1095: l'Appello di Clermont
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1089: il Concilio di Melfi III

Con la caduta di Antiochia nel 1085, l'Asia Minore, sino ad allora in mano agli Egiziani Fatimidi, era stata praticamente tutta conquistata dai Turchi Selgiuchidi. Questi ultimi mal vedevano le carovane dei pellegrini cristiani d'oriente e d'occidente che da secoli si recavano a Gerusalemme in pellegrinaggio: ci furono rapine, sequestri, uccisioni e stupri di pellegrini.


il Castello di Melfi, dove venne tenuto il Concilio

Oramai il mondo cristiano era terrorizzato dall'idea che l'Impero Selgiuchide avrebbe potuto conseguire la conquista islamica dell'Europa. Di fronte al crescente pericolo proveniente da oriente, l'Imperatore Bizantino Alessio I Comneno fu indotto a rivolgersi all'Occidente latino per cercare aiuto contro i Turchi Selgiuchidi che erano una grave minaccia anche per l'Impero di Costantinopoli.

Nel 1089 il Papa Urbano II aveva stabilito la propria dimora presso Ruggero Borsa, che lo ospitava a Melfi, Capitale dei Normanni. Qui vi indisse un Concilio, terzo dei cinque Concili di Melfi, con inizio il 10 settembre 1089. Al Sinodo, che si protrasse per una settimana nel castello sul Monte Vulture, partecipano 70 Vescovi di Puglia, Calabria e Molise.

Questo Concilio fu molto importante perché in quest'occasione il Pontefice bandì la Prima Crociata, assumendo decisioni di portata storica relative alla politica della Chiesa. Il Pontefice, insieme ai Capi Normanni, gettò le basi per costituire una lega allo scopo di liberare dai musulmani la Terra Santa.

1095: Il Concilio di Piacenza

Il 5 maggio 1095 si svolse a Piacenza il primo grande Concilio del pontificato del Papa Urbano II. Questo si tenne alla fine del viaggio che il Papa aveva in Italia e Francia per riaffermare la sua autorità dopo la lotta per le investiture con il Sacro Romano Impero. Vi presenziarono 200 Vescovi, 4.000 ecclesiastici e 30.000 laici; i partecipanti furono talmente tanti che il Concilio si tenne all'aperto, fuori dalla città.


Papa Urbano II
(dipinto di Antoine Rivalz)

Al Concilio parteciparono anche ambasciatori inviati dal Re Filippo I di Francia che era stato da poco scomunicato a causa del suo illegale divorzio e nuovo matrimonio con Bertrada di Montfort: Filippo ebbe tempo fino alla Pentecoste per regolarizzare la sua situazione.

Ma la partecipazione che avrebbe avuto maggiori conseguenze fu quella degli ambasciatori inviati dall'Imperatore Bizantino Alessio I Comneno. Alessio era stato scomunicato dal Papa Gregorio VII, ma aveva beneficiato di una serie di riammissioni nel seno della Chiesa. Il Papa Urbano II aveva definitivamente tolto la scomunica e le relazioni tra est ed ovest erano ritornate amichevoli.

Gli ambasciatori di Alessio riferirono che la situazione nell'impero d'Oriente non era stabile e le guerre contro i Turchi Selgiuchidi impegnavano continuamente l'Impero Bizantino. Per passare alla definitiva controffensiva Alessio I Comneno aveva bisogno di soldati: egli dipendeva largamente da mercenari stranieri, dai reggimenti formati dai Peceneghi e da altre popolazioni delle steppe, dalla guardia variaga e da compagnie di avventurieri occidentali.


medaglia commemorativa del Concilio di Piacenza

Alessio intendeva utilizzare l'influenza del Papa per trovare i soldati che gli mancavano: per questo motivo i suoi rappresentanti presero la parola al Concilio. Probabilmente esagerarono la gravità del pericolo, che in realtà non era così imminente ora che i Selgiuchidi stavano combattendo tra loro. Gli ambasciatori di Alessio ricordarono che anche Gerusalemme era in mano ai mussulmani, sottolineando con particolare enfasi le sofferenze che i cristiani d'Oriente dovevano sopportare a causa degli infedeli, sapendo che anche i cristiani occidentali consideravano di speciale importanza la Città Santa.

Ovviamente i Vescovi ed il Papa furono colpiti da queste parole. Le richieste di Alessio furono prese in considerazione molto più seriamente di quanto egli stesso sperasse. Il Papa Urbano II poteva aver già immaginato una Crociata, ed interpretò la richiesta come un segno di debolezza dell'Impero d'Oriente e della Chiesa cristiana ortodossa. Mentre si recava a Cremona per incontrare e ricevere l'omaggio di Corrado di Lorena, Il Papa iniziò a maturare un'idea per la pacificazione del mondo occidentale.

La notizia della minaccia per l'Impero Bizantino e il pensiero delle sofferenze dei cristiani di Gerusalemme si sparse in Francia dopo la fine del Concilio di Piacenza. Nel novembre del 1095 il Papa Urbano II indisse un Concilio da tenersi a Clermont, dove fu formalmente annunciata l'organizzazione della Prima crociata.

1095: il Concilio di Clermont

Nell'agosto del 1095 Papa Urbano II giunse nel sud della Francia. Urbano II era un Papa fortemente impegnato nella riforma della Chiesa e durante il suo viaggio si era occupato degli affari della chiesa francese, organizzando e correggendo, elogiando e biasimando quando era necessario.


il Papa Urbano II presiede il Concilio di Clermont

A Cluny il Papa poté incontrare gli uomini interessati al flusso dei pellegrini, sia verso Santiago di Compostela che verso Gerusalemme: da questi vide confermate le parole degli ambasciatori dell'Imperatore Bizantino durante il Concilio di Piacenza. Fu informato delle insormontabili difficoltà che i pellegrini diretti in Palestina dovevano affrontare a causa dell'autorità turca e di come di fatto la Terra Santa vera e propria fosse praticamente chiusa ai cristiani.

Il Papa era a Le Puy quando annunciò ai cristiani un Concilio generale della Chiesa da svolgersi nel mese di novembre del 1095 nella città di Clermont. Trascorse settembre e ottobre in visita nelle varie città francesi parlando con Vescovi e Abati, ed elargì lodi o pene, come aveva previsto nella riforma poi, a metà novembre, arrivò a Clermont.


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