1410: la Battaglia di Tannenberg-Grunwald

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i Cavalieri Teutonici consegnano le due spade a Ladislao II Jagellone

Quando gli inviati dei Cavalieri Teutonici infissero le due spade nel suolo davanti alla tenda del Re, Ladislao raccolse la sfida, ribadendo che aveva voluto questo perché era stato provocato e ordinò ai suoi di prepararsi con tutte le forze.

La pioggia era cessata e con grande solennità, era il primo pomeriggio, fu dato fiato alle trombe e i tamburi cominciarono a rullare chiamando i soldati e i cavalieri nelle proprie linee. Il più impaziente era Vytautas coi suoi Tatari ed i suoi Russi. Finalmente i due eserciti erano schierati l'uno di fronte all'altro.

L'Hochmeister si trovava sul fianco sinistro vicino a Tannenberg e Ladislao sulla collina di Grunwald dietro il suo fianco destro, circondato dalle sue guardie del corpo.

Fu Vytautas a dare il primo segnale d'attacco ed a lanciare i suoi arcieri tartari a cavallo in un carosello sfrenato contro la prima linea dei Cavalieri, ma le frecce rimbalzarono sulle corazze del Cavalieri costringendo i tartari a ritirarsi dietro le linee polacco-lituane.

Dietro i tatari si era intanto messo in movimento l'esercito polacco, mentre i Cavalieri stavano respingendo quei lituani che avevano seguito i tartari.


Jan Zyndram von Maszkowic

Jan Zyndram von Maszkowic mandò avanti la sua prima linea contro l'Ordensmarschall Konrad von Lichtenstein. Mentre i Polacchi riuscivano a sfondare ed ad inseguire i Cavalieri, altri Cavalieri attaccavano il fianco destro lituano, che venne colpito pesantemente, ma questo colpo venne parato dai Russi di Smolensk.

Ad un certo punto, cadde lo stendardo di Ladislao, mettendo in confusione i Polacchi che lo credevano caduto in battaglia, ma il re si portò subito in seconda linea per farsi vedere vivo e vegeto da tutti e, con l'aiuto dei Russi, riuscì a strappare all'Ordensmarschall Friedrich Wallenrod il suo stendardo.


Ladislao sulla collina di Grunwald

I Cavalieri cominciarono ad indietreggiare. L'Hochmeister chiamò all'attacco le riserve per impegnare i Polacchi dal fianco destro e, mentre queste si muovevano, la terza linea polacca partì all'assalto. Per un momento le riserve teutoniche si arrestarono, ma fu fatale perché i polacchi sfruttarono quell'esitazione.

I Lituani che in apparenza erano stati battuti lasciando in campo i russi da soli, in realtà avevano adottato la tattica di ritirarsi per poi ritornare quando il nemico li aveva ormai dimenticati.


Ulrich von Jungingen raggiunto e ucciso

A questo punto l'armata teutonica venne assalita da due lati e non riuscì resistere oltre. Quelli che erano più vicini all'Hochmeister lo invitarono a ritirarsi prima di esser colpito lui stesso, ma Ulrich rispose: “Non voglia Dio che io abbandoni mai questo campo dove sono morti tanti miei uomini” e rimase nel pieno della battaglia. Poco dopo venne colpito a morte per mano di un lituano.

Ucciso l'Hochmeister e caduto il suo stendardo, i Teutonici fuggirono, dividendosi in due gruppi: uno si diresse verso nord ed un altro verso est, ambedue inseguiti dai Polacchi, dai Lituani e dai Russi. Dopo la battaglia, cinquantuno stendardi dell'ordine vennero portati come trofeo di guerra nella cattedrale di Cracovia.


le bandiere teutoniche, raccolte come trofei di guerra


conclusione

La disfatta di Tannenberg segnò il declino militare dell'armata teutonica e il sorgere di una nuova grande potenza nell'est europeo, in grado di contrastare validamente lo strapotere dei Cavalieri. Dopo il successo di Grunwald-Tannenberg l'unione polacco-lituana si rafforzò impadronendosi di numerose città teutoniche. Per un quarto di secolo l'Ordine, appoggiato dall'Imperatore Sigismondo di Lussemburgo, impiegò le sue forze migliori contro la Polonia e la Lituania in una guerra senza quartiere.


Vytautas esulta alla fine della battaglia

Una serie di rivolte nelle città soggette ai Teutonici, fomentate dai polacchi, aggravarono la già pesante situazione militare ed economica dell'Ordine che nel 1454 si vide costretto a restituire alla Corona polacca la Pomerania orientale e la terra di Chelmno.

Heinrich von Plauen venne poi eletto Hochmeister ed a Toruń, concluse un trattato con il re di Polonia il 1° febbraio 1411, ratificato da Bolla un anno più tardi. Questo trattato prevedeva la restituzione di tutti i territori catturati da entrambe le parti, la disposizione che Samogitia sarebbe andata al Re di Polonia ed a suo cugino Vitautas, Granduca di Lituania e vassallo polacco, per tutta la loro vita, dopo di che sarebbe ritornata ai Cavalieri.


il giorno dopo la battaglia

Entrambe le parti inoltre si impegnavano a convertire al cristianesimo i loro restanti sudditi ancora pagani. Il trattato di Toruń consacrò la rovina dell'Ordine, i Cavalieri dovettero abbandonare il distretto di Michelow, le città ed i territori di Danzica, Marienburg ed Elbingen; in pratica la Prussia occidentale, e sottostare a tutti gli obblighi di vassallaggio nei confronti dei Re polacchi.


castello di Konigsberg

Nuova capitale dell'Ordine divenne Konigsberg, nella Prussia orientale, futuro nucleo della potenza degli Hohenzollern, da dove i Cavalieri ripresero senza successo la lotta contro i polacchi.

Ma il re polacco rifiutò di onorare la sua promessa di liberare i prigionieri (il cui numero era superiore a quello dei detenuti dai Cavalieri), chiedendo l'enorme riscatto di 50.000 fiorini. Questo comportò un ulteriore calo nelle relazioni; i polacchi erano determinati a rimuovere la continua minaccia del potere dei Cavalieri sui loro confini.

I numerosi negoziati e accordi non produssero un compromesso soddisfacente, mentre i territori dell'Ordine gradualmente si riducevano a causa di molti piccoli conflitti. L'Ordine fu brevemente favorito dalla divisione tra i membri della casa reale polacca sulla questione di chi dovesse governare in Lituania, ma questo fatto fu risolto, dopo appena quattro anni, nel 1434.


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