Perché della nostra vita si vede solo la scorza all’esterno. Poiché la corteccia è tale che si vedono bei cavalli e bei vestiti, così pensate di essere a vostro agio. Ma non sapete i forti comandi che si trovano all'interno. Perché è una grande cosa che voi, come signore di voi stessi, diventate schiavi degli altri. (Estratto dalla Regola dell’Ordine).
La regola dell’Ordine ed i suoi regolamenti ci dicono esattamente quella che era la vita quotidiana dei Templari in Occidente e Oriente. Questa vita era divisa tra momenti di preghiera, vita comunitaria (pasti, riunioni), formazione militare, sostegno e protezione dei pellegrini, la gestione dei beni della casa, il commercio, la raccolta delle tasse e imposte a favore dell’Ordine, il controllo del lavoro dei contadini sulle terre dell'Ordine, la diplomazia, la guerra e la battaglia contro gli infedeli.
La vita dei Templari in Occidente, tranne che in Spagna e Portogallo, era pacifica. La vita in Oriente e nella penisola iberica era militarmente attiva.
La vita dei Templari era ritmata dai momenti di preghiera, che comprendevano le recite delle
preghiere, i canti e le celebrazioni della Messa.
I tempi che seguono sono dati a titolo indicativo in quanto variano in base al periodo dell'anno
solare:
a mezzanotte, destinato a santificare
la notte, veniva recitato il “mattutino”;
alle ore 4:00 venivano recitate le
“lodi mattutine”;
alle ore 6:00 i Templari partecipavano
alla” Prima”;
successivamente alla Santa Messa;
alle ore 9:00 c’era la “Terza”;
a mezzogiorno la “Sesta”;
alle 15:00 la “Nona”;
alle 17: 00i “Vespri”;
chiudeva la giornata la “Compieta”
recitata prima di dormire.
I Templari veneravano soprattutto la Vergine Maria. Nella cappella, i fratelli erano invitati a recitare le loro preghiere in silenzio.
Alla fine dei salmi dovevano alzarsi, inchinarsi e cantare il Gloria Patri in onore della Santissima Trinità, mentre i deboli e gli ammalati che non potevano stare in piedi, potevano abbassare solo la testa.
I fratelli che non potevano frequentare i servizi religiosi, recitavano le loro preghiere dove si trovavano. I fratelli che venivano sollevati dalla sofferenza di seguire l'Ufficio del Mattutino a mezzanotte, dovevano recitare tredici preghiere differenti.
Dopo il prologo della Regola, il secondo tema riguarda i fratelli morti ed indica l'importanza
che occorreva dare loro. “Là dove si trova il corpo, tutti i fratelli che sono presenti devono dire
cento Paternoster durante i sette giorni successivi”. E duecento per la morte di un Maestro.
I fratelli che stavano morendo ricevevano la confessione e l'estrema unzione da un cappellano
dell'Ordine.
Per la carità e nella memoria dei morti, un povero doveva essere nutrito per quaranta giorni. I
Templari venivano sepolti nei loro cimiteri proprio vicino alle loro cappelle e nella maniera più
umile, con il corpo avvolto in un sudario e collocato in una buca nel terreno. Tutto
l’equipaggiamento del Cavaliere Templare veniva restituito al convento e riassegnato ai suoi
fratelli.
La guerra santa ebbe luogo in Oriente e in Spagna. I fratelli del Tempio sapevano di essere impegnati a morire in memoria di Cristo, per proteggere i pellegrini cristiani durante il loro pellegrinaggio in Palestina: il trasporto dei pellegrini, la sicurezza delle strade, la tutela dei luoghi santi e le Crociate. Per questo accettarono e addirittura volevano morire.
Così, l'articolo 12 della Regola esplicita: "Di giorno come di notte, con grande coraggio dato per la professione, tutti possono essere confrontati con il più saggio dei profeti che ha detto: “Calicem salutaris accipiam” (Prenderò il calice della salvezza”, ed ancora, “Io vendicherò la morte di Gesù Cristo con la mia morte”.
I Templari, come religiosi, avevano diritto a due pasti al giorno, uno a mezzogiorno) e l’altro serale, tranne nei giorni di digiuno, dove era servito solo un pasto.
Il pasto avveniva nel refettorio del Comandante, chiamato il “palazzo”, ed si svolgeva in comune e in silenzio. Un fratello leggeva ad alta voce alcuni brani di testi sacri, o parole sante e santi comandamenti. I Templari avevano un’unica ciotola e mangiavano con le dita come la gente della loro epoca. Ognuno aveva un personale coltello da tavola. Alla fine del pasto, i fratelli rendevano grazie a Dio.
