1798: la perdita di Malta


cavaliere di Malta (XVIII sec)

Si avvicinava però il giorno in cui l'Ordine doveva essere allontanato dall'isola che per quasi tre secoli aveva assistito alle sue gesta più gloriose, e sulla quale i suoi capi avevano governato saggiamente.

Il Gran Maestro Ferdinand von Hompesch zu Bolheim pagò caramente la scarsa attenzione agli avvertimenti che aveva ricevuto riguardanti la grande flotta che Napoleone stava preparando a Tolone, credendo che il governo francese non aveva alcuna intenzione di mostrare ostilità verso l'Ordine, e che la destinazione reale della flotta era l'Egitto.

Non passò molto tempo, però, prima di scoprire che si era cullato in una falsa sicurezza. Il 19 maggio 1798, una flotta francese, composta da 400 navi da trasporto, 15 grandi velieri, 15 fregate, 7 corvette e 3 navi di piccole dimensioni, salpò da Tolone, trasportando un corpo di spedizione di 30.000 uomini al comando del generale Napoleone Bonaparte.

La flotta era diretta in Egitto, dove Bonaparte cercava di espandere l'influenza francese. Il 9 giugno 1798 la flotta francese apparve al largo di La Valletta, la città portuale fortificata nell'isola di Malta.

Visto che in quel momento l'Ordine di Malta, pur essendo composto da uomini provenienti da tutta Europa, aveva una percentuale significativa di Cavalieri francesi, Napoleone, ritenendo di essere ben accolto, inviò dal Gran Maestro il suo aiutante di campo, che gli chiese di lasciar entrare la flotta francese nel Porto Grande perché si rifornisse di acqua.

Ferdinand von Hompesch zu Bolheim, accolse questa domanda con un rifiuto, sostenendo che un tale atto costituiva una violazione della neutralità di Malta e che, in virtù del trattato del 1798, era possibile ammettere in porto solo quattro navi alla volta.

Questa era la risposta che Napoleone desiderava, in quanto gli offriva il pretesto necessario per una lite. Appena Bonaparte ricevette il messaggio, ordinò al console francese Caruson di scrivere una lettera di minacce al Gran Maestro, dove si sosteneva che l'intenzione di Bonaparte era quella di ottenere con la forza ciò che avrebbe dovuto essergli concesso dai principi di ospitalità.


il Generale Louis Baraguey d'Hilliers

Ferdinand von Hompesch zu Bolheim, tuttavia, non era l'uomo adatto a gestire questa crisi e, ancora una volta, negò alle navi francesi di accedere al porto.

Nel ricevere questa risposta, Bonaparte ordinò immediatamente la sua flotta a bombardare Valletta e la sera del 10 giugno del 1798 il Generale Louis Baraguey d'Hilliers condusse uno sbarco di 15.000 soldati francesi sbarcarono in diversi punti dell'isola e, in meno di due ore, occuparono le aree periferiche dell'intera isola.

Per i Cavalieri furono ore drammatiche: per la prima volta il Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, detto di Rodi e detto di Malta era costretto a levare le armi contro altri cristiani e questo contrastava con la Regola dell'Ordine.

Il Gran Maestro Ferdinand von Hompesch zu Bolheim ordinò ai suoi di non reagire. Ovunque regnava una grande confusione; i Cavalieri francesi abbandonarono l'Ordine, ed i Cavalieri restanti non riuscirono ad attuare una resistenza significativa.

Si diffuse subitola voce del tradimento dei Cavalieri francesi ed il popolo maltese commise molti atti di violenza contro di loro.

Nell'isola circa 2.000 miliziani maltesi riuscirono a resistere ancora per 24 ore, ma poi furono costretti a ritirarsi entro le mura di La Valletta, una volta la città di Mdina era stata catturata dal Generale Claude-Henri de Belgrand Vaubois.

I Cavalieri effettuarono ancora diversi interventi, al fine di impedire l'avanzata dell'esercito assediante, ma invano, ed alla fine a bordo del vascello francese Orient, una deputazione di sette Cavalieri trattò la resa con Napoleone.


Napoleone in Egitto

Questa venne concessa, ma a condizione che si consegnasse l'isola ai francesi. L'accordo venne firmato il 12 giugno, in virtù del quale i Cavalieri dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme cedevano all'Esercito francese la città e le fortezze di Malta, rinunciando a favore della Repubblica francese ai diritti di sovranità ed ai beni che possedevano nelle isole. Un documento in duplice copia, per concludere 268 anni di storia dei Cavalieri di Malta.

Il Gran Maestro Ferdinand von Hompesch zu Bolheim, dopo aver firmato il 12 giugno 1798 il trattato della cessione di Malta, Gozo e Comino ai Francesi, il 18 giugno si imbarcò per Trieste, dove, una volta giunto, pubblicò un manifesto contro la cessione impostagli con la forza dai Francesi.

Subito dopo i Cavalieri dissidenti disconobbero l'autorità del Gran Maestro e nominarono “de facto” a tale carica l'imperatore Paolo I di Russia. Questi, per onorare tale carica, ordinò la creazione di un “Trono di Malta” (ora in mostra nel Museo Statale dell'Ermitage).

Bonaparte stabilì una guarnigione francese sulle isole, lasciando 4.000 uomini sotto il comando del Generale Claude-Henri de Belgrand Vaubois, mentre lui e il resto del corpo di spedizione il 19 giugno 1798 salpò verso Alessandria, in Egitto.


l'Ammiraglio Horatio Nelson

Il 31 giugno Bonaparte giunse in Egitto, dove sbarcò il suo esercito e marciò su Alessandria, catturando la città. Intanto a Malta, i francesi avevano rapidamente smantellato le istituzioni dei Cavalieri e le proprietà della chiesa erano state saccheggiate. Questo atto generò una forte rabbia tra i religiosi maltesi e soprattutto tra la popolazione.

