Le riforme dell'Ordine


Stemma dell'Ordine di Cristo
(oro e smalto), risalente al XVI secolo

Alcuni storici affermano che nel 1522 l'Ordine sia stato diviso in due filoni, di cui uno religioso sottoposto all'autorità del Papa e l'altro civile sottoposto all'autorità del Re del Portogallo. Ad ogni modo nel 1523, Giovanni III del Portogallo tenne un Capitolo Generale nel quale affidò a Frà Antonio da Lisbona la responsabilità di riformare l'Ordine del Cristo. Lo scopo della riforma era quello di separare i Religiosi dai Cavalieri dell'Ordine; i nuovi statuti vennero approvati nel 1529.

Il Gran Priore venne privato del proprio incarico e a tutti i sacerdoti ed i religiosi dell'Ordine venne richiesto di prendere residenza conventuale a Tomar, vestendo l'abito e la croce dell'Ordine. Frà Antonio da Lisbona ottenne la posizione di Priore conventuale dell'Ordine.

Il Re Giovanni III del Portogallo morì a Lisbona l'11 giugno del 1557; a succedergli fu il Re Sebastiano I del Portogallo.

Nel 1567 Frà Antonio da Lisbona, Priore conventuale dell'Ordine, persuase papa Pio V a concedergli il controllo di tutti i conventi dell'Ordine del Cristo. Questo atto venne aspramente criticato dal Re Sebastiano I il quale, rivolgendosi direttamente al Pontefice, ottenne la conferma del ruolo di Gran Maestro dell'Ordine.

Tra il 1580 ed il 1640 vi fu un altro tentativo di riforma dell'Ordine. Nel 1627 il Re del Portogallo Filippo IV di Spagna promulgò gli Statuti pubblicati dal Capitolo Generale nel 1619. Questi, tra l'altro, prescrivevano che le condizioni per l'ammissione all'Ordine richiedevano la nobiltà di nascita e due anni minimi al servizio della Corona portoghese in Africa o tre anni di permanenza sulle navi della flotta portoghese.