1291: lo sbarco a Cipro

Nel 1291 la presa di San Giovanni d'Acri suscitò nel mondo cristiano dolore e indignazione ma la perdita della Terra Santa fu accolta come un evento inevitabile. L'abbandono forzato della Terra Santa costrinse tutti gli Ordini religioso-cavallereschi a trasferire i rispettivi Conventi a Limisso (Limassol) sulla costa a sud del Regno di Cipro.


1291: il Gran Maestro Jean de Villiers con i suoi Ospitalieri, arriva alla città di Limisso
(affresco nel palazzo del Gran Maestro a La Valletta)

Dal disastro di San Giovanni d'Acri erano scampati pochi Ospitalieri, e tra essi il Gran Maestro Jean de Villiers, pure gravemente ferito in battaglia. L'Ordine, non potendo più svolgere le attività per cui era nato, sentì venir meno le ragioni stesse per le quali era stato fondato. Il fatto di essersi stabiliti a Cipro, tra l'altro, presentò dei seri inconvenienti. Infatti, la collocazione sulla costa risultò una esposizione sfavorevole, poiché oggetto delle razzie egiziane.

Ricco e potente, con le Commende disseminate in tutte le nazioni, tormentato dai problemi che l'impegno militare aveva sempre assopito, l'Ordine appariva come un gigante in cerca di una bandiera ed era pronto a schierarsi con chi avesse chiesto il suo aiuto per una causa plausibile e accettabile.


un Sacerdote ed un Cavaliere dell'Ordine

Dal punto di vista economico, la perdita di San Giovanni d'Acri ebbe forti ripercussioni sulle casse dell'Ordine. Infatti fu costretto a rinunciare definitivamente agli introiti derivanti dai possedimenti in Siria, mentre i terreni a Cipro erano troppo limitati per sostenere qualsiasi azione di guerra in Oriente.

Le conseguenze derivanti dall'abbandono di San Giovanni d'Acri si ebbero, però, nell'opinione pubblica contemporanea, che alla commozione e alla rabbia nei confronti dei musulmani, associarono quella verso gli stessi Ordini militari, rei di inefficienza militare. In dubbio ormai era messa la sopravvivenza stessa di queste istituzioni, sicuramente il prodotto più evidente della vicenda crociata.

Gli ultimi anni del XIII secolo, quindi, potevano rappresentare la fine dei cavalieri Gerosolimitani, tenuto conto di quanto di lì a breve sarebbe accaduto all'Ordine del Tempio.

I Giovanniti scamparono alla soppressione grazie alla capacità di reinventarsi, riuscendo a proporre nuove strategie offensive di guerra contro i musulmani. Fra' Jean de Villiers, Gran Maestro dell'Ordine di San Giovanni, aveva la necessità di riorganizzare l'Ordine stesso.

L'isola che li ospitava insieme con i Templari, si dimostrò subito troppo scomoda per due Ordini ed i Cavalieri temevano che la loro indipendenza potesse essere insidiata.


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