Il 2 settembre questa rabbia esplose in una rivolta popolare. La Valletta venne circondata da circa 10.000 soldati irregolari maltesi guidati da Emmanuel Vitale e dal Canonico Saverio Caruana. I maltesi erano armati con 23 cannoni e una piccola squadra di cannoniere costiere. Anche se ci furono intermittenti schermaglie tra il presidio francese ed i rivoltosi maltesi, la fortezza era troppo forte per l'assalto degli irregolari.

Alla fine di settembre, un convoglio britannico composto da 13 navi guidate capitano Sir James Saumarez apparve al largo dell'isola; le navi avevano bisogno di fare delle riparazioni, ma in quel momento La Valletta era sotto assedio.

Tuttavia, Sir James Saumarez incontrò i rappresentanti dei maltesi e il 25 settembre, inviò un'offerta di tregua al Generale Claude-Henri de Belgrand Vaubois per loro conto. Il Generale de Belgrand Vaubois rispose: “Vous avez, sans doute, oublié que des Français sont dans la posizione. Le specie des habitans ne vous regarde pointe. Quant à votre sommation, les français Soldats ne sont punto habitués à ce stile” (Voi avete, senza dubbio, dimenticato che i francesi detengono la Posizione. Il destino degli abitanti non vi riguarda affatto. Quanto al vostro ultimatum, i soldati francesi non sono abituati a questo stile).


Alexander Ball
primo governatore di Malta

Non essendo in grado di convincere i francesi a cedere, Sir James Saumarez fornì alle forze irregolari maltesi 1.200 moschetti con cui continuare l'assedio, dopodiché navigò per Gibilterra.

A metà settembre, giunse sull'isola uno squadrone di navi portoghesi per effettuare il blocco navale dell'isola; a queste, il 12 ottobre, si aggiunsero 3 navi inglesi, segnando così l'inizio formale del blocco. Nello stesso giorno, Generale Claude-Henri de Belgrand Vaubois ritirò l'ultimo dei suoi soldati all'interno della città fortificata di Valletta, accompagnato da circa 100 cittadini maltesi che si erano uniti alle forze francesi.

Il 24 ottobre, l'Ammiraglio inglese Horatio Nelson aggiunse la sua squadra navale al blocco di Malta, Entro la fine dell'anno il numero dei soldati irregolari maltesi era sceso da 10.000 a 1.500, sostenuto da 500 inglesi e portoghesi. La flotta del blocco, sull'isola di Malta ora governava la Baia di San Paolo e Marsa Scirocco (ora Marsaxlokk).

Il 1799 fu un anno frustrante per le forze britanniche e maltesi, in quanto insufficienti per proseguire l'assedio. In aggiunta alle difficoltà per gli alleati di ottenere cibo per la popolazione maltese, i francesi riuscirono a portare rifornimenti forzando più volte il blocco.

Nel mese di maggio, una grande spedizione francese, sotto il comando dell'Ammiraglio Etienne Eustache Bruix entrò nel mediterraneo occidentale, costringendo Nelson a recuperare la sua flotta, allontanandosi temporaneamente da Malta. Questo permise alle navi francesi di portare i rifornimenti a La Valletta.

Tuttavia, malgrado questi rifornimenti occasionali, la guarnigione francese si trovò rapidamente a corto di cibo e, per risparmiare risorse, i francesi costrinsero la popolazione civile fuori della città. Lo stesso Nelson prese il comando del blocco ed organizzò la distribuzione del cibo alla popolazione maltese.


l'Ammiraglio George Elphinstone

Il 1° novembre Nelson nuovamente chiese la resa a Vaubois, ma questa venne nuovamente respinta. Nel dicembre 1799 giunsero a malta 800 soldati inglesi sotto il comando del Generale Thomas Graham. Queste truppe riempirono il vuoto lasciato dal ritiro delle forze portoghesi.

All'inizio di febbraio 1800, anche il governo napoletano accettò di partecipare all'assedio: 1.200 soldati vennero imbarcati su una squadra navale guidata dall'Ammiraglio George Elphinstone, Visconte di Keith, e sbarcarono a Malta.

Il blocco britannico continuò a impedire ai francesi di rifornire Valletta. Durante l'estate del 1800 la situazione era disperata: all'interno della città niente cavalli o asini; cani, gatti, polli e conigli erano scomparsi e le cisterne erano state svuotate.

Il 3 settembre, con i suoi uomini che morivano di fame e di malattie al ritmo di oltre 100 al giorno, il Generale Claude-Henri de Belgrand Vaubois convocò il consiglio degli ufficiali dove venne deciso all'unanimità di arrendersi.

Il pomeriggio del giorno dopo, i rappresentanti degli inglesi e dei francesi firmarono i termini con i quali Malta passava sotto il controllo britannico. I maltesi vennero esclusi del tutto dai negoziati, anche se il loro comandante, Alexander Ball, in seguito divenne il primo governatore di Malta.

Lo Zar Alessandro I, come Gran Maestro dei Cavalieri di San Giovanni, chiese che Malta venisse consegnata al controllo russo, ma il Primo Ministro di Gran Bretagna rifiutò decisamente.

Il 30 maggio 1814, la destinazione finale delle isole venne determinata nel settimo articolo del trattato di Parigi, nei termini seguenti “L'isola di Malta con le sue dipendenze appartengono in piena autorità e sovranità a Sua Maestà Britannica”.

L'isola è poi rimasta in mani britanniche fino alla sua indipendenza, avvenuta nel 1964.


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