(1^ parte)


Il Conte Julián

A questo punto occorre parlare dell'intervento decisivo di un personaggio cristiano, che le cronache arabe chiamarono con il nome di "Conte Julián". Sono molte ipotesi sull'origine e la personalità di questo Julián che aveva il comando di Ceuta e che, dopo la scorreria del generale arabo Uqba ibn Nafi in Marocco, trattò con il generale e accettò di essere suo vassallo pur rimanendo come principe indipendente nella sua città di Ceuta.

Alcuni storici moderni hanno cercato di dimostrare che era un dignitario del regno visigoto, o un capo berbero di religione cristiana appartenente alla tribù di Guamara e chiamato Urbano (Ulban) e non Julián (Ulyan). Ma è più semplice e allo stesso tempo più ragionevole, identificare questo Conte Julián con l'esarca bizantino di Septem (Ceuta), l'ultimo possedomento dell'imperatore di Costantinopoli sul suolo africano. Inoltre, questo esarca bizantino non poteva non mantenere affari o relazioni di buon vicinato non solo con le popolazioni berbere dell'entroterra di Ceuta, ma anche con il vicino Regno dei Visigoti.


guerriero Visigoto

C'è da considerare anche il fatto che il Conte Julián abbracciò la causa del figlio del Re Witiza, quando fu spogliato del suo regno da Rodrigo. E Ceuta, governata dal Conte Julián, servì da asilo per un buon numero di malcontenti e fuorilegge della penisola iberica.

Se ci atteniamo alla tradizionale versione araba, le cause che motivarono l'intervento del Conte Julián in favore dei musulmani queste sono oltremodo romanzesche. Più tardi, letteratura ispanica cristiana sviluppò le proprie storie, sottolineando ulteriormente il carattere leggendario dei fatti narrati dagli arabi.

Ma, indipendentemente dalla diffidenza che ci ispirano questi racconti, è difficile ignorarli completamente. Secondo queste storie, il Conte Julián aveva una figlia che, secondo l'usanza del tempo, fu inviata alla Corte di Toledo a ricevere un'educazione principesca. Il Re Rodrigo un giorno vide la giovane e, sedotto dalla sua bellezza, richiese i suoi favori. Avvertito segretamente, il Conte Julián giunse di persona a Toledo, nonostante i rigori della stagione, per prendere sua figlia e fare ritorno in Africa, promettendo al Re Rodrigo che avrebbe vendicato l'affronto.


il porto di Ceuta

Sull'infelice ragazza doveva pesare la pesante responsabilità di tutti i mali che travolsero la Spagna dal giorno in cui questo paese cadde per sempre nelle mani dei musulmani. Tanta letteratura è stata ispirata dalla figlia del Conte Julián: redatte in epoca più tarda, raccontano di quando, mentre faceva il bagno nel fiume Tajo, la principessa fu vista dal Re Rodrigo che la chiamò con il nome di Florinda e con il famigerato soprannome di "la Cava" (una parola araba che significa prostituta).

Secondo le cronache arabe, il Conte Julián, appena tornato a Ceuta, intraprese la lunga strada di Ifriqiya a vedere il governatore Musa ibn Nusayr, e gli segnalò la facilità di un'eventuale conquista della penisola iberica, facendogli notare il notevole vantaggio che ne potevano ottenere i musulmani. Musa ibn Nusayr accettò la proposta del Conte Julián e gli ordinò di procedere da solo per una preventiva esplorazione della costa spagnola.

Nuovamente a Ceuta, il Conte Julián organizzò un piccolo corpo di sbarco e fece un'audace incursione della baia di Algeciras, facendo bottino e prigionieri, con i quali, alcuni giorni dopo, tornò a Ceuta. Questa incursione, il cui successo impressionò molto i musulmani del nord del Marocco, avrebbe avuto luogo in ottobre o novembre del 709.

Dopo la spedizione del Conte Julián, Musa ibn Nusayr si convinse che era possibile una spedizione contro la Spagna di volume più consistente. Ma non poteva affrontarla di propria iniziativa, ma gli occorreva il consenso del Califfo Walid.

Ma il Califfo non concesse di punto in bianco l'autorizzazione richiesta, perché aveva il timore di esporre musulmani ai pericoli del mare e delle furiore rempeste che potevano abbattersi sullo stretto di Gibilterra. Così, per due volte, ordinò al suo governatore in Ifriqiya di limitasi a fare solo piccole spedizioni, al fine di scoprire la capacità di resistenza dei Visigoti e la vera situazione politica in Spagna.