La Regola afferma che c’erano i giorni della “carne”, vale a dire i giorni veniva servita carne rossa (maiale, agnello), purché non accadesse ogni giorno, in modo da non corrompere il corpo. Il cervo era proibito, così come la pratica della caccia. I pasti senza carne consistevano di verdure, legumi e zuppe con il pane, base della dieta medioevale. Molte feste erano caratterizzate da un pasto a base di carne: il Natale, i Santi, la festa della Vergine, quelle di ciascuno dei dodici apostoli. Due piatti di carne venivano serviti ogni Domenica, fatta eccezione per i sergenti e gli scudieri.
I giorni di magro corrispondevano a giorni o periodi di digiuno. Il venerdì era il giorno del pane, del pesce o carni bianche di pollame proveniente dalle aziende agricole dei Templari. I giorni di magro duravano da Ognissanti fino a Pasqua, circa cinque mesi, ad esclusione di alcune festività. I Templari che prestavano servizio militare erano dispensati dal digiuno, per non esserne indeboliti.
Il vino era servito in proporzione uguale per tutti. La quantità giornaliera di un vino era una “emina” (un'unità di misura medievale equivalente ad un quarto di litro). Il pasto era il momento della carità. Un decimo del pane veniva dato ai poveri dal cappellano della Commanderia.
La Regola vietava che ci si allontanasse durante il pasto, tranne in due situazioni di emergenza: quando un fratello aveva un sanguinamento dal naso e quando i fratelli sentivano un uomo gridare verso la Commanderia per evitare un calcio di cavallo o un incendio.
Una terza situazione non viene notificata nella Regola, ma era comunque consentito allontanarsi quando c'era l'allarme per prevenire un attacco nemico.
I cibi proibiti erano quelli dei monaci di ogni Ordine: il cervo e dalle spezie usate nella cucina molto nobile del Medioevo, perché “il calore del sangue” eccita i sensi, e sono pertanto incompatibili con la castità religiosa.
“Molto parlare incita il peccato”, “Vita e morte sono al potere della lingua” e “per fuggire il
peccato, si deve cessare ed astenersi dal parlare male”.
Così numerosi avvertimenti vennero inviati ai fratelli sul come trattenere la loro lingua e il loro
dovere di silenzio, al fine di preservare l'armonia fraterna della comunità e del successo “del
lavoro di cavalleria”.
La Regola spiega la necessità di imparare a tacere in certi momenti della giornata, come dopo la
Compieta, prima di dormire e durante il pasto. Le “parole oscene” e le “risate da villano” erano
vietate. Tutti dovevano essere in grado di controllare se stessi e “non incoraggiare l’ira del
fratello, o la sua rabbia”.
I fratelli ammalati dovevano essere trattati “in pace e con cura”. Il fratello era obbligato a
soddisfare le esigenze di assistenza infermieristica dei pazienti, in particolare mediante la
somministrazione di alimenti “che restituiscono la salute”.
La Regola fornisce informazioni circa l’infermeria templare. Alcune malattie e disturbi comuni,
secondo i nomi dell’epoca, erano: la febbre, la dissenteria, una brutta ferita, il vomito e la
frenesia.
La lebbra era una malattia incurabile e molto diffusa. Il re di Gerusalemme Baldovino IV (1174-1184) ne fu colpito. I Templari lebbrosi si recavano a visitare un lebbrosario dell’Ordine di San Lazzaro e, senza alcun obbligo per loro, venivano invitati ad entrare in questo nuovo Ordine. Se non volevano potevano rimanere nell’Ordine dei Templari, ma avrebbero vissuto separati dai loro fratelli.
“La compagnia delle donne è cosa pericolosa”; la Regola diceva: “noi crediamo che ci sia qualcosa di pericoloso in qualsiasi religione nel guardare le donne in faccia”. Era vietato baciare una donna, qualunque essa sia stata (anche sorella o zia, diceva la Regola), per “rimanere perennemente davanti a Dio con coscienza pura e una vita sicura”.
Nei suoi possedimenti, l' Ordine del Tempio aveva anche una giustizia interna. Questa giustizia veniva applicata principalmente durante i Capitoli Generali o Provinciali. Anche se l’attività principale del Capitolo dell’Ordine non era quella di dispensare la giustizia, aveva un ruolo di un consiglio di disciplina.
Quando c’era la riunione del Capitolo e quando c’era da applicare la giustizia, il fratello templare accusato entrava in aula per confessare i uoi erroro “gridava grazia” a tutto l'Ordine. Poi si ritirava per dare il tempo perchè le cose venissero esaminate e poi tornava di nuovo per ascoltare la sentenza che gli era stata inflitta.
Le pene erano graduate secondo la gravità:
sermoni somministrati pubblicamente
dopo la preghiera;
pane e acqua per un giorno;
penitenza (un giorno, due o tre giorni
da Venerdì, ...);
perdita dell’abito, ma il fratello
aveva diritto al soggiorno;
perdita dell’abito ed espulsione
temporanea (un anno e un giorno al massimo);
espulsione definitiva dalla Cavalieri
Templari.
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