i Regni Cristiani dal 1063 al 1110


1063: La Crociata di Barbastro


Sancho Ramírez d'Aragona

Nel 1063 un grande esercito cristiano, composto di catalani, aragonesi, aquitani, burgundi, oltre a un contingente pontificio, per lo più di italo-normanni, prese parte all'assedio della città di Barbastro.

A guidare il contigente aragonese vi era li loro Re Sancho Ramírez. Il contingente pontificio era guidato da Guillaume de Montreuil, un mercenario normanno. La più grande componente, gli aquitani, era condotto dal loro Duca Guglielmo VIII.

All'inizio del 1064 l'intero esercito marciò fino Graus e si mosse contro Barbastro, che allora faceva parte del Regno di Taifa di Lleida, governata da al-Muzaffar.

La città, fu assediata e cadde rapidamente. I crociati la saccheggiarono senza pietà e 50.000 musulmani furono uccisi. Al Conte Ermengardo III di Urgell, che aveva fornito un esercito al Re Sancho Ramírez d'Aragona, venne assegnata la signoria della città.

Nel 1065 Al-Muqtadir, Re della Taifa di Saragozza, con l'aiuto degli altri regnanti di al-Andalus, recuperò la città, massacrando la piccola guarnigione di Ermengardo III di Urgell.


La Battaglia di Paterna

Ne 1065 si svolse la battaglia di Paterna tra le truppe del Re Fernando I di Castiglia e León e le truppe della Taifa di Valencia al comando di Abd al-Malik Ben Abd al-Aziz al-Mansur.

Nel 1063, Fernando I di Castiglia e León aveva inviato suo figlio, l'infante Sancho in aiuto del suo vassallo, Ahmad al-Muqtadir, Re della Taifa di Saragozza, mentre la città di Graus, nel regno di Castiglia e León era assediata dalle truppe del Re Ramiro I di Aragona.

All'indomani di quella battaglia, ne seguì un massacro di massa di cristiani. Per placare l'opinione pubblica, Ahmad al-Muqtadir smise di pagare il suo vassallaggio al Regno di Castiglia e León. Re Fernando rispose nel 1065 con una spedizione nella valle del fiume Ebro, devastando il territorio e sconfiggendo al-Muqtadir, costringendolo, ancora una volta, allo stato di vassallo.

La spedizione proseguì verso Valencia, governata da Abd al-Malik Ben Abd al-Aziz al-Mansur, con l'intento di trasformare anche quella città in uno stato vassallo del Regno di Castiglia e León.

Dopo aver assediato la città, Fernando si rese conto che le difese della città erano estremamente resistenti e si rese conto che sarebbe stato impossibile fare un assalto conclusibo. Il Re quindi decise la ritirata generale.

I difensori musulmani di Valencia uscirono dalla città e cominciarono a molestare la ritirata delle forze di Castiglia e León. A Paterna, a circa cinque chilometri da Valencia, le truppe cristiane organizzarono un agguato per le forze che li inseguivano. Prendendo di completamente di sorpresa i musulmani, questi ultimi furono completamente spazzati via, mentre Abd al-Malik riuscì a fuggire solo grazie alla velocità del suo cavallo.


1067: La guerra dei tre Sanchi


Sancho II il forte

Dopo che nel 1065 Sancho II il Forte era succeduto al padre Ferdinando I sul trono di Castiglia, iniziarono i conflitti con la Navarra che sfociarono nel 1067 in quella che fu denominata “la guerra dei tre Sanchi”, che vide contrapposti al Re di Castiglia Sancho II il Forte, il Re Sancho IV di Navarra ed il suo alleato, Sancho Ramírez d'Aragona.

I castigliani, guidati da El Cid Campeador, riportarono una iniziale vittoria che permise a Sancho II di Castiglia di recuperare una parte dei territori che suo padre, Ferdinando I nel 1037 aveva concesso al padre di Sancho IV di Navarra.

La guerra terminò nel 1068 con la sconfitta di Sancho II di Castiglia che dovette rinunciare ad altre pretese territoriali sulla Navarra.


1068: La battaglia di Llantada

Dopo la morte della Regina madre, tra Sancho II di Castiglia e i suoi due fratelli scoppiarono dei conflitti territoriali; Sancho II di Castiglia attaccò il fratello Alfonso VI di León e lo sconfisse nella battaglia di Llantada del 19 luglio 1068.

Nel 1069 Sancho II di Castiglia e Alfonso VI di León si accordarono per combattere il loro fratello García I di Galizia, ed invasero il suo Regno, costringendo García I di Galizia a ritirarsi a sud, nella Contea del Portogallo.

Nel 1070 García I di Galizia sconfisse il Conte del Portogallo Nuno Mendes che gli si era ribellato, ma nel 1071 Sancho II e Alfonso VI entrarono in Galizia, dove lo sconfissero definitivamente e lo obbligarono ad abdicare e andare in esilio alla corte del suo tributario Al Mutamid, Re della Taifa di Siviglia.


1072: la battaglia di Golpejera


la morte di Sancho II di Castiglia
(dipinto di José María Rodríguez de Losada)

Nel gennaio del 1072 Sancho II di Castiglia rivolse nuovamente le armi contro suo fratelli il Re Alfonso VI di León, che venne sconfitto nella battaglia di Golpejera da El Cid, braccio destro di Sancho II. Alfonso VI fu catturato ed esiliato nel Regno di Taifa di Toledo, il cui Re era suo tributario.