Lo sbarco di Tarik ibn Ziyad

Il primo sbarco musulmano nella penisola iberica ebbe luogo nel mese di luglio del 710. Vi parteciparono solo 400 uomini, dei quali un centinaio erano cavalieri, sotto gli ordini dell'ufficiale berbero Tarif ibn Malik. Avevano attraversato lo stretto con quattro navi che il Conte Julián aveva dato loro ed erano sbarcati sull'isola vicino al porto che avrebbe mantenuto il nome del loro capo Tarif: Tarifa.


Tariq ibn Ziyad

Da lì, i soldati musulmani fecero con successo una serie di incursioni lungo la costa dello stretto di Gibilterra. Poi ritornarono in Marocco con un ricco bottino, e donne di singolare bellezza. Musa ibn Nusayr ricevette nella sua lontana residenza di Qayrawan la sua parte del bottino e delle belle cristiane e ordinò di preparare una spedizione più consistente.

In realtà, nulla ci prova con certezza che le cose sono andate in questo modo; ma tutto questo è altamente plausibile, anche ammettendo, come è stato supposto dallo storico Saavedra, che interpretò lo sbarco preliminare delle navi del Conte Julián non come se fosse stato richiesto da Musa ibn Nusayr, ma in risposta ad una richiesta di soccorso di Akhila, figlio del Re Witiza e pretendente al trono del Regno dei Visigoti. Lo stesso storico arriva anche a formulare l'ipotesi che Akhila e i principali rappresentanti del suo partito avevano avuto un colloquio con Tarik ibn Ziyad, il governatore musulmano di Tangeri, per chiedergli aiuto, ma questa forse è un'interpretazione dei testi un po' abusiva.

Ma, in ogni caso, nulla ci impedisce di pensare che, grazie ai buoni uffici del Conte Julián, ci furono dei contatti tra i rappresentanti dell'autorità arabe nel nord del Marocco e i sostenitori di Akhila. Senza di loro non si potrebbe spiegare la relativa debolezza delle truppe musulmane del primo sbarco nella penisola iberica, né il fulminante successo della stessa.

Al governatore di Tangeri, Tarik ibn Ziyad, un liberto di Musa ibn Nusayr, fu affidato il comando della seconda spedizione. Gli storici circa l'origine di questo personaggio non sono d'accordo: è possibile che fosse berbero, anche se alcuni sostengono che egli fosse persiano. Il Conte Julián doveva accompagnare il corpo di spedizione e servire come un consigliere politico per il generale musulmano. Le sue quattro navi, già impiegate nella scorreria di Tarif ibn Malik, stavano per essere usate ancora una volta per andare senza sosta da una sponda a altra, fino a quando non si costruivano nuove navi che avrebbero potuto, se necessario, fornire rinforzi.

Il tempo era il più propizio, poiché si sapeva che il Re Rodrigo era occupato a nord del suo regno, nella regione di Pamplona, per far fronte a un'offensiva di bande di Franchi. Tarik ibn Ziyad in persona, attraversò lo stretto quando i primi contingenti musulmani si erano già acquartierati nella falda della montagna di Calpe (la futura Gibilterra, in arabo Chabal Tarik, “il Monte di Tarik”), per attendere lo sbarco di tutti i suoi soldati. Era l'inizio della primavera del 711.


Tariq ibn Ziyad raffigurato su una banconota di Gibilterra

L'esercito radunato da Tarik ibn Ziyad, conformemente alle istruzioni di Musa ibn Nusayr, non era molto grande. Si potrebbe pensare che i cronisti arabi hanno deliberatamente diminuito il suo numero per meglio evidenziare i risultati ottenuti; ma effettivamente i musulmani non erano ancora preparati per una spedizione con un grande esercito.

Le truppe di Tarik ibn Ziyad probabilmente erano composte da appena 7.000 uomini, per lo più berbero, con un certo numero di liberti di diversa origine e molto pochi veramente arabi. Una volta sbarcate tutte le sue truppe, Tarik ibn Ziyad iniziò la sua marcia. Iniziò col prendere possesso della città di Carteya, situato in fondo alla baia di Gibilterra. Poi si spostò a ovest e organizzò una base destinata a servire come una roccaforte in caso di ritirata, nello stesso luogo dove successivamente venne fondata la città di Algeciras. Il Conte Julián ricevette l'incarico di difendere, se del caso, questa base.