(1523 - 1534)
IL MAGISTERO DI
PHILIPPE DE VILLIERS DE L'ISLE-ADAM A MALTA

Partita da Rodi all'alba del Capodanno del 1523, la flotta Cristiana con il testa la “gran caracca di Rodi”, l'ammiraglia degli Ospitalieri, giunse a Candia, dove Philippe de Villiers de L'Isle-Adam si lamentò per non essere stato soccorso dai Veneziani; non si fermò che il tempo necessario a riparare i danni ai vascelli sconquassati dalla tempesta; il Gran Maestro voleva raggiungere le coste dell'Italia centrale ma i venti contrari lo costrinsero ad approdare a Messina.

A Messina il Gran Maestro incontrò dei Cavalieri di varie “lingue” con provviste, polveri e munizioni per Rodi. I Cavalieri furono severamente inquisiti per il loro ritardo, ma poterono dimostrare la loro innocenza e Philippe de Villiers de L'Isle-Adam li riammise ai loro posti nell'Ordine.

Intanto a Messina dilagò la peste, forzando il Gran Maestro a partire. La flotta Giovannita si stabilì nel golfo di Baia (a metà strada fra Cuma e Pozzuoli) e il Gran Maestro fece costruire, non lontano da Cuma, una specie di accampamento trincerato dove furono alloggiati tutti i Cavalieri e i Rodioti infettati dalla peste.


il Papa Adriano VI

Impaziente di sapere cosa decideva la Santa Sede riguardo all'Ordine, appena il tempo glielo permise il Gran Maestro fece vela per Civitavecchia da dove si affrettò ad annunziare il suo arrivo al Pontefice, pregandolo di dargli udienza. Il Papa Adriano VI, che allora era alleato con l'Imperatore Carlo V contro la Francia, non volendo che Philippe de Villiers de L'Isle-Adam sapesse di questa alleanza, gli mandò a dire di attenderlo a Civitavecchia per l'inverno.

Il Gran Maestro ebbe finalmente licenza di entrare in Roma, dove il Pontefice lo ricevette con tutti gli onori dovuti al suo valore, come pure alle sue sventure. Pochi giorni dopo Adriano VI morì e le promesse che aveva fatto al Gran Maestro rimasero prive di effetto.

Papa Clemente VII, successore di Adriano VI, prima di farsi ecclesiastico era stato Commendatore dell'Ordine di San Giovanni e conservava un caro ricordo. Egli si diede un gran da fare per porre rimedio alle disgrazie dei Cavalieri e, come residenza, assegnò loro la città di Viterbo, in attesa che venisse scelta una sede degna di Rodi.


Philippe de Villiers de l'Isle-Adam entra a Viterbo
(dipinto di Auguste-Hyacinthe Debay)

Il Gran Maestro accettò la nuova sede di Viterbo, ma si riservò comunque di valutare tutte le altre possibilità per una nuova sistemazione. Alcuni Cavalieri spagnoli consigliarono al Gran Maestro di negoziare con l'Imperatore Carlo V la cessione all'Ordine delle isole di Malta e di Gozzo.


1524: il Gran Maestro Philippe de Villiers de L'Isle-Adam con i suoi Ospitalieri va ad abitare nella città di Viterbo
(affresco nel palazzo del Gran Maestro a La Valletta

Malta apparteneva alla Corona di Spagna e l'eventuale cessione spettava solo all'Imperatore Carlo V, che era anche Re di Spagna. L'8 ottobre 1523 un'ambasceria di Cavalieri partì per la Spagna; passarono poche settimane ed il lavoro dell'ambasceria cominciò a dare i primi risultati. Carlo V propose Minorca, Ischia, l'Elba, Ibiza, Heres e Ponza, ma nessuna di queste isole sembrava rispondere come Malta, alle esigenze dell'Ordine. La posizione geografica ne faceva un baluardo naturale contro i turchi e da quella base i Cavalieri avrebbero controllato tutte le rotte delle navi nemiche.


l'Imperatore Carlo V

Alla fine Carlo V comunicò la sua intenzione di concedere Malta e Gozo, ma pose due condizioni: la prima era che i Cavalieri avrebbero dovuto mantenere una guarnigione nella città di Tripoli e la seconda era che il Gran Maestro avrebbe dovuto prestargli giuramento di fedeltà. Condizioni inaccettabili: il giuramento di fedeltà sarebbe stato una grave violazione della Regola che imponeva la neutralità nei conflitti tra stati cristiani e contrastava con la condizione sovrannazionale dell'Ordine.

Mentre il Gran Maestro tentennava nell'imporre all'Ordine tali aggravi, ricevette la visita di Acmet Pascià, governatore di Egitto per conto di Solimano, il quale gli offriva la restituzione di Rodi, a patto che i Cavalieri lo aiutas­sero nell'ottenere l'indipendenza dell'Egitto. Ma Acmet Pascià fu tradito dai suoi stessi amici che lo uccisero per ottenere il perdono di Solimano e Philippe de Villiers de L'Isle-Adam dovette riprendere i negoziati con Carlo V.

