il processo dei Templari

Dal momento che tutti i Templari nel regno di Francia erano stati arrestati, Filippo IV invitò i sovrani di Spagna ed Inghilterra a fare lo stesso, ma tutti rifiutarono perché temevano l’ira del Papa. Ma il Re di Francia non si scoraggiò e quindi aprì il processo contro i Templari.


Filippo il Bello

Tuttavia, l’Ordine del Tempio era un ordine religioso e non poteva subire, in quanto tale, la giustizia secolare.

Filippo il Bello quindi chiese al suo confessore, Guillaume de Paris, come Grande Inquisitore di Francia, di procedere all’interrogatorio dei 138 Templari arrestati a Parigi. Tra questi cavalieri, 38 morirono sotto tortura, ma vennero fuori anche le prime “confessioni”.

Tra i peccati più spesso confessati, l’Inquisizione sentì parlare della vendita della Santa Croce, della negazione di Cristo, di sodomia e l’adolazione di un idolo chiamato Baphomet. Solo tre Templari resistettero tortura e non confessarono alcun comportamento lascivo.


l'arresto dei Templari

Nel tentativo di proteggere l’Ordine del Tempio, il Papa Clemente V emise la bolla “Pastoralis praeminentiae”, che ordinava ai governanti europei di arrestare i Templari e mettere il loro patrimonio a disposizione della Chiesa. Inoltre, il Papa chiese di sentire lui stesso i Templari a Poitiers.

Ma la maggior parte dei funzionari Templari (72 in tutto) erano imprigionati a Chinon, prigionieri del Re Filippo il Bello, il quale dirà che erano troppo deboli per viaggiare.


riprodizione dei sigilli dei tre cardinali
sul manoscritto di Chinon

Il Papa delegò quindi i tre cardinali, Bérenger Frédol, Étienne de Suisy e Landolfo Brancacci per andare a sentire i testimoni a Chinon.

I tre legati apostolici redassero il manoscritto di Chinon, tuttora conservato presso l’Archivio Segreto Vaticano, dove è dimostrato che il Papa Clemente V, in quest’occasione, assolve i responsabili dell‘Ordine.

La prima commissione pontificia ebbe luogo 12 novembre 1309 a Parigi. Aveva lo scopo di determinare se l’Ordine del Tempio era un ente morale e non una persona fisica.

Per fare questo, la commissione inviò una circolare a tutti i vescovadi, chiedendo che venissero portati davanti alla commissione tutti i Templari arrestati. Un solo fratello denunciò le confessioni rese sotto tortura: Ponsard di Gisy, precettore della Commanderia di Payns. Il 6 febbraio 1310, quindici Templari su sedici gridarono a gran voce la loro innocenza e furono presto seguiti dalla maggior parte dei loro fratelli.


Re Filippo il bello
fa bruciare i Templari

Il Re di Francia, che voleva guadagnare tempo, nominatò all’Arcivescovado di Sens un Arcivescovo totalmente a lui fedele: Philippe de Marigny (fratellastro di Enguerrand de Marigny).

Contemporaneamente mandò 54 Templari sul rogo il 12 maggio 1310, in seguito alle loro confessioni estorte sotto tortura nel 1307.

Tutti gli interrogatori si conclusero il 26 maggio 1311. Tutti i documenti relativi al processo, conservati negli archivi del Vaticano, sono stati pubblicati nel 2007.