In questo modo Sancho II di Castiglia, avendo conquistato il Regno di Galizia e quello di  León, aveva nuovamente riunito il regno che era stato di suo padre. Ma i nobili del León non accettarono il fatto compiuto e si strinsero attorno alle sorelle dei tre Re, soprattutto ad Urraca, che si fortificò nella sua Signoria di Zamora.

Sancho II di Castiglia dapprima espugnò la Signoria di Toro, della sorella Elvira, e poi, il 4 marzo del 1072, pose l'assedio a Zamora. Dopo circa 7 mesi di assedio, Sancho II fu assassinato dal nobile zamorano Bellido Dolfos, il quale, fingendosi disertore, invitò Sancho II a seguirlo per fargli vedere il punto debole delle mura, lo separò dalla sua guardia e lo assassinò.


1072: L'unificazione di Castiglia e León


Il Re Alfonso VI di Castiglia e León
(dipinto di José María Rodríguez de Losada)

Dopo la morte di Sancho II di Castiglia, Garcia I di Galizia recuperò il suo Regno, mentre Alfonso VI tornò in León, dove venne riconosciuto anche Re di Castiglia.

All'inizio del 1073, Alfonso VI di León, invitò Garcia I di Galizia in León dove, il 14 febbraio di quello stesso anno, lo fece prigioniero e lo fece rinchiudere nel castello di Luna, nel nord del Regno di León, dove morì il 22 marzo del 1090.

Da quel momento Alfonso VI si dedicò ad ingrandire i suoi territori. Nel 1076, alla morte del Re Sancho IV Garcés di Navarra, Alfonso VI completò l'occupazione della Rioja, già iniziata dal fratello Sancho nel 1067, durante la guerra dei Tre Sanchi.

Alfonso VI di Castiglia e León aumentò a poco a poco la pressione sui piccoli Regni di Taifa musulmani, riuscendo ad ottenere dalla maggior parte di essi il pagamento di tributi; sconfisse più volte Muhammad Al Mu'tamid, Re della Taifa di Siviglia, colpevole di avere aiutato Garcia I di Galizia nella guerra civile del decennio precedente, sottraendogli parecchi territori e rendendolo suo tributario nel 1082. Nel 1081, Alfonso VI esiliò El Cid, perché aveva attaccato il Re della Taifa di Toledo, alleato di Alfonso IV.

Dopo aver aiutato nel 1084 il Re della Taifa di Toledo a conservare il suo trono in cambio di alcune fortezze, nel 1085 Alfonso VI lo attaccò, assediò e conquistò la capitale e, il 25 maggio 1084, fece il suo ingresso in città proclamandosi Imperatore delle due religioni,

Sempre nel 1085 conquistò la città di Valencia che nel 1086 consegnò all'ex Re della Taifa di Toledo in compenso della perdita del suo Regno.


1076: Raimondo Berengario II e Berengario Raimondo II, Conti di Barcellona


Raimondo Berengario II
(dipinto di Filippo Ariosto)

Nel 1076, alla morte del padre, gli subentrarono unitamente i gemelli Raimondo Berengario II e Berengario Raimondo II.

I gemelli, per governare, stabilirono di dividersi le zone di competenza e di risiedere a turno, per periodi di sei mesi, nel palazzo reale; ma i rapporti tra i gemelli rimasero sempre conflittuali, specialmente per ciò che riguardava le conquiste territoriali, perché colui che le effettuava, tendeva a non dividerle con l'altro fratello.

Nel 1077 Raimondo Berengario II di Barcellona realizzò una spedizione contro Murcia, che apparteneva al Re della Taifa di Siviglia, e contro i Re delle Taifa di Toledo, Granada e Malaga, che erano però alleati di Alfonso VI, Re di León e Castiglia; la spedizione risultò un disastro. Nello stesso anno, lleatosi con il Conte di Urgell e col Re della Taifa di Lérida, Raimondo Berengario II attaccò il Regno di Taifa di Saragozza, riportando alcuni successi che gli permisero di conquistare Sidamon, Torregrossa, e Conca de Barberà.


1078: Sancho Ramírez d'Aragona, Re di Navarra


Sancho Ramirez di Aragona
(dipinto di Manuel Aguirre y Monsalbe)

In seguito all'assassinio del Re Sancho IV di Navarra, nel 1076, Sancho Ramírez d'Aragona acquisì anche il trono di Navarra.

Nel 1078 Sancho Ramírez d'Aragona costruì la fortezza di Castellar, nei pressi di Saragozza, imponendo al suo Re, Al Muqtadir, di diventare tributario del Regno d'Aragona.

Nel 1081 Pietro I, figlio di Sancho Ramírez d'Aragona, operò altre conquiste, e nel 1083 Sancho Ramírez d'Aragona si impossessò di Graus, di Ayerbe e di Piedratajada che iniziò a ripopolare. La conquista di nuove zone imponeva la costruzione di nuovi castelli per la loro protezione; così Sancho Ramirez costruì i castelli di Loarre, Obanos, Montearagón, Artasona e Castiliscar.