Infine Philippe de Villiers de L'Isle-Adam fece sapere all'Imperatore che accettava Malta e Gozo purché libere da qualsiasi vincolo: unico impegno, una Messa da celebrare ogni anno quale ringraziamento. L'Imperatore non si irrigidì e concesse ad una deputazione Giovannita di visitare l'isola. Otto Cavalieri, uno per ogni “Lingua”, sbarcarono a Malta e la ispezionano minuziosamente. Il primo approccio fu deludente: Malta era grande, rocciosa, inospitale e non reggeva il confronto con Rodi né per clima, né per bellezze naturali e, da esperti soldati, si resero subito conto di come sarebbe stato difficile difenderla.

Nel 1528, giunse finalmente al Gran Maestro la notizia che Carlo V accoglieva le sue richieste: l'imperatore concedeva Malta libera da qualsiasi obbligo di fedeltà ed aggiungeva alla donazione la fortezza di Tripoli.

Il 23 marzo del 1530 Carlo V firmò la bolla con la quale assegnava definitivamente all'Ordine di San Giovanni Malta e le isole adiacenti. Subito dopo Philippe de Villiers de L'Isle-Adam inviò a Malta dei commissari per prendere possesso della città e restaurare le fortificazioni e le case destinate all'alloggio dei Cavalieri.


Philippe de Villiers de l'Isle-Adam

Risolte anche le difficoltà che Carlo V suscitò riguardo al diritto dell'Ordine di coniare moneta e rifornirsi di biada in Sicilia, Philippe de Villiers de L'Isle-Adam s'imbarcò e il 26 ottobre fece ingresso in Malta. Sette anni erano trascorsi dal momento in cui i Cavalieri avevano lasciato Rodi.

Quando Philippe de Villiers de l'Isle-Adam giunse a Malta, rimase molto deluso di non trovare altro che una roccia arida, con il Castello di Sant'Angelo per la sua unica protezione, e poche case raggruppate intorno alla fortezza. Nella stessa fortezza le sole difese erano due falconetti.

Mdina, la a capitale dell'isola eretta dai greci nel 1404 a.C. giaceva nel centro dell'isola circondata da deboli fortificazioni. Diversi piccoli villaggi erano sparsi qua e là come macchie su tutta l'isola. La magnificenza del grande porto era l'unico punto di attrazione.

La disaffezione presto comparì tra i Cavalieri a causa della apparenza poco invitante dell'isola che doveva essere la loro nuova casa. Ma Philippe de Villiers de l'Isle-Adam percepì immediatamente i vantaggi che l'isola avrebbe potuto offrire, se adeguatamente fortificata.


1530: Philippe de Villiers de l'Isle-Adam prende possesso dell'isola di Malta
(dipinto di René Théodore Berthon - Museo Nazionale di Versailles)

Malta mise subito a dura prova lo spirito di sacrificio dei Cavalieri ma, durante i due secoli di permanenza a Rodi, avevano acquistato una mentalità marinara e l'esperienza non mancava. Unico elemento positivo di Malta erano le coste: vi erano due insenature molto ampie e profonde che potevano ospitare numerose navi di notevoli dimensioni, due porti in grado di offrire un rifugio alla flotta.

Avendo assunto la sovranità sulle isole di Malta e Gozo fissò la sua residenza temporanea in Castel Sant'Angelo e stabilì il Convento dell'Ordine nel villaggio ai piedi del Castello, che fece delimitata da una linea di trinceramenti, per la protezione del nuovo Ospedale e del convento stesso.

I pensieri del Gran Maestro erano rivolti a fortificare Mdina, la capitale dell'isola, dove aveva fatto il suo ingresso solenne il 13 novembre 1530. Di conseguenza le antiche fortificazioni furono restaurate e la città fortemente presidiata.

L'isola di Gozo venne affidata alle cure di un governatore e la sua difesa affidata ad una compagnia di fanteria. Successivamente Philippe Villiers de l'Isle-Adam si dedicò all'amministrazione dell'interno di Malta.


l'Ammiraglio Andrea Doria

Nel 1531 per la prima volta da quando i Cavalieri erano Malta, fecero parte di una flotta cristiana sotto il comando dell'Ammiraglio Andrea Doria e tentarono di riconquistare Modone e Corone, in Grecia. Ma, fallito un primo tentativo, il Gran Maestro abbandonò il progetto e pensò solo a come organizzare l'Ordine di Malta; per fare questo, nel 1535 Philippe Villiers de l'Isle-Adam presiedette un Capitolo generale dove vennero revisionati i vecchi statuti, cosa necessaria dal cambiamento della situazione.

Dopo una grave malattia che lo aveva profondamente prostrato, Philippe de Villiers de l'Isle-Adam morì a Malta il 22 agosto 1534, all'età di 75 anni, dopo aver regnato per dodici anni a Rodi e quasi quattro a Malta. Il suo corpo fu imbalsamato e sepolto nella cappella del Forte Sant'Angelo, da dove 30 anni dopo, venne trasferito nella chiesa conventuale dell'Ordine, fatta erigere dal Gran Maestro Jean de la Cassiere nella città di La Valletta.

Saputo della sua morte, il Sultano Solimano il Magnifico, che aveva sempre ammirato le qualità di quest'uomo eccezionale, proclamò nel suo impero il lutto generale in memoria di un avversario valoroso e fece pubblicare in tutte le moschee del suo vasto impero uno elogio funebre in suo onore: “credenti, imparate che un non credente che fa il suo dovere deve essere ammirato ed onorato dai suoi nemici”.


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