1454: la Battaglia di Chojnice

Casimiro IV divise le sue forze in sette grandi unità e l'esercito polacco marciò verso Chojnice, dove fu raggiunto dai soldati della Confederazione prussiana. Il 18 Settembre 1454 Casimiro si scontrò con i Cavalieri Teutonici.


mercenari del 15° secolo

L'esercito teutonico aveva circa 9.000 cavalieri e 6.000 fanti, sotto il comando di Bernard Von Zinnenberg. L'esercito polacco aveva 16.000 cavalieri con qualche migliaio di scudieri (che di solito partecipavano alla battaglia), e poche centinaia di fanti, altre a 500 mercenari di Danzica e 2.000 mercenari assunti dalla Confederazione Prussiana, il tutto sotto il comando del re Casimiro IV, coadiuvato dal suo cancelliere Jan Koniecpolski e da Piotr da Szczekociny.

I comandanti polacchi erano convinti che la battaglia sarebbe stata vinta dalla sola cavalleria pesante polacca e non si curarono molto né dell'artiglieria né della fanteria. Non avevano pensato che l'avversario avrebbe cambiato la sua strategia tradizionale, o che i soldati teutonici, assediati a Chojnice, avrebbero potuto essere qualcosa di più che semplici spettatori.

Il comandante dell'esercito teutonico Bernard Von Zinnenberg però aveva organizzato un tipo completamente diverso di battaglia. All'inizio tutto andò come previsto, seguendo il modello di molte altre battaglie tra Polacchi e Teutonici. La cavalleria polacca agì con molto successo, rompendo le righe teutoniche, uccidendo il principe Rudolf di Żagań e perfino catturando Bernard Von Zinnenberg.

La cavalleria teutonica cercò di sfondare le linee polacche, ma fu costretta a ritirarsi a Chojnice; intanto la fanteria teutonica, che non si era lanciata all'attacco rompendo con la tradizione, si raggruppò in quadrato costruendo una “fortezza di carri” e difendendosi molto bene dal nemico.

Poi, ad un tratto, una sortita da Chojnice causò il panico nell'esercito polacco. Bernard Von Zinnenberg era riuscito a liberarsi, riorganizzare il suo esercizio e lanciarlo all'attacco; centinaia di polacchi vennero uccisi durante la rotta o annegarono nel palude nelle vicinanze. Il Re polacco combatté con grande coraggio e furono i suoi cavalieri a costringerlo a lasciare il campo di battaglia.

La sconfitta polacca fu un disastro. 3.000 corpi vennero lasciati sul campo di battaglia, i Cavalieri Teutonici catturarono 300 cavalieri polacchi, compresi tre comandanti principali: Mikolaj Szarlejski, Łukasz Górka, e Wojciech Kostka da Postupice. I Cavalieri Teutonici persero soltanto 100 uomini. Bernard Von Zinnenberg, tuttavia era formalmente un prigioniero polacco, dal momento che aveva dato la parola di cavaliere.

La battaglia dimostrò che la disciplina e le tattiche migliori, in combinazione con un comandante di talento, potevano vincere contro un più grande, ma tradizionale esercito. I polacchi pagarono a caro prezzo l'aver ignorato il terreno, la fanteria e l'artiglieria.

L'esercito polacco rapidamente si ritirò da Marienburg, e Stuhm venne recuperata dall'Ordine Teutonico. Essi furono anche in grado di prendere altre grandi città, come ad esempio Mewe (Gniew) e Dirschau (Tczew).

Impressionati dalla vittoria dei Cavalieri Teutonici, diversi prussiani capitolarono. Questa fu una grande vittoria per i Cavalieri, anche se mancavano i soldi per pagare i mercenari vittoriosi. L'Hochmeister Ludwig von Erlichshausen promise loro che, se non riusciva a pagarli entro il 19 febbraio 1455, avrebbe consegnato loro tutte le città, i castelli e le terre della Confederazione Prussiana, con il diritto di venderle.

Per salvare la situazione in Polonia, Casimiro iniziò ad assumere più mercenari dalla Boemia e dalla Slesia, inviandoli alle città di Pomerania, Pomesania e Terra di Chełmno. Egli decise inoltre di effettuare un altro arruolamento di massa in tutto il regno polacco.


Statuto di Nieszawa

Ancora una volta la nobiltà della Piccola Polonia chiese privilegi simili a quelli ricevuti a Cerekwica ed il Re in fretta li approvò. In seguito, dall'11 al 16 novembre 1454, sempre sotto l'influenza dei signori della Piccola Polonia, Casimiro cambiò alcune delle promesse fatte in precedenza, attraverso i privilegi per l'intero regno (Statuto di Nieszawa).

Questa volta l'esercito polacco contava quasi 3.000 cavalieri, oltre a 3.000 mercenari. I mercenari avevano comandanti capaci, come Jan Kolda da Žampach, Jan Skalski da Malá Skála e un membro della famiglia Wallenstein.

L'Hochmeister Ludwig von Erlichshausen evitò la battaglia perché troppo rischiosa. L'esercito teutonico iniziò a diminuire l'assedio, la cui difesa era comandata dal mercenario austriaco Fritz Raweneck. Tuttavia, l'esercito era impreparato a catturare castelli, e la preparazione di grandi dimensioni si concluse con un altro fiasco.


I negoziati del 1455


Eric II di Pomerania da Stolp

I primi negoziati tra le due parti furono condotti dal 9 gennaio al 10 Gennaio 1455. La situazione di Casimiro era diventata difficile. Per pagare i suoi mercenari aveva ricevuto un prestito dal clero. Decise di dare in feudo due città ad Eric II di Pomerania da Stolp (Słupsk), sperando di rendere più sicuro il nord della Pomerania. Per calmare l'opposizione, Casimiro poi si recò in Lituania, dove fu costretto a rimanere fino all'estate del 1455.


il Papa Callisto III

In tale situazione i Cavalieri Teutonici furono in grado di recuperare la parte orientale della Prussia. Vennero anche aiutati dalle ribellioni di alcune città, Königsberg e Löbenicht il 17 aprile 1455, causate dalle nuove tasse che la Polonia aveva imposto per sostenere la grande guerra. Kneiphof, l'ultima città della Prussia orientale fedele al Re polacco, fu presa il 14 giugno 1455, dopo un lungo assedio dei Cavalieri Teutonici sotto il comando di Heinrich Reuss von Plauen. I polacchi subirono sconfitta dopo sconfitta e più tardi persero anche la Varmia.

La situazione internazionale divenne anche molto più preoccupante. Il 25 marzo, l'imperatore Federico III vietò l'esistenza della Confederazione Prussiana. Il 24 settembre 1455 il Papa Callisto III avvertì che avrebbe scomunicato la Confederazione Prussiana e tutti i suoi alleati “se non si fossero accontentati della pace con l'Ordine Teutonico”.


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