente e di Occidente, quelli del Re di Francia, del Re di Cipro e di tutti i principi d'Europa e d'Oltremare.

In una delle sedute del Concilio venne stabilito di intraprendere una nuova Crociata. L'Imperatore di Costantinopoli promise di mandare le sue genti ed anche l'Imperatore Rodolfo d'Asburgo fece la stessa promessa.

Purtroppo, malgrado le decisioni prese in Concilio e le esortazioni del Papa e dei prelati, l'entusiasmo dei fedeli per la Crociata non si risvegliò: dappertutto i cavalieri e i baroni rimanevano indifferenti: nelle Crociate i guerrieri non vedevano altro che guai e la speranza di arricchirsi o di acquistare fama in una spedizione così lontana non animava più il loro coraggio.

I Principati dell'Africa o dell'Asia che il Papa offriva o distribuiva a tutti quelli che si presentavano per conquistarli, non spingevano più nessuno a prendere le armi; anche la devozione della cavalleria per i Luoghi Santi non era più così potente da indurla ad una impresa che non prometteva altro che le palme del martirio e le ricompense del cielo.

L'indifferenza dell'Europa abbandonò i cristiani d'Oriente senza difesa, mentre il nemico si faceva sempre più potente ed entusiasta. D'altra parte nella confederazione dei cristiani di Siria, si scoprivano di continuo nuovi sintomi di decadenza e nuovi segni d'imminente rovina.


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