1222: L'attacco a Saaremaa

L'ultima Contea Estone a resistere ai Crociati era l'isola di Saaremaa, le cui flotte di guerra avevano fatto irruzione sia in Danimarca che in Svezia durante gli anni della lotta contro i Crociati tedeschi.

Tra l'estate e l'autunno del 1222, il Re danese Valdemaro II tentò, per la seconda volta, la conquista dell'isola di Saaremaa, costruendovi una fortezza di pietra come presidio.


il Re Valdemaro II di Danimarca parte per la crociata

Poi il Re invitò a Saaremaa i governanti della Livonia, tra cui il Vescovo di Riga e Folkvin, Maestro dei Cavalieri Portaspada, per dividere l'Estonia. Con questo procedimento i Cavalieri Portaspada ricevettero le Contee Estoni di Sakala e Ugandi, ma ne dovettero cedere i due terzi al Vescovo di Riga.

I Funzionari dell'Ordine si recarono a Viljandi, Tartu e Otepaa, nelle fortezze vennero costruite le chiese, ed arrivarono sia i Cavalieri dell'Ordine che i rappresentanti del Vescovo.

In quel momento, la Danimarca era all'apice del suo potere e, sottomettendo Saaremaa, Valdemaro II sperava di ottenere il dominio completo della sponda orientale del Mar Baltico. Ma ben presto divenne chiaro che i danesi non erano in grado di difendere la roccaforte; il primo attacco degli Estoni di Saaremaa venne respinto, dopo di che il Re ritornò in Danimarca.


Storica immagine di Tartu

Allo stesso tempo gli Estoni stavano preparandosi per un nuovo attacco, inviando richieste di aiuto anche sulla terraferma. Gli Estoni avevano imparato a costruire le catapulte, copiandole da quelle che erano state abbandonate a Varbola e, con l'aiuto di 17 catapulte, effettuarono un altro attacco al forte danese, che fu bersagliato per 5 giorni, senza sosta. Alla fine, i difensori dovettero accettare l'offerta degli Estoni di abbandonare il forte. Dopo che i danesi si erano allontanati, il forte fu raso al suolo.

Poi gli Estoni di Saaremaa inviarono messaggi di vittoria in tutta l'Estonia dove si diffuse la rivolta. Allo stesso tempo Valdemaro II fu sconfitto in Germania e fu imprigionato da uno dei suoi vassalli.