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dal 1002 al 1016


1002: la morte di Almanzor

Sempre nel 1002, Almanzor, già anziano, si imbarcò in una nuova spedizione contro la Rioja. Con questa superò le 50 spedizioni. Penetrò sino a Canales e incendiò il Santuario di San Millán de la Cogolla, patrono della Castiglia. Al suo ritorno si ammalò e venne portato a Medinaceli, ma i medici non furono in grado di diagnosticare la sua infermità.

Almanzor chiamò al suo capezzale suo figlio, Abd al-Malik, per dargli istruzioni, ma quando Abd al-Malik fuggì in lacrime dalla tenda di suo padre, Almanzor morente pronunciò le profetiche parole: “Questo mi sembra il primo segno della decadenza che attende l'impero”, poi nella notte tra il 10 e l'11 agosto, morì.


battaglia tra saraceni e cristiani

La morte di Almanzor segnò l'inizio del declino del Califfato. Per alcuni anni suo figlio Abd al Malik al Muzaffar, confermato come hayib dal Califfo Hisam II, seguì la politica di suo padre, continuando il suo lavoro in campo militare e tenendo a bada i regni cristiani. Abd al Malik al Muzaffar morì nel 1008 e gli succedette nell'esercizio del potere suo fratello Abderramán Sanchuelo.


1003: la Battaglia di Torà

Nel 1003 il Conte Raimondo Borrell di Barcellona, approfittando della morte di Almanzor, promosse una campagna contro Lérida. Quell'anno le truppe di León e di Castiglia aiutarono l'esercito del Visir nel suo attacco alla Catalogna. Infatti nel territorio del Califfato di Cordova c'erano state diverse penetrazioni da parte dei cristiani della Contea di Barcellona, che faceva parte della Marca Hispanica.

Così, nel febbraio del 1003, il Visir Abd al-Malik organizzò una spedizione punitiva in Catalogna. Giunto a Torà, Abd Al Malik si dovette scontrare con una alleanza delle Contee della Catalogna. I quattro capi cristiani della battaglia erano il Conte Raimondo Borrell di Barcellona, il Conte Bernardo I di Besalú, il Conte Wifred II di Cerdagne e il Conte Ermengol I di Urgell. Il capo dell'esercito del Califfato di Cordova era il Visir Abd Al Malik, figlio del recentemente scomparso Almanzor. I musulmani, secondo le fonti sia latine che arabe, furono respinti e molti dei loro uomini furono uccisi.


1003: la battaglia di Albesa

La battaglia di Albesa fa seguito alla battaglia di Torà ed ebbe luogo il 25 Febbraio 1003 ad Albesa, tra le forze cristiane unite di Catalogna e le forze islamiche del Califfato di Cordova. Nella battaglia trovò la morte il Vescovo Berengario di Elne.

Dopo la morte di Almanzor ci furono alcune penetrazioni dei catalani nel territorio califfale. Come risposta Abd al-Malik organizzò una spedizione punitiva in Catalogna.

Durante questa spedizione, Abd al-Malik stava marciando verso Barcellona e, durante la marcia, si accampò nei pressi di Albesa. Poi procedette e invase Urgell e rase al suolo i castelli di Montmagastre e Meià. Alla fine di questa campagna, quando mandò i suoi vassalli a casa, Abd al-Malik aveva catturato 5.570 cristiani, tra i quali il Conte Ermengol I di Urgell; inoltre distrusse sei castelli e 85 posti fortificati.


1006:la Regina Elvira, Reggente del Regno di León

L'alleanza tra il Regno di León e l'Emirato di Cordova si ruppe nel 1005, quando un esercito del Visir Abd al-Malik tentò di prendere Zamora. La città non fu catturata, ma fu conquistato molto territorio circostante.

Nel 1006 il Conte del Portogallo Menendo II González, Reggente del Regno di León, morì probabilmente assassinato. La reggenza del Regno di León passò alla Regina Elvira, madre del Re Alfonso V, il quale divenuto maggiorenne nel 1007, cominciò a governare da solo.

Divenuto maggiorenne, il Re Alfonso V si prodigò affinché il Regno di León si potesse distaccare dalla sua posizione subordinata al Califfo di Cordova. Inoltre ripopolò la città di León, dopo che era stata distrutta da Almanzor, durante il regno di suo padre.


1008: il Visir Abderramán Sanchuelo

Pochi mesi dopo la presa di potere, Abderramán Sanchuelo si allontanò dalla politica di suo padre e suo fratello Abd al Malik al Muzaffar, che aveva dato così buoni risultati ad Al Andalus. Si guadagno l'amicizia del Califfo sulla base di una supposta parentela perché erano entrambi avevano per madre una navarrese. La mancanza di talento politico del Califfo Hisam II si manifestò definitivamente quando, nel 1008, designò Abderramán Sanchuelo come suo successore.


1009: la guerra civile in Al Andalus

Quando il Califfo Hisam II designò Abderramán Sanchuelo come suo successore, si scatenò la ribellione degli Omayyadi, guidati da Muhammad ibn Abd al Yabbar al Madhi, nipote di Abderramán III, che fece un colpo di stato e si fece proclamare Califfo dai suoi sostenitori.


Abderramán Sanchuelo

La rivoluzione fu presto incontrollabile. Il Palazzo di al-Madinat al-Zahira fu saccheggiato e bruciato, e Abderramán Sanchuelo, raggiunto in strada dale truppe di Muhammad ibn Abd al Yabbar al Madhi, fu ucciso in compagnia del suo feudatario, il Conte di Carrión. I resti del figlio di Almanzor servirono come un sanguinoso trofeo, inchiodati su una delle porte del Palazzo.

Il Regno di Muhammad ibn Abd al Yabbar al Madhi, divenuto il Califfo Muhammad II durò solo nove mesi, perché presto i berberi misero sul trono Sulayman ibn Al Hakam, un altro pronipote di Abderramán III, proclamato con il titolo di “al Mustain”. Questo fu un periodo di continue lotte tra i sostenitori di Muhammad II e i sostenitori di Sulayman ibn Al Hakam, in cui entrambi i contendenti si alternano al trono del Califfato.

Anche il Conte Sancho Garcia di Castiglia intervenne nella guerra civile tra Sulayman ibn Al Hakam al Mustain, acclamato Califfo dai Berberi, ed il Califfo Muhammad II, appoggiato dai mercenari dell'esercito. Col suo aiuto, Sulayman ibn Al Hakam al Mustain riuscì a spodestare Muhammad ibn Abd al Yabbar al Madhi e dopo la vittoria Cordova fu saccheggiata dai berberi e dai castigliani.

In cambio del suo aiuto, il Conte Sancho Garcia di Castiglia ricevette da Sulayman ibn Al Hakam al Mustain diverse piazze sulla linea del Duero: Osma, San Esteban de Gormaz, Clunia, Berlanga de Duero, Sepúlveda e Peñafiel, ampliando così la Contea di Castiglia.

Nel 1010 il Conte Raimondo Borrell di Barcellona riuscì a vendicare le sconfitte subite approfittando dello stato di confusione e guerra civile in cui si trovava il Califfato.

Raimondo Borrell si alleò con il Califfo Muhammad ibn Abd al Yabbar al Madhi, che era stato spodestato e si era rifugiato a Toledo, e assieme a suo fratello il Conte Ermengol di Urgell ed al Conte Bernardo di Besalú si unì alle truppe di Muhammad ibn Abd al Yabbar al Madhi condotte dal suo generale Wadih e, insieme sconfissero il Califfo Sulayman ibn Al Hakam al Mustain nei pressi di Cordova. In questo modo il Conte Raimondo Borrell di Barcellona ottenne il risultato di allontanare per sempre la pressione musulmana dalle sue Contee, oltre ad aver catturato un imponente bottino.

Alla fine Muhammad ibn Abd al Yabbar al Madhi morì per mano del suo hayib, il fatà Wadih, e il Califfo Hisam II riconquistò il potere per alcuni anni, finché fu infine destituito da Sulayman ibn Al Hakam al Mustain e non si tornò più ad avere notizie di lui.


1013: il Califfo Sulayman ibn Al Hakam al Mustain

Nel maggio del 1013 Sulayman ibn Al Hakam al Mustain destituì il Califfo Hisam II e ne conquistò il trono; ma il durò solo tre anni. Questo fu un periodo di frammentazione politica di Al Andalus, che indebolì seriamente l'autorità del trono di Cordova.

Il nuovo Califfo concesse il governo di Ceuta ad Ali ibn Hammud, mentre Algeciras, Tangeri e Arcila furono concesse a suo fratello Qasim, perchè avevano aderito al partito berbero che lo aveva sostenuto.

Visto il malgoverno del Califfo in Al Andalus, Ali ibn Hammud si comportò come sovrano indipendente di Ceuta, e dalla ragione passò al torto affermando di aver ricevuto il testamento di Hisam II, che lo aveva nominato come suo vero successore, vista la nobiltà della sua origine. Non era difficile, nella situazione in cui si trovava Cordova, assumere il governo con il supporto da qualsiasi fazione, ma era quasi impossibile mantenere il potere.

Presto la sua famiglia si sbarazzò dei notabili di Ceuta fedeli al Califfo. Dopo aver eliminato ogni altro potere a Ceuta decise di diventare una potenza nel Califfato; la prima cosa che fece fu la conquista della città di Malaga, che divenne la base delle operazioni di Ali ibn Hammud, insieme a Algeciras.

Ali ibn Hammud immediatamente ricevette il sostegno dei signori del levante si Al Andalus e la neutralità dei berberi Ziridi di Granada. Nel 1016 attraversò lo stretto e raggiunse Malaga ospite del governatore Ibn Fatuh, fedele alla sua causa. Da lì Ali ibn Hammud si recò ad Almuñécar, dove si unì Jayran, governatore di Almería, e insieme presero la strada per Cordova. Suo fratello Qasim, al comando della retroguardia, si collocò ad Algeciras, in caso di fallimento del progetto.

Una volta a Cordova, dove dove era arrivato il 22 luglio 1016, la prima cosa che fece Ali ibn Hammud fu di far arrestare il Califfo Sulayman ibn Al Hakam al Mustain e chiedere la liberazione di Hisam II; in realtà sapeva che era stato ucciso, ma in questo modo voleva legittimare la sua ascesa al trono.

Disseppellito e identificato il cadavere di Hisam II, lo fece seppellire nuovamente e Ali ibn Hammud uccise di sua mano il deposto Califfo Sulayman ibn Al Hakam al Mustain.

Il giorno successivo, il 2 luglio 1016, Ali ibn Hammud fu proclamato califfo come legittimo successore Hisam II, prendendo il titolo onorifico che precedentemente era stato Abderramán III: “Al Nasir li Din Allah”.