1410: l'assedio di Marienburg

Conclusasi la battaglia di Tannenberg-Grunwald, la strada verso la capitale Teutonica di Marienburg (oggi Malbork) era ora aperta all'alleanza polacco-lituana. La città era indifesa, ma per ragioni che le fonti non spiegano, Ladislao esitò a sfruttare il suo vantaggio. Tre giorni dopo la conclusione della battaglia di Tannenberg-Grunwald, il 18 luglio 1410, le principali forze polacco-lituane marciarono verso Marienburg e, il 26 luglio, iniziarono l'assedio del castello.


l'assedio di Marienburg

Ladislao II Jagellone aveva inviato le sue truppe anche a conquistare altre fortificazioni teutoniche, che spesso si arresero senza opporre resistenza, comprese le principali città di Danzica, Toruń e Elbing. Solo otto castelli rimasero in mani teutoniche.

Gli assedianti si aspettavano che anche Marienburg sarebbe stata distrutta completamente con una rapida capitolazione, se non fosse stato per il Komtur Heinrich von Plauen, che era stato incaricato della difesa della Pomerania e ora corse rapidamente a rafforzare le difese di Marienburg. Egli venne eletto velocemente Vice Hochmeister e, grazie alla sua preparazione, la fortezza venne salvata.

Nelle settimane che caratterizzarono l'assedio, le forze polacco-lituane non solo si dimostrarono impreparate per un impegno a lungo termine ma, per la mancanza di rifornimenti e per il basso morale causato da un'epidemia di dissenteria, furono più volte sul punto di ritirarsi lungo il fiume Vistola verso Mazowieckie.

I Cavalieri Teutonici fecero appello ai loro alleati e Sigismondo d'Ungheria, Venceslao, Re dei Romani, e l'Ordine di Livonia inviarono rinforzi ed aiuti finanziari per il pagamento dei mercenari.

Il 19 settembre 1410 il gran numero di vittime tra i lituani e la riluttanza di Ladislao a correre il rischio di ulteriori perdite di vite umane, oltre al fatto che all'Ordine Teutonico si erano aggiunti i nuovi rinforzi provenienti dalla Germania, costrinsero Ladislao a rinunciare all'assedio e ritirarsi. Rapidamente i Cavalieri riuscirono a riprendere la maggior parte dei castelli (solo quattro rimasero in mani polacche).

Lo storico Pawel Jasienica, nel suo monumentale “Jagiellonów Polska” (la Polonia degli Jagielloni) suggerisce che Ladislao voleva preservare l'equilibrio numerico tra lituani e polacchi, mentre invece i lituani avevano subito pesanti perdite di vite umane nell'assedio. Altri storici sottolineano che Ladislao potrebbe aver considerato Marienburg inespugnabile e, pertanto non vedeva alcun vantaggio in un lungo assedio, senza alcuna garanzia di successo.

 


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