'
dal 976 al 984


976: ll Califfo Hisam II

Nel 976 salì al trono del Califfato di Cordova il Califfo Hisam II (Abu l-Walid Hisam ibn al Hakam ibn Abderramán ibn Muhammad ibn Abdállah ibn Muhammad ibn Abderramán ibn al Hakam ibn Hisam ibn Abderramán al Dajil), figlio del Califfo Hakam II.

L'appoggio di Muhammad Ibn abi-Amir, il futuro “Almanzor” che pochi anni prima era giunto a Corte come amministratore della proprietà del principe Abderramán e di sua madre Subh, fu fondamentale per l'ascesa al trono di Hakam II. La minore età del principe Hisam II generò non pochi problemi politici e giuridici. Al popolo venne nascosta la notizia della morte di Al Hakam, mentre la Corte cercava un successore adatto.

Gli alti funzionari che erano al fianco di Al Hakam quando morì, Fa,iq e Yawdar, prima di segnalare la morte del Califfo, decisero di mettere sul trono il fratello minore di Al Hakam, Al Mugira, un giovane di 27 anni, con la condizione che nominasse suo erede principe Hisam II.


lo scrigno di Hisham II, conservato nella cattedrale di Gerona

Così chiamarono il Visir Al Mushafi, senza la cui approvazione non potevano effettuare il loro piano. Questo andò al Palazzo e, fingendo di essere d'accordo con loro, non esitò a convcare i dignitari di Corte che, pensando soprattutto a preservare i loro privilegi, presero la decisione di proclamare come Califfo il principe Hisam II. Poco dopo tutti prestarono giuramento ed eliminarono Al Mugira, che, alieno a tutto, finì rinchiuso in una casa di Cordova.


976: l'avvento di Almanzor


il Visir Almanzor
(dipinto di Francisco de Zurbaran)

Finalmente il 1° ottobre del 976 ebbe luogo il giorno la solenne cerimonia di incoronazione del Califfo Hisam II. Il giuramento durò diversi giorni e l'incarico di ricevere le testimonianze di fedeltà del popolo fu affidato ad Almanzor. Il nuovo Califfo fu proclamato con il titolo di “al Muayyad bi-llah” (che riceve l'assistenza vittoriosa di Dio).

Il vero nome di Almanzor era Muhammad Ibn abi-Amir ed era uno di quegli eroi che irrompono senza alcun apparente motivo, per deviare violentemente il corso della storia e segnare il passaggio ad una nuova era. La sua famiglia era sbarcata nella penisola iberica ai tempi di Tarik ibn Ziyad e ricevette il castello e la tenuta in Torrox, ma nonostante le sue origini dai guerrieri delle prime spedizioni, Muhammad Ibn abi-Amir scelse di perseguire una posizione nella magistratura.

Così, il giovane Almanzor fu mandato a studiare presso la prestigiosa Università di Cordova, dove insegnavano i più illustri studiosi dell'Islam. Ma era più sognatore che bravo studente ed divenne insopportabile per il Cadí a causa delle sue distrazioni nello studio. Per non scontentare la sua influente famiglia, gli raccomandò un posto alla Corte come amministratore del beni di Abderramán, giovane figlio primogenito del Califfo Hakam II.

Questa fu la partenza della sua fortuna. Almanzor si guadagnò dapprima l'affetto e la fiducia di Sobh, la favorita del Califfo madre di Abderramán e di Hisam II, e poco dopo fu nominato amministratore della stessa Sobh e successivamente, con la mediazione di Sobh, venne nomiato anche ispettore monetario.

Il Califfo stesso, dopo un attimo di sospetto, si arrese alla forza suggestiva di Almanzor e gli affidò una serie di incarichi, mettendo nelle sue mani ricchezze e potere, sino ad affidargli, nel 972, il comando della Xorta, che era un reggimento con incarichi di polizia. Oramai Almanzor viveva fastosamente e la sua generosità e la sua cortesia avevano fatto lui, all'età di 31 anni, l'uomo più popolare di Cordova.


Dinar del 1006/1007 del Califfo Hisam II di Cordova

Nell'ottobre del 976, dopo l'incoronazione del Califfo Hisam II, il Visir Al Mushafi venne nominato “hachib” (capo del governo) e Almanzor ricevette il titolo di Visir. Appena ricevuto il nuovo incarico, il Visir Almanzor, per guadagnarsi il favore del popolo abolì le tasse più impopolari ed eliminò il potere degli eunuchi e dei liberti. Ma la sua ossessione era quella di diventare un grande comandante militare.

In León, come a Cordova, regnava un adolescente sotto la tutela di una donna, però il Regno di León non aveva un braccio forte che supplisse la debolezza del potere supremo e ciascuno dei signori del Regno non teneva conto dell'autorità Reale. Il Re Ramiro III di León non era altro che un simbolo, come lo era un altro ragazzo, il Califfo Hisam II. Non era difficile da battere questo Regno e poi la guerra civile si aggiunse per rendere più facili le conquiste.


interno della Moschea di Cordova

Una campagna militare consentì a Almanzor di prendere la fortezza di Baños. Questa vittoria cementò la sua popolarità e la sua prodigalità con i soldati e aumentò il suo prestigio nell'esercito. Ora si sentiva forte per sbarazzarsi dell'hachib Al Mushafi, inimicandosi però il famoso generale Ghalib.

Nel 978 Al Mushafi fu rimosso dall'incarico e, con tutta la sua famiglia, venne incarcerato. Almanzor fu nominato hachib e sposò la figlia del generale Ghalib. Un complotto per assassinare il Califfo Hisam II e posizionare al suo un altro nipote di Abderramán III, con lo stesso nome, fallì e fu punito con rigore tremendo. L'opposizione non è riuscì a fermare il nuovo hachib nel suo percorso verso il potere supremo.

Affiliandosi all'ortodossia più fanatica, Almanzor si attirò il favore dei Fuqaha e Ulema, così influenti verso il popolo. Almanzor reclutò eccellenti cavalieri berberi in Nord Africa ed anche la Spagna cristiana fornì i suoi contingenti di mercenari legandosi alla sua fortuna.

Sempre più isolato, il Califfo bambino non era niente di più che un nome sulle monete e nelle preghiere nelle moschee. Per tenerlo lontano da qualsiasi contatto con l'amministrazione centrale e dalla vita del paese, Almanzor fondò ad est di Cordova, la “città dei burocrati”, che era simile ad un monastero e celata agli sguardi di tutti da una numerosa guardia, e che egli chiamò al-Madinat al-Zahira (città splendente).

L'ultimo ostacolo di Almanzor era suo suocero il generale Ghalib, vecchio ottuagenario, fervente dinastico che non avrebbe acconsentito all'annullamento del sovrano, figlio e nipote di grandi Califfi.


981: la Battaglia di Torrevicente

Nella guerra contro Al Andalus il Conte García Fernandez di Castiglia inizialmente ebbe un successo, con la conquista di Deza (974), ma l'anno dopo fallì l'assedio di Gormaz e fu sconfitto a Langa. Nel 978, Ghalib, il generale in capo dell'esercito di Al Andalus, si ribellò al Califfo Hisham II e, con le truppe a lui fedeli, pose il suo quartier generale a Medinaceli. Il 9 luglio 981 fu combattuta la battaglia di Torrevicente dove si scontrarono il Generale Ghalib e le forze dell'Emirato di Cordova condotte dal Visir Almanzor.

Due eserciti cristiani combatterono come alleati del Generale Ghalib: le forze del Regno di Navarra condotte da Ramiro Garcés, fratellastro del Re Sancho II Garcés di Navarra, e le forze del Conte García Fernández di Castiglia. Sia Ramiro Garcés che il generale Ghalib morirono durante la battaglia. Il generale Ghalib aveva combattuto valorosamente, ma morì per una caduta da cavallo e la sua testa e la mano con il suo anello furono portati a Almanzor che da quel giorno potè avere nelle sue mani tutti i poteri dello Stato.


981: la battaglia di Rueda

Dopo che, nel 981 l'esercito di Al Andalus comandato dall'Omayyade Abdállah aveva saccheggiato la regione di Zamora distruggendo centinaia monasteri, villaggi e campagne, il Re Ramiro III di León, il Conte García Fernández di Castiglia e il Re Sancho II Garcés di Navarra formarono una coalizione fra i loro regni, ammassando, nel 981, le loro truppe nella valle del Duero, con l'intenzione di invadere Al Andalus, cos' che si presentarono alla battaglia a Rueda. Furono però sconfitti dalle truppe del Visir Almanzor e le loro truppe completamente uccise. Simancas cadde in mano ai musulmani e la loro popolazione cristiana venne sterminata.

Almanzor, dopo questa battaglia, utilizzò un soprannome onorifico riservato fino ad allora ai Califfi. Si fece chiamare “Al Mansur bi-llah”, il vittorioso da Dio, da cui è derivato il nome con cui venne chiamato dai cristiani, cioè Almanzor.