Per armamento, il Fratello Drappiere consegnava ai Cavalieri soprattutto una “spada” a una mano dritta, a doppio filo e a punta arrotondata; la punta arrotondata ci induce a pensare che venisse usata solo di taglio.
Poi, uno “scudo”, generalmente triangolare costruito in legno (spesso di pioppo), imbottito all’interno, ricoperto di cuoio all’esterno, leggermente ricurvo ai lati, dritto in alto con gli angoli arrotondati, portato a bandoliera e talvolta rinforzato con lamelle chiodate. Era blasonato della croce del Tempio. Questo scudo è rappresentato sul sigillo del Tempio con i due cavalieri sullo stesso cavallo.
La “lancia”, fabbricata di preferenza in legno di frassino, di carpine o di melo, aveva l’asta che non superava i tre metri e terminava con un ferro a losanga o a forma di foglia di salice a due fili.
Contro i Musulmani, i Cavalieri Templari utilizzarono anche la “mazza turca” costituita da un lungo manico di legno e di un pezzo di metallo contundente situato all’estremità.
Infine, essi ricevevano un’”ascia” per spaccare la legna e tre coltelli: il “coltello d’arme” (o pugnale o daga), che era un’arma a due tagli e a lama larga che veniva portata al fianco destro con l’impugnatura in avanti, il “coltello da taglio” utilizzato per tagliare il pane ed infine un “temperino”, piccolo coltello a lama dritta, per utilizzo in varie occasioni